Sfa, la Consob dovrà risarcire i risparmiatori

Sfa, la Consob dovrà risarcire i risparmiatori «MANCATO CONTROLLO» SUI PRODOTTI FINANZIARI Sfa, la Consob dovrà risarcire i risparmiatori Giorgio Ballano TORINO La Consob non può limitarsi a un controllo formale sulle società che operano in Borsa, ma deve valutare e garantire anche la bontà dei prodotti finanziari collocati fra gh investitori. In base a questo principio, per certi versi rivoluzionario, il Tribunale civile di Roma ha condannato l'organismo di controllo della Borsa a risarcire 4 milioni e 142 mila euro (ma con interessi e rivalutazione la cifra supererà i 5 milioni) a 124 risparmiatori che avevano investito in prodotti della Sfa (Servizi finanziari amministrativi) di Torino. La società che faceva capo al finanziere d'assalto Francesco Milano fallì nel 1993 lasciando dietro di sé un «buco» di circa 130 miliardi di vecchie lire. La sentenza del giudice Anton Pietro Lamorgese, della seconda sezione civile del Tribunale, risale allo scorso 26 luglio ma è stata resa nota soltanto in questi giorni. Al termine di una querelle giudiziaria durata quasi sette anni, il giudice ha accolto la tesi degli avvocati Paola Pampana e Gaetano Buscemi, che rappresentano un nutrito gruppo dei 2 mila risparmiatori buggerati in tutta Italia dalla società di Francesco Milano: piccoli e medi investitori di Torino, Milano, Brescia, Roma e Pescara che nel triennio '91, '92 e '93 diedero fiducia a fondi e obbligazioni collocati sul mercato dalla Sfa. «Siamo di fronte a una sentenza innovativa - commenta l'avvocato Buscemi - che testimonia anche una nuova sensibilità nel campo della giurisprudenza. Con tutta probabilità i recenti disastri finanziari, che hanno coinvolto migliaia di risparmiatori, hanno fatto capire che la Consob non può limitarsi a un mero controllo formale. Deve fare qualcosa di più, dare sicurezza agh investitori anche sui prodotti finanziari che vengono collocati sul mercato». Nel caso della Sfa, ad esempio, la Consob aveva abilitato la capofila ma poi - secondo i legali dei risparmiatori - si sarebbe disinteressata della costellazione di società satelhte creata da Milano e dai suoi collaboratori: Sfa Distribuzione Spa, Sfa Commissionaria Sri, Italia Fiduciaria Spa e Studio Sim Spa. «Tutte queste società gestivano in maniera caotica e arbitraria i contratti con gh investitori - aggiunge l'avvocato Buscemi - che senza saperlo finivano nel portafogli clienti dell'una o dell'altra». Alla fine il castello di carte costruito da Milano è miseramente crollato, «bruciando» circa 130 miliardi di lire. Il finanziere torinese, arrestato per bancarotta fraudolenta, è stato poi condannato a 6 anni di reclusione dal Tribunale di Torino. Non li ha scontati tutti in carcere: quando la pena è divenuta definitiva, ricorda il suo difensore, Giovanni Lageard, Francesco Milano (che ha 56 anni) era già stato colpito da una malattia degenerativa che ne ha provocato la paralisi degh arti inferiori. Ora è agh arresti domiciliari perché le sue condizioni di salute sono state considerate incompatibili con la carcerazione. La Consob, che nel procedimento è stata assistita daU'Avvocatura generale dello Stato, annuncia il ricorso in appello. E negli ambienti dell'organismo di controllo si sottolinea che di recente, in sede penale, la Corte d'Appello di Roma ha confermato la piena assoluzione di Bruno Pazzi, presidente all'epoca del crack. E' andata male invece la causa civile per la bancarotta Cultrera, dei primi Anni 80: l'autunno scorso i giudici d'appello dì Milano hanno condannato la Consob a risarcire 6 milioni di euro alle vittime dell'ex mago della finanza atipica, Vincenzo Cultrera.