I no global: il governo faccia ciò che non fece per Baldoni

I no global: il governo faccia ciò che non fece per Baldoni UNA EMITTENTE ANTAGONISTA RACCONTA Di UNA OPERAZIONE MILITA UNA EMITTENTE ANTAGONISTA RACCONTA DI UNA OPERAZIONE MILITARE «INSOLITAMENTE» RAPIDA E CON «MODALITÀ' DIVERSE» DAGLI ALTRI RAPIMENTI I no global: il governo faccia ciò che non fece per Baldoni Lo sconcerto dell'area pacifista su un sequestro che giudica «anomalo» Casarini: «E' colpa di Bush e di Bin Laden, simmetrici criminali planetari» Francesca Paci Cui prodest? A chi giova il sequestro dehe due volontarie di «Un ponte per...»? La domanda rimbalza da una sponda ah'altra del movimento contro la guerra. No global, new global, mediattivisti. Disobbedienti, anche cattolici eccentrici come don Vitaliano della Sala, il parroco dei contestatori, s'interrogano sulle ragioni del rapimento. Le emozioni sollevate dagli ostaggi Stefio, Cupertino e Agliana appartengono al passato, allora le frange estreme della sinistra chiamavano ancora «resistenza» la guerriglia irachena, giustificando la violenza contro le forze d'occupazione. L'humor nero del vignettista Vauro, che all'indomani deU'assassinio di Fabrizio Quattrocchi disegnò su ti manifesto un dollaro penzolante da un pennone con il titolo «Morire per denaro», s'infrange sulla morte di Enzo Baldoni, collaboratore del settimanale Diario ucciso due settimane fa dal sedicente Esercito islamico del¬ l'Iraq. Adesso due militanti pacifiste, Simona Torretta e Simona Pari. Chi se ne avvantaggia? «Sarebbe facile dare la colpa ai servizi segreti americani interessati a confondere le acque a Baghdad, in fondo anche Al Qaeda è una loro creatura», rephca Luca Casarini, leader dei centri sociah del Nord Est. Su Indymedia, sito Internet degli antagonisti, circola il comunicato del Partito Guevarista Rivoluzionario: «Il rapimento di due ragazze di organizzazioni non governative, come Baldoni rappresentanti dei movimenti no global, assume le caratteristiche di un suicidio politico. Ai rapitori chiediamo di rilasciare immediatamente le due innocenti, questa è la legge del Corano e della rivoluzione. Nel caso non lo facciate voi rispondete ad altre leggi. Sappiamo bene quah, le potete leggere sulla carta oleosa del McDonald's o del bighetto da mille dollari». Luca Casarini però, non vuol passare da dietrologo: «La responsabilità di questa azione va attribuita al¬ la guerra globale e a chi la sostiene, cioè Osama bin Laden e il presidente Usa George W. Bush. Siamo tutti possibili target dei due simmetrici criminali planetari». A Roma, al quartier generale di «Un ponte per...», domina la cautela. Si teme che un commento sbaghato possa compromettere le trattative per il rilascio. Le sigle della galassia pacifista si sono date appuntamento per pianificare una strategia comune, l'imperativo è evitare considerazioni politiche. «Il nostro primo obiettivo è riportare a casa questi amici sani e salvi», spiega Andreina Albano, portavoce del comitato «Fermiamo la guerra», che ha già diffuso un appello per la liberazione delle compagne. Le fa eco Riccardo Troisi della Rete Lilliput: «Innanzitutto la vita degh ostaggi. Del resto, la lettura della storia è semphce: questo sedicente esercito islamico ha preso due volontarie che lavoravano per il popolo iracheno, speriamo se ne renda conto». Riaffiora la tentazione - di affidarsi al pedigree antimilitarista delle protagoniste, quello che aveva vanamente fatto sperare per la sorte del reporter di Diario. Stavolta i no global non si lasceranno coghere impreparati. Alle parole, promettono, seguiranno mobilitazioni. ((Dobbiamo spingere il governo a fare quanto non ha fatto per Baldoni», afferma Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale dei Giovani Comunisti vicino ai Disobbedienti. Ossia: dialogare con i sequestratori e mettere all'ordine del giorno il ritiro del nostro contingente dall'Iraq. L'ha chiesto ieri sera davanti al Parlamento un presidio orga¬ nizzato dai gruppi pacifisti. Lo ribadisce da Hanoi, dove si trova in viaggio, Vittorio Agnoletto, europarlamentare indipendente di Rifondazione Comunista: «La logica del terrorismo appare chiara, toghere di mezzo tutti coloro che cercano di costruire un mondo di pace». A chi giovano i sequestri conta poco, molto megho secondo Agnoletto denunciare la guerra che h alimenta: «La presenza italiana in Iraq non ha alcuna ragione e non si possono porre in gioco delle vite umane itahane ed irachene per elemosinare dal governo Bush un seggio alle Nazioni Unite». Anche perché, sostiene don Vitaliano della Sala, Baghdad ormai «è in mano all'anarchia, non comanda più nessuno». Finché sono sequestrati militari o guardie del corpo armate, vabbé, il prete di S. Angelo a Scala disapprova ma ammette che «va messo in conto», Simona Torretta e Simona Pari no: «Che partigiano è chi rapisce un suo sostenitore? Un delinquente e imo stupido». Un sequestro talmente miope da non convincere del tutto il mondo no global. L'emittente antagonista Radio Onda d'Urto, riportata da Indymedia, lo racconta così: «Un gruppo di uomini armati a bordo di tre veicoh e con indosso un'uniforme militare, riferisce il corrispondente di Al Jazeera da Baghdad, ha fatto irruzione nella sede di "Un Ponte per Baghdad" e "Intersos". Dicevano di parlare per il governo iracheno ed hanno citato il nome del primo ministro lyad Allawi. Sempre secondo il giornalista del Quatar Toperazione è stata molto rapida e con modalità terribilmente diverse dal solito"». Vittorio Agnoletto: «La logica dei terroristi è ormai colpire chi vuole costruire un mondo di pace Ma non si possono sacrificare vite umane e restare in Iraq per elemosinare un seggio all'Onu» di d.uuu.in Vittorio Agnoletto Luca Casarini Don Vitaliano della Sala -