Processo a Putin «Basta con le bugie ad ogni strage» di Anna Zafesova

Processo a Putin «Basta con le bugie ad ogni strage» DOPO LO CHOC INIZIALE LA RUSSIA SI INTERROGA Processo a Putin «Basta con le bugie ad ogni strage» Licenziato il direttore delle «Izvestia» che aveva denunciato le menzogne Critiche per il discorso al Paese: «Comoda la tesi di un nemico esterno» Anna Zafesova MOSCA Una foto a tutta pagina di un uomo che porta in braccio una bambina nuda insanguinata in copertina. E dentro testimonianze e commenti senza peli sulla lingua, sul numero reale degli ostaggi, sul silenzio dei media di Stato, sulle bugie del potere. Ma è stata soprattutto la foto drammatica che Raf Shakirov, direttore fino a ieri mattina delle «Izvestia», ha pagato con la sua poltrona. La versione ufficiale della proprietà del giornale - la società ProfMedia legata al magnate Vladimir Potanin - è che il giornale di sabato, colmo della disperazione di Beslan, era troppo «emotivo». Ma nella Mosca giornalistica circolano voci che sia stato il Cremlino a chiedere la testa di un direttorè considerato tra i più brillanti^eF-pànorama riissor così come dopo la strage della Dubrovka aveva chiesto quella del direttore della «Ntv», Boris Jordan, unico ad aver pagato con il suo posto la morte di 129 ostaggi. «Il potere ha sempre accusato noi giornalisti dei disastri della guerra cecena e della Dubrovka. Stavolta abbiamo ripetuto le bugie del potere, di chi è la colpa ora?», si è chiesto Alexandr Minkin dalle pagine del «Moskovskij Komsomolez». E' una polemica che sembra l'eco di quelle del passato, quella del dopo-Beslan, relegata in spazi ormai ridottissimi, sulle pagine di alcuni giornali, in qualche sito Internet. «Le ultime stragi sono una cronaca ininterrotta di bugie», una denuncia significativa perchè viene da Alexandr Hinstein, giornalista e deputato del partito putiniano Russia Unita. Le autorità hanno ammesso che c'erano più di mille ostaggi solo dopo che l'hanno scritto i giornali, le tv avevano accuratamente censurato perfino il negoziatore Ruslan Aushev che, dopo essere stato nella scuola, aveva detto il numero reale dei prigionieri dei terroristi davanti alle telecamere. Il silenzio dei politici nei giorni della strage è stato assordante: quelli leali al Cremlino erano muti in attesa che parlasse il Presidente, quelli d'opposizione non trovano più gli spazi mediatici dove esprimersi. Le domande cominciano a venire fatte timidamente solo adesso e vertono tutte intomo alla clamorosa vulnerabilità dei russi dopo cinque anni di governo da parte di un ex agente Hel Kgb c3rcondato-da suoi ex colleghi. «Perché dobbiamo credere che persone che hanno dimostrato il loro fallimento potranno aggiustare la situazione che è peggiorata rispetto a quando sono arrivate al potere?", si chiede Minkin. Al secondo mandato presidenziale la responsabilità ormai viene tutta addebitata a Putin: «Ha ottenuto un enorme potere personale, l'indipendenza del Parlamento, dei partiti e dei media è stata di fatto annullata. Ha firmato con i russi un contratto per portare ordine e garantire sicurezza, ma questo patto è stato violato», dice il deputato liberale Vladimir Ryzhkov. Ma è una voce isolata mentre da diverse parti arrivano richieste di un ulteriore rafforzamento dei Servizi: il polito- logo vicino al Cremlino Stanislav Belkovskij invoca il ritorno di un'ddea imperiale» che dovrebbe motivare gli addetti alla sicurezza troppo corrotti e svogliati, e propone di non criticare più l'ex Kgb e l'esercito. E il grande regista Alexej Gherman in un comizio a Pietroburgo ha chiesto, con un boato della folla, di reintrodurre la pena di morte. L'unico responsabile della sicurezza a essersi dimesso come dimostrazione della propria responsabilità per la strage degli innocenti è stato il ministro dell'Interno dell'Ossezia del Nord. Ma anche se pochi osano criticare i dirigenti dell' Fsb e della polizia, il giudizio sull'insufficienza dei servizi è comunque condiviso da destra e sinistra: il deputato socialista nazionalista Serghej Glaziev e l'esponente dei liberali filoccidentali Irina Kbakamada hanno chiesto un' indagine indipendente su Beslan. Che non si farà, come non si è fatta per la Dubrovka. A suscitare perplessità è stato anche il discorso alla nazione nel quale Vladimir Putin ha accusato della tragedia il terrorismo intemazio¬ nale omettendo completameùte il fattore ceceno. «La tesi del nemico esterno è molto comoda, i bambini sono morti non perché in Cecenia c'è da dieci anni la guerra, ma perché la Russia viene aggredita dal terrorismo globale», commenta il «Kommersant». E l'esperto di sicurezza Pavel Felghengauer continua a sostenere la tesi - ormai equiparata dalla propaganda ufficiale a una «provocazione» - di un negoziato con la guerriglia cecena: «Se Maskhadov si dissocia dai terroristi bisogna aproffittarne». I PECCATI DEL CREMLINO i IA CORRUZIONE le garanzie di sicurezza sono insufficienti. Occorre una riforma dell'ex Kgb e della polizia, entrambi troppo corrotti. Le connivenze della polizia locale con i terroristi sono la prima causa della strage LEBUGIE Da parte delie autorità sono state dette troppe menzogne e fomite notizie false e contradditorie, soprattutto sul numero degli ostaggi e stille modalità dello svolgimento del blitz LAPOUTICAINCECENIA Due critiche, opposte e ■speculari, alia gestiawe detta : ' \ questione cecena arrivano dalle opposizioni. Dadestrasl:, riipprcnjera il lassimojon.cui è géStita-é si invocarkrlaiiena di morte peri terroristi e l'isolamento della Cecenia dalla Russia. Da sinistra si sottolinea la durezza del comportamento delle truppe ru sse occupanti esi chiededi iniziare un negoziato con gli indipendentisti LA DEMOCRAZIA ASSENTE U 11 potere è accentrato nelle mani del presidente, che decide tutto insiemea pochi uomini fidati. Occorrono maggiori consultazioni e decisioni^ condivise LO STATO LATITANTE Gli abitanti di Beslan sono stati lasciati soli. Ai funerali delle vittime non si sono presentate né le autorità locali nei rappresentanti del governo di Mosca Donne in lacrime ai funerali delle piccole vittime della strage nella scuola di Beslan