I gelidi inverni svizzeri, i castelli viventi del Giappone

I gelidi inverni svizzeri, i castelli viventi del Giappone NEL FILM DI ZGLINSKI GRAN PAESAGGI MONTANI, BRAVISSIMI INTERPRETI, SENSIBILITÀ' INTENSA ,. , .. ' ■i,-^ - ' ' ; ' ■. . t'.l . , - ■•■- . - ^ - i | .■■-, - ! qtir\ . ., r,. .;.y- - w.r SVWl I gelidi inverni svizzeri, i castelli viventi del Giappone Versione decorosa ma ovvia di Thackeray, immagini magnifiche nel cartoon di Miyazaki Lietta Tornabuoni VENEZIA FILM disparati e sussultori s'allineano alla Mostra in quel concorso che sinora pare la Cenerentola dei film. «Vanity Fair» (La fiera della vanità) di Mira Nair con Reese Wbiterspoon è una versione del romanzo di William Thackeray più che decorosa ma ovvia e poco sarcastica, con il fascino di tanti film in costume, che alla televisione non farà male a nessuno. Lo svizzero «Tout un hiver sans feu» (Un lungo inverno senza fuoco) di Greg Zglinski, interpreti Aurèlien Recoing e Marie Matheron, racconta di una piccola famiglia di contadini di un paese svizzero di montagna devastata dalla morte in un incendio dell'unica figlia di cinque anni: l'assicurazione non paga; la madre deve essere ricoverata in ospedale per una grave depressione; il padre lascia la terra per andare a lavorare in fabbrica, s'invaghisce di una ragazza del Kosovo che lavora alla mensa aziendale (in patria era insegnante di matematica mentre il fratello operaio era ingegnere). Poco a poco, durante il lungo inverno nevoso senza fuoco interiore né fuoco da riscaldamento, il dolore si attenua, il lutto viene medicato dalla vita. Gran paesaggi montani quasi mai visti, bravissimi interpreti, una sensibilità intensa, schietta, colma di umanità. Il più attraente è il film giapponese di animazione «Hauru No Uguko Shiro» (Il castello errante di Howl) di Hayao Miyazaki, tratto dal romanzo di Diana Wynne Jones. Una storia fantastica di streghe, maghi, interessanti sortilegi: la Strega delle Lande Desolate, il mago Howl ardito e bello come un Principe Azzur¬ ro, il demone Crucifer che ha la forma d'un fuoco acceso, un cortese Spaventapasseri, un castello che sembra una macchina da guerra o una vecchia batteria da cucina e cammina per monti e valli su esili zampine, mutazioni dei personaggi in grandi uccelli piumati, una città in guerra, cattivi di gomma nera, scoraggiamenti («Se non si è belli è mutile vivere»), un cane con la faccia di uomo anziano, la maga-regina Suliman. Immagini magnifiche, bello stile del disegno, gran fioccare di «Arigatò» (grazie, in giapponese), la protagonista diciottenne trasformata in una vecchia. L'autore dice che il suo film è un tentativo di animazione per adulti: se gli adulti hanno tredici anni, il tentativo è riuscito. «A Howl's Moving Castle»

Luoghi citati: Giappone, Kosovo, Venezia