«Adesso rischiamo un figlio non nostro»

«Adesso rischiamo un figlio non nostro» LA RABBIA DEI PROTAGONISTI «Adesso rischiamo un figlio non nostro» TORINO «Sono andati in quel centro per cercare di risolvere un problema e ne sono usciti con due: adèsso oltre a non aver raggiunto l'obiettivo di diventare genitori c'è anche il rischio che abbiano un fighe non loro». L'avvocato Ennio Galasso sintetizza così lo stato d'animo della coppia che venerdì scorso ha fatto intervenire una volante nei locali asettici ed eleganti del centro Promea. I due giovani, che ovviamente intendono mantenere il più stretto anonimato, ora vivono nell'incuho che qualcosa sia andato storto e che la pillola di estroprogestinici non abbia fatto effetto. Per ora non voghono fare passi avventati, ma intanto si sonò rivolti a un avvocato. Il marito, che chiameremo Francesco,.accetta di parlare con la «Stampa» a pattò di mantenere la massima riservatezza sulle sue generalità e di evitare qualsiasi tipo di «virgolettato». A poco più di ventiquattr'ore dall'accaduto, Francesco appare calmo e padrone di sé, ma al tempo stesso molto preoccupato. Le ripetute assicurazioni dei medici della clinica non sono bastate a rassicurare lui e la giovane moghe (hanno meno dì trent'anni) che lo scambio di provette non avrà conseguenze. Dopo tanti sforzi e tante sofferenze ripete l'uomo - sarebbe terribile, anzi folle, trovarsi un figlio non mio. La coppia si preparava da più di otto mesi alla fecondazione artificiale presso il centro Promea: visite, esami clinici, incontri con ginecologi e psicologi. Quello di venerdì era il primo tentativo, mentre l'altra coppia con la quale si è verificato il fatale intreccio ci aveva già provato altre tre volte, sempre nella clinica di via Menabrea, a due passi dalle Molinette. Otto mesi di speranze e illusioni spazzati via in pochi secondi da una mano igno-. ta, che ha invertito due piccole provette. Il direttore sanitario ha subito offerto alla coppia di effettuare a carico del centro tutte le verifiche cliniche necessarie per riprovarci, fra qualche mese. «Ci penseremo», hanno risposto i coniugi. Ma Francesco confessa che in questo momento la sola idea di rimettere piede in quel centro mette i brividi sia a lui che alla moglie, Anche sé non dovessimo avere coùse-; guenze negative dall'inseminazione sbaghata, spiega il gióvane, rimarrà pur sempre il trauma psicologico. Mia moghe è ancora sotto choc e neppure io riesco a immaginare di sottopormi a un altro trattamento. La coppia è già stata interrogata a lungo dalla polizia giudiziaria della Procura, ma Francesco preferisce non discutere dell'inchiesta, così come di possibili risarcimenti. Lasciamo passare due settimane, dice, sperando che la cura abbia fatto effetto e a mia moghe sia tornato il normale ciclo mestruale. Poi ne riparliamo. (g.bal.1

Persone citate: Ennio Galasso

Luoghi citati: Torino