«Abbiamo confuso le provette per la fecondazione» di Grazia Longo
«Abbiamo confuso le provette per la fecondazione» LE DONNE INVITATE A PRENDERE UN FORTE ANTICONCEZIONALE «Abbiamo confuso le provette per la fecondazione» Invertiti i flaconi dei donatori a Torino, la procura indaga per lesioni colpose Giorgio Ballano Grazia Longo TORINO Un desiderio insopprimibile di diventare genitori. Ma se già è diffìcile accettare l'idea di sottoporsi all'inseminazione artificiale, figurarsi quella di mettere al mondo il figlio di un altro. È il rischio che venerdì pomeriggio hanno corso due giovani coppie torinesi, che si erano rivolte al centro di procreazione assistita Promea, a due passi dall'ospedale delle Molinette. Per una disattenzione fatale le provette con il liquido seminale degh aspiranti papà sono state invertite. Ad accorgersene è stato uno dei coniugi: controllando la scheda che gh era stata consegnata ha notato che non portava il suo nome e ha chiesto spiegazioni. A scanso di equivoci, uno dei giovani (entrambe le coppie hanno meno di trent'anni) ha chiamato il 113 e dopo l'intervento della polizia è accorso anche un ispettore della Procura. Ora sull'involontario scambio di provette indaga il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che procede per il reato di lesioni colpose. Intanto, per riparare all'errore dei medici, alle ragazze sono stati somministrati degh estroprogestinici. In pratica un dosaggio maggiorato della pillola anticoncezionale, che dovrebbe evitare la fecondazione deh'ovulo. Un farmaco simile alla cosiddetta pillola del giorno dopo, che non ha invece nulla a che fare con la Ru486. Quest'ultima, che agisce sull'embrione già fecondato e provoca un aborto vero e proprio, entrerà in sperimentazione in autunno all'ospedale Sant'Anna, sempre a Torino. Ma chi assicura che lo scambio di provette non avrà nessuna ripercussione sulle pazienti? «Non ci saranno conseguenze garantisce il direttore sanitario del Promea, Elsa Margaria -. Gra- zie agh estroprogestinici, la possibile ovulazione è stata evitata: le donne non resteranno incintele in^; futuro potrannójSOttogprsì tran- i quillament.e àuMnuOTaìtìsémì'-'' nàsdOhé». «Siamo verametìtÉi,'s(ai:*Ji dolorati - prosegue - perché ci rendiamo conto che si tratta di un evento drammatico: le coppie che sognano un bambino sono sicuramente fragili ed episodi come questi non le aiutano di sicuro». Com'è possibile che in un centro all'avanguardia come quello torinese (convenzionato con la sanità pubblica, dove vengono eseguiti 500 inseminazioni artificiali ogni anno con 35-40 per cento di probabihtà di successo), sia potuto accadere un errore così grossolano? Ancora la professoressa Margaria: «E' stato tm insie¬ me di coincidenze, ma in ogni caso ce ne saremmo accorti noi stessi, pochi minuti più tardi: al moménto delle dimissioni, infatti!, la fiàrtettà clinica della donna ■vJ^él^ietìiTpata^alìa scheda del partner. E ladiscrepanza sarebbe di certo venuta a galla». Lo ribadisce anche il legale del centro, l'avvocato Claudio Maria Papotti: «Le coppie che si rivolgono al Promea, che lo hanno fatto in passato e che lo faranno in futuro, possono stare tranquille: la serietà e la professionalità del centro è consolidata, nonostante questa terribile, ma unica, disattenzione. Sul caso interviene anche il ginecologo Silvio Viale, presidente deU'Associazione Adelaide Aghetta e sostenitore del Comitato etico regionale, che ha chiesto al Ministero alla Salute la possibilità di ricorrere alla pillola abortiva Ru486, in alternativa dell'aborto chirurgico. «A parte il dispiacere per quanto è accaduto alle due coppie, questo caso ripropone in tutta la sua complessità la questione della fecondazione assistita. E' evidente che c'è stato un errore, per fortuna molto raro in questi casi, ma 1 colleghi del Promea sono stati onesti e hanno immediatamente provveduto». Resta però aperto un problema: «È un'ipotesi remota - sottolinea Viale - ma esiste qualche possibilità che le due donne rimangano comunque incinte. Gh estroprogestinici riducono l'eventualità del concepimento del 90-95 per cento, ma non lo escludono completamente». m LAPROCEDURA L'inseminazione artificiale si svolge in tre fasi 1 : Preparazione della paziente, attraverso monitoraggio della sua ovulazione. Attraverso l'ecografia si indivìdua il momento periovulatorio, per scoprire quando il follicolo sta per rompersi e favorire , appunto l'ovulazione. 2. La donna viene ricoverata in ambulatorio in attesa che nel suo utero venga introdotto lo sperma che il marito ha depositato in una provetta. 3. L'inserimento del liquido seminale avviene con una siringa che inietta lo sperma in una lunga canula dentro il canale cervicale dell'utero. Le possibilità di riuscita dell'intervento Oscillano tra it 20 e il 40 per cento. M LE TRE «PILLOLE» Occorre distinguere tra «pillola del giorno dopo?, «RU486» e estroprogestinico (usato nel caso torinese). Quest'ultimo consisté nella somministrazione della pillola anticoncenzionale ma in dosaggio maggiore, tanto da bloccare la fecondazione dell'ovulo. Lp.stesso affètto, nià con una pèrcèn^iale di riuscita maggiore, ha la «pillola del giorno dopo». La «RU486», invece, agisce quando l'ovulo è già stato fecondato. In alcune nazioni, come Svizzera e Francia, è già utilizzata. In Italia il ministero della Salute ha autorizzato alla sperimentazione l'ospedale Sant'Anna di Torino. Si partirà in autunno: con una somministrazione di «RU486» e misoprostol, si potrà interrompere la gravidanza entro la settima settimana di gestazione, evitando l'aborto chirurgico
Persone citate: Adelaide Aghetta, Claudio Maria Papotti, Elsa Margaria, Giorgio Ballano, Raffaele Guariniello, Silvio Viale
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