Una «multinazionale» dei tosatori di pecore di Alessandro Ballesio

Una «multinazionale» dei tosatori di pecore VALLE SOANA ARRIVANO DA NUOVA ZELANDA, SPAGNA E GERMANIA Una «multinazionale» dei tosatori di pecore Un gruppo di 14 persone che si divide il lavoro negli alpeggi di tutta Europa Conducono una vita un po' hippy, ma sono veri professionisti e molto ricercati la storia Alessandro Ballesio . ■..■: - .: . - - - . . . ARIES il tosatore di pecore arriva dall'altra parte del mondo: dalla Nuova Zelanda. Ha 37 anni, muscoli d'acciaio, tatuaggi ben in vista, una moglie e un figlio di quattro anni che lo seguono ovunque, su un furgone Ford bianco da dividere con Eugenio lo spagnolo e Manuel il tedesco. Oggi sono qui, domani chissà. Ieri erano all'alpeggio della Vandilliana, 1888 metri sulle montagne di Piamprato, in valle Soana, a fare quello per cui sono diventati famosi tra i pastori di tutta Europa: «Questi tre riescono a tosare trecento pecore in un paio d'ore, nessun altro ce la fa». Giovanni Basolo, che a ventun anni ha passato l'estate a badare al bestiame del suo alpeggio, ha avuto il loro numero di cellulare e non ci ha pensato due volte: «Oggi questa è un'attività che nessuno di noi fa più, si perde troppo tempo, anche giornate intere. Meglio affidarsi a chi lo fa di mestiere. E loro sono i migliori sulla piazza, li chiamano da mezzo mondo». Sul bighetto da visita che Giovanni ha strappato ad un amico dopo il solito passaparola tra addetti ai lavori, c'è scritto soltanto: «Eugenio il tosatore». Bisogna rivolgersi a lui, perché è il capo, fissare un appuntamento e mettersi in coda: «Domenica va bene?». Ok. La squadra non lascia nulla al caso, è ima vera e propria società che ha ramificazioni un po' dappertutto. Sono in quattordici, «esperti della lana» die portano con sé un'attrezzatura futuristica e hanno fatto esperienza laddove questo lavoro è quasi un'arte: in Australia e Nuova Zelanda, ma anche in Francia, Spagna, Svizzera e Sudamerica. I «tosatori» sono ima razza in via d'estinzione. Per questo Eugenio, Aries, Manuel e gli altri sono così richiesti. Eugenio Trojano è quello che coordina appuntamenti e operazioni. Ha 43 anni, nel '79 ha lasciato l'Andalusia per seguire un sogno da gitano. «Sì, sono uno zingaro, così mi sento libero di fare quello che mi piace davvero: occuparmi delle pecore», racconta lui, barba lunga ed incolta da viaggiatore on the road. Arriva alla Vandilliana con Manuel, 24 anni, Aries e famiglia: la moglie Joanna e il figlioletto. Si fermano a Valprato Soana con il Ford che è un po' una casa, un po' un magazzino. Salgono a piedi fino all'alpe, con l'attrezzatura sulle spalle. Sullo spiazzo della baita, li aspetta Giovanni, che ha già radunato le pecore da tosare: sono 310, non una di meno. La prima cosa da fare è ordinare per bene gli strumenti di lavoro: una piattaforma di un metro quadrato, a fianco un'asta di ferro alla quale è fissata un'imbracatura (imbottita di lana). I tre la indossano per rimanere quasi sospesi sopra l'animale, con una molla che a seconda dei movimenti si allunga oppure si accorcia: un metodo geniale per evitare, dopo tante ore di lavoro, di rimediare un brutto mal di schiena. Ma prima di mettere in funzione il rasoio devono rispettare un rito, che pare sia stato inventato dai «maestri» della Nuova Zelanda: si infilano ai piedi un paio di ciabat¬ toni di cuoio. Poi, via, velocissimi: «E' tutta una questione di tecnica, bisogna cercare di faticare il meno possibile, perché le pecore sono davvero tante e alcune pesano-quasi cento chi¬ li». In tre ore è tutto finito, sotto lo sguardo di Giovanni e del papà Domenico. Lo «spettacolo» è affare per pochi, lo sanno i pastori. Le uniche immagini sono quelle scattate da Claudio Deiro, e pubblicate sul suo sito Internet vallesoana.it «perché è stato un evento per la nostra valle, così tutti potranno conoscere questo lavoro antico, che ormai è una specialità riservata a pochi». Eugenio e gli altri se ne vanno con la somma concordata (un euro e settanta a capo) e un record: ognuno di loro ha raggiunto la quota 5000 pecore tosate in un anno. Rimarranno in Piemonte, per un po': «Io sono l'unico che parla italiano dice Eugenio - e ho ricevuto chiamate da Domodossola, dalla Val di Viù, dal colle della Maddalena». Ripartono, con il Ford bianco e una montagna di lana da spazzare via. Joanna, moglie del neozelandese Aries. Afianco, I tosatori di pecore in azione negli alpeggi della Valle Soana

Persone citate: Aries, Claudio Deiro, Giovanni Basolo, Valle Soana