La meglio gioventù di Bologna 77

La meglio gioventù di Bologna 77 IL PRIMO FILM ITALIANO IN CONCORSO ISPIRATO AGLI SCONTRI NELLA CITTA' COMUNISTA La meglio gioventù di Bologna 77 Due ragazzi futuri rapinatori conoscono Radio Alice E' ' bello rivedere r; ragazzi « rivoltosi, creativi, maò'-dadaisti della Bologna infiammata 1976-1977; riascoltate'la radio più giovanil-popolare dell'epoca, Radio Alice poi occupata e chiusa dalla polizia; ricordame le indicazioni («linea casinista») o gli slogan («Il delitto paga, il padrone no»). La ricostruzione storico-esistenzial-politico-culturale del periodo in «Lavorare con lentezza. Radio Alice 100 6MHz» di Guido Chiesa, primo film italiano in concorso, è molto ben fatta, tanto più die al regista riescono cose che al cinema vengono quasi sempre male: manifestazioni e scontri tra giovani e carabinieri o poliziotti, specie nella parte finale del film; il modo di vestire e di muoversi dei ragazzi fine Settanta (i costumi perfetti sono di Lina Nerli Taviani); il lampeggiare di disegni alla maniera di Andrea Pazienza, di azioni infami come l'aggressione. fascista a un vecchio vagabondò*,'di^ctìiiflitti appesi tra feinipinisip^ e màscbilismo (con Claudia Pàndolfi specialmente pugnace). È più fragile il pretesto narrativo che muove «Lavorare con lentezza»: due ragazzi, incaricati di aprire quel tunnel necessario a una rapina in banca che è soprattutto una metafora («Ben scavato, vecchia talpa»), s'imbattono per caso in Radio Alice, finiscono col partecipare al collettivo radiofonico e poi alla battaglia politica. Non del tutto azzeccati gli inserti comici alla maniera del primo Novecento e del cinema muto, né risultano trop- pò convincenti i problemi umano-carrieristici dei carabinieri (Valerio Mastandrea ha una piccola parte di tenente). Bellissima musica, buoni protagonisti (Tommaso Ramenghi, Marco Luisi, il bravo criminale Valerio Binasco). Ma quello che soprattutto interessa è che il movimento bolognese, definito dal luogo comune un'accolta di oziosi parolacciari e violenti, riacquisti nel film la propria identità e parte delle proprie idee che non hanno smesso di essere intelligenti, giuste; e che diventi possibile un paragone magari ingeneroso tra quella meglio gioventù divertita, combattente, e la generazione contemporanea inerte, distratta, al massimo disubbidiente. [1. t.] È bello rivedere un'idea perduta di creatività è però più fragile il pretesto narrativo A Guido Chiesa '1V:';' , il regista torinese di «Lavorare ' con lentezza»

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