Com'è capricciosa mamma Sandrelli di Alessandra Levantesi

Com'è capricciosa mamma Sandrelli FILM SULLA MATERNITÀ' CHE MANCA DI EMOZIONI Com'è capricciosa mamma Sandrelli Alessandra Levantesi VENEZIA Considerata la sua personalità carismatica, accentratrice e maniacale, è lecito ritenere che Nanni Moretti imprima un riconoscibile marchio sulle pellicole da lui sponsorizzate? Ovvero, esiste uno stile Moretti produttore? La domanda nasce spontanea di fronte a «Io te lo leggo negli occhi», nono film della scuderia Sacher, presentato nella sezione «Orizzonti» (con accogbenza non troppo benevola) e da oggi nelle sale. Infatti l'esordiente napoletana Valia Santèlla che lo firma, viene da una lunga gavetta di segretaria di edizione e aiuto di registi fra i quali Mario Martone, Daniele Lucchetti, Silvio Soldini e lo stesso Moretti. La storia è calata all'interno di un microcosmo famibare dove si configura un problematico rapporto madre-figba. Stefania Sandrelb è una cantante e una bella donna che non accetta il declino dell'età e della malattia: reduce da un' operazione alla gola fa i capricci, continua a programmare recital, tradisce il marito Luigi Maria Burruano cui pure vuol bene. Riservata e responsabile, la figlia Teresa Saponangelo ha patito fin dall'infanzia la personabtà debordante e narcisistica della genitrice e, mamma a sua volta, nei confronti della fìgboletta ha tenuto un atteggiamento opposto di fin troppo vigile attenzione. Figurarsi quando scopre che la piccola (la graziosa Camilla De Nicola) è invece attratta dai temperamento fantasioso, affettuoso e libertario della nonna, che per due giorni «rapisce» la nipotina creando un clima di panico. Reabzzata con scelte accurate dei luoghi fra Roma e Napob, una pasta fotografica elegante e non intrusiva, come del resto il sobrio accompagnamento musicale di Paolo Fresu, la pelbcola è professionale. Ed è buono il cast meridionaleromano, che svariando dalla sensibile Saponangelo di «Il verificatore» al Burruano di «I cento passi», dal bravo teatrante Mariano Rigillo a Emesto Mahieux, lanciato dal successo di stima di «L'imbalsamatore», ruota intorno alla Sandrelb, incantevole diva nostrana per tutte le stagioni. Per quanto riguarda i valori di produzione siamo dunque in un'area riconoscibile come morettiana, ma il discorso purtroppo termina qui. La sceneggiatura di «Io te lo leggo negli occhi» tesse una tela di situazioni per poi eludere tutti gb appuntamenti con gb snodi drammaturgici che le giustificherebbero. Va bene il sottotono e l'implosione, ma sono le motivazioni, le emozioni stesse a latitare in questo film di madri che paradossalmente manca di scene madri.

Luoghi citati: Emesto Mahieux, Roma, Venezia