Il giro di cocaina partiva da Ovada

Il giro di cocaina partiva da Ovada A CAPO DELL'ORGANIZZAZIONE UN IMPRESARIO CHE DOPO UN MESE DI CARCERE DA IERI E' Al DOMICILIARI Il giro di cocaina partiva da Ovada Sott'accusa in 11, tra Novese e le valli Lemme, Orba, Stura Emma Camagna OVADA In undici hanno gestito per qualche mese un traffico di cocaina (quantitativi mai indenti) scoperto dai carabinieri di Ovada ed Acqui dopo una complessa inchiesta iniziatasi nel!' ottobre 2003 (quando si sono accorti che molti giovani facevano uso di droga) suffragata da intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti. " Tutti hanno sostanzialmente ammesso le responsabilità. Alcuni sono finiti in carcere, altri ai domiciliari e poi in carceressendo evasi dalle rispettivabitazioni, comunque ora sontutti liberi ad eccezione di unIl pm di Alessandria, StefanPuppo, ha concluso le indagini e chiederà rincriminazione degli undici e di altri due, accusati solo di favoreggiamento (sono il genovese Marco Dotto e Gian Luca Scardullo di Acqui). Di detenzione e spaccio di droga sono invece imputati: Angelo Macciò, Pietro Luigi Ferrari, Gian Leonardo Torrielli, Maurizio Senelli, Giorgio Breggion fra i 32 e i 57 anni, abitanti a Ovada. Poi Paola Ada Rolando, 39 anni, che vive a Rocca Grimalda; Pietro fiotterò, di 41, abitante a Campo Ligure, il genovese Ugo Pesci, di 43, Giovanni Vigo, di 45, Masone, e gli albanesi Rolando Kola e Enver Dervishi, 30 e 28 anni, di Gavi. Sono difesi da Piero e Rosella Monti, Giuseppe Romano, Paola Sultana, Claudio Simonelli, Roberto Cavallone, Roberto Cerniti e Paola Debernardi; alcuni di loro hanno fatto ricorso in Cassazione (si attende l'esito) contro i provvedimenti di custodia cautelare. Accapo dell'organizzazione secondo l'accusa - Angelo Macciò, titolare di un'impresa edi¬ le: da ieri, dopo un mese di carcere, è agli arresti domiciliari; da quanto risulta non ha mai fatto uso di droga, al contrario degli altri inquisiti. Sarebbe stato lui ad acquistare la cocaina da Kola (circostanza che l'uomo non ha ammesso, sembra, per paura delle eventuali reazioni dell'albanese) spacciandola a Ferrari e Rolando che a loro volta rifornivano gli altri. Un giorno Feirari, accortosi di essere pedinato dai carabinieri, ingerì la droga che aveva in tasca e fu colto da un grave malore: ricoverato d'urgenza fu salvato in extremis e appena ripresosi cominciò a parlare riferendo su quel traffico circostanze in parte già note agli inquirenti che stavano completando l'inchiesta. La banda agiva a Novi, fiasa- luzzo. Capriata d'Orba, Molare, Campo Ligure, Carpeneto, Predosa, oltre che a Ovada. La droga commerciata andava dai due ai 45 grammi per volta, in alcune occasioni si trattava di quantitativi imprecisati, le posizioni processuali degli inquisiti variano; sono stati identificati anche i tossicomani che si rivolgevano a loro per rifornirsi della dose giornaliera.