Blues per New Orleans, la cattiva di Simonetta Robiony

Blues per New Orleans, la cattiva «A LOVE SONG POR BOBBY LONG» CON SCARLETT JOHANSSON. LEI: SI PUÒ' SOPRAVVIVERE A HOLLYWOOD Blues per New Orleans, la cattiva Travolta: ho indossato il suo caldo come un vestito intervista Simonetta Robiony inviata a VENEZIA NO. John Travolta non è più Tony Manero, il ragazzo del sabato sera eccitato e scattante. Gli anni, e sono tanti, gli hanno regalato alcuni chili, un collo taurino, movimenti più lenti. Ma lo sguardo resta quello di un bambino sperduto, la voce sottile quella dì un adolescente e la grazia pacata con cui si racconta aiutandosi con i gesti delle mani lo fanno somigliare a un angelo dei fumetti caduto giù da ima nuvola disegnata con la matita. Al Lido è arrivato pilotando il suo aereo: era appena stato in vacanza a Venezia con la famiglia quando ha saputo che doveva tornarci con un film. Gli è parso di buon auspicio: mancava alla Mostra da «Blow out» di De Palma. Accanto a lui appare ancora più giovane e intatta Scarlett Johansson, interprete di «Lost in traslation» e «La ragazza con l'orecchino di perla», appena uscita dall'ultimo film di Woody Alien, partner di Travolta in «A love song for Bobby Long» della debuttante Shainee Gabel, ospite d«?iJa sezione «Orizzonti». Lei a Venezia è nella giuria del concorso perchè Hollywood, che frequenta da quando era bambina le sta costruendo una fulgida carriera. «Ma se h^i una famiglia alle spalle, buoni amici, lavori con bravi registi, non fai troppe foto né vai a troppi party, ma soprattutto non ti prendi sul serio, riesci a resistere anche alla pressione di Hollywood», dice. Lui a Venezia potrebbe incontrare Tarantino, il regista che lo rilanciò con «Pulp fiction», capo della sezione B movies italiani. Travolta però dubita di poter lavorare ancora con lui: «Allora ero io che facevo film spettacolari e lui film artistici, oggi io faccio i film d'arte e lui quelli spettacolari. Chissà». In questo film lei appare invecchiato, con i capelli bianchi e la pancia: l'è costato molto? «Ammetto l'età che ho. No, mi ha fatto piacere. Il vantaggio per noi attori è che possiamo sperimentare per finta ciò che ci capiterà prima o poi per davvero. Ci prepariamo. E poi si può anche invecchiare bene come è successo a Cary Grant b Katherine Hepbum. Ho visto Mario MoniceUi, al Lido: è un fenomeno». Lavorare con un esordiente è un rischio? «Certamente. Ma se il copione è bello è un rischio che si corre. Non ci sono più copioni ricchi e letterari come c'erano negli Anni Cinquanta. Vanno afferrati quando capitano. Sono un professore che ha abbandonato il suo mestiere, uno che è scivolato fuori dalla vita, ma resta un uomo colto, che ama leggere e adora la poesia. Mi basterebbe che qualcuno prendesse in mano uno dei libri che cito nel film per farmi fehce». E' vero che ai protagonisti del film va aggiunta la città di New Orleans? «E' una città speciale, New Orleans, vibrante, cattiva, insolita, con una cultura che ha affascinato molti scrittori, da FauUmer a Tennessee Williams. Ho indossato il suo caldo umido come fosse un vestito e sono entrato dentro il mio ruolo. Poche parole e molti sguardi: il meglio che possa succedere a un attore». Come mai oggi preferisce i piccoli film aarte a quelli delle major? «Gli indipendenti hanno un budget più basso perciò puntano di più sulla descrizione della condizione umana. Inoltre, se dovesse andar male, sai che non hai sciupato miliardi. Ti senti meno preoccupato. Se va va. Se non va, non fa niente». Eppure lei lavora molto. «A volte. In questo momento ho finito due cose: "Ladder 49" sui pompieri e l'I 1 settembre e "Get shorty" che è una commedia. Mi piacerebbe assai esser chiamato da Tomatore di cui ho visto molto. Sono ancora legato alle mìe radici italiane, io, anche se l'Italia da ragazzo l'ho conosciuta solo attraverso i film. Avevo cinque anni quando "La strada" di Fellini mi ha fatto capire che si può morire per amore. Allora credevo che tutta l'Italia fosse così, un paese candido». In questo film più volte si mette a ballare: è una sua scelta? «No. Era nel copione. Ma ballare mi piace ancora, anche se un musical non posso più farlo». «Amo l'Italia, vorrei lavorare con Tornatore A 5 anni "La strada" di Fellini mi ha fatto capire che si può morire JDer amore» PROGRAMMA DI VENERDÌ' ^ SETTEMBRE |IN CONCORSO: ROiSETREINE{ReeRegina) diAmaud Desplechin, franda. lUDALIONNYJDOStUP (Atìtesso remoto) di Svetiana Projkurina, Russia ^ FUORI CONCORSO: ICOLIATERAL di Michael Mann, Usa I MEZZANOTTE: I PERDER ES QUESTION DE METODO di Sergio Cabrerà, Colombia t ORIZZONTI: IHEIMAT 3 é Edgar Refe Germania. ITE L0LÉ6G0NEGU OCCHI diValia Santella, Italia. rn'qnfd John Travolta bravissimo protagonista del film della Gabel