«Le imprese devono saper cambiare» di Cesare Martinetti

«Le imprese devono saper cambiare» APPELLO AGLI INDUSTRIALI FRANCESI: COMBATTIAMO LA CULTURA DEL DECLINO «Le imprese devono saper cambiare» Montezemolo: no al pessimismo, abbiamo già superato altre crisi Cesare Martinetti corrispondente da PARIGI Un'applaudita dedica a Giovanni Agnelli che «molto amava questo paese». Una citazione di Enzo Ferrari, il grande vecchio che voleva sempre guardare avanti: «Le vittorie e le vetture che ci sono più care sono quelle che verranno...» E detto dall'attuale presidente della Ferrari che ha appena vinto il sesto titolo mondiale consecutivo, significa che tuttora lo spirito della casa è lo stesso, la sfida continua perché se è «legittima la soddisfazione per i risultati ottenuti, non si deve mai cedere all'autosoddisfazione». E cosi Luca Corderò di Montezemolo, presidente della Fiat e di Confmdustria, s'è presentato ieri alla platea di migliaia di imprenditori francesi raccolti dal Medef (la loro associazione) nell'«umversité de l'été» di Jouy-en-Josas, il campus universitario della scuo- la di commercio, nella campagna parigina. Una tradizione - questa delle «università d'estate» - delle associazioni e dei partiti francesi per raccogliere le idee e formulare i programmi in vista della ripresa. Un appuntamento piuttosto polemico, in Francia, perché il presidente del Medef, Emest-Antoine Seillière ne ha approfittato per sferrare un duro attacco al governo e al primo ministro: «Da quando Monsieur Raffarin è là, l'impresanonha avuto nulla...» Montezemolo era però qui per tessere quei rapporti intemazionali che sono una parte importante del programma della sua presidenza di Confmdustria. E' stato accolto con applausi, sonisi e naturalmente ammirazione per la vettura da cui è sceso all'ingresso della grande hall vetrata («Oh, quelle bejle Maserati», ha esclamato un gruppetto di signore) in un clima estivo e disteso. Per adeguarsi, il presidente di Confmdustria s'è tolto la cravatta ed ha cominciato a parlare con l'intenzione di affermare una specie di «politica estera» degli imprenditori perché le «relazioni intemazionali non possono e non devono essere un'esclusiva della politica». Innanzitutto, ha detto Montezemolo, il cuore della spirito di impresa è nella parola «cambiamento» e nella pratica di «padroneggiare il cambiamento». Per questo gli imprenditori devono «intepretare lucidamente l'ambiente» ed evitare di «lasciarsi andare a previsioni pessimistiche. Non dimentichiamo che abbiamo affrontato con successo altri periodi di crisi. Negli anni Settanta, quando ho cominciato la mia carriera in Italia, i conflitti erano terribili, l'inflazione devastante, il costo del denaro proibitivo. D'altro lato la concorrenza era meno dura, il fisco meno severo, lo stato delle finanze pubbliche era migliore. Eppure i capi delle imprese erano considerati indivi- ' dualisti, autoritari ed egoisti». E adesso? Le cose sono cambiate, i «valori dell'impresa cominciano a diffondersi in profondità, 1 giovani cercano meno di prima un posto di lavoro salariato e sicuro, molti di loro vogliono mettersi in proprio» Tuttavia al¬ tri obblighi e altri impacci, alcuni da qualificare come «patologici», rallentano la vita delle imprese, «oneri impropri» dovuti al deterioramento delle finanze pubbliche e al peso crescente delle imposte: «C'è il rischio di paralizzare e soffocare le imprese» mentre le sfide della concorrenza sono cresciute : «Nuovi paesi arrivano sul mercato con determinazione e dinamismo: un fenomeno positivo che ci impone un cambio di ritmo e la liberazione di tutte le energie. Non possiamo nemmeno immaginarci di chiudere i mercati, ma dobbiamo chiedere e ottenere che questa nuova concorrenza si svolga in modo leale». Alla politica e all'Unione Euro- Eea tocca dunque creare un «amiente concorrenziale intelligente», imprenditori e partner sociali hanno interessi convergenti nel favorire l'assestamento delle finanze pubbliche. Tutti insieme bisogna combattere la «cultura del declino» che oggi minaccia l'Europa e i tre pilastri «su cui noi capi di impresa potremo costruire il successo del nostro lavoro sono: innovazione, formazione e cultura». La valorizzazione continua delle «risorse umane» la «tensione incessante verso quel cambiamento, talvolta doloroso talvolta entusiasmante, che costituisce lo spirito di impresa». Intervento parigino all'Université dell'été organizzato da Medef «Bisogna valorizzare le risorse umane per l'innovazione» Il presidente della Fiat e della Conf industria, Luca Montezemolo

Persone citate: Enzo Ferrari, Giovanni Agnelli, Luca Montezemolo, Monsieur Raffarin, Montezemolo

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Parigi