«Ma che ricatto, era un'azione di rilancio»

«Ma che ricatto, era un'azione di rilancio» L'EX ASSESSORE DI BORGARO ARRESTATO PER TENTATA ESTORSIONE AL CONSORZIO DELLA FORMAZIONE E TORNATO IN LIBERTA «Ma che ricatto, era un'azione di rilancio» Marietta: allo Csea avrei portato la mia competenza intervista Lodovico Potette LIBERO, dopo 17 giorni di carcere e qualche settimana agh arresti domiciliari. Giorgio Marietta, l'ex assessore di Borgaro, imprenditore con interessi in molte aziende, in Itaha e all'estero, per anni ai vertici dell'associazionismo imprenditoriale, da qualche settimana è tornato ad essere un uomo che può muoversi liberamente «Anche se devo ancora andare a firmare dai carabinieri ima volta la settimana...». Lo aveva arrestato, a giugno, la Guardia di Finanza. E con lui era finito in carcere anche l'avvocato Federico Maionchi: entrambi erano accusati di ima presunta tentata estorsione ai danni dello Csea, il consorzio per la formazione professionale al quale partecipa anche la città di Torino. Al centro del «ricatto» un posto nel consiglio di amministrazione in Csea. In caso contrario un dossier, contenente presunte irregolarità del Consorzio, sarebbe stato reso pubblico, attraverso ima manovra pohtica. Oggi, Marietta, è tornato al lavoro. Pantaloni scùri/ciàmicia bianca, modi gentili, dice: «In tutta quésta vicènda c'è un grosso errore dì fondo: io non ho mai ricattato nessuno. Niente di niente. Quello che io e il senatore Giuseppe Vallone volevamo fare era dar vita ad un'azione moralizzatrice dello Csea stesso...». Azione moralizzatrice attraverso un ricatto? «Ma quale ricatto. Era soltanto ima trattativa pohtica. E questo io l'ho spiegato in tutte le sedi. In pratica chiedevamo di entrare nel Consiglio per rilanciare l'attività, per organizzare il tutto più razionalmente. Lavorando in modo mirato sulla formazione professionale». Ma, scusi, con quali competenze? «Le mie, ad esempio. Io mi sono occupato molto di questi temi in passato. Ho partecipato alla stesura di un testo sulla formazione, quando ero presidente dell'Ente nazionale per la formazione professionale. Per fare queste cose bisogna capire, prima di tutto, quah sono le esigenze e le richieste del territorio e poi si lavora su quello. Ecco, io volevo portare questo modo di intendere la formazione nel Consorzio. E questo era il senso dell'operazione che ha finito per mettermi nei guai». Ma lei, nei contatti avuti con quelli dello Csea, parlava di un dossier contenente storie scottatati sul Consorzio. Di operazioni dubbie svolte in Basilicata e all'estero. Esisteva davvero? «Certo che esisteva. Io non l'ho mai visto ma, il senatore Vallone, me ne ha lette alcune parti. E tanto mi bastava...». Ma lei che ruolo aveva in questa storia e cosa ci avrebbe guadagnato? «Io ero soltanto un emissario. Tutto li. E avrei dovuto entrare nel Consigho di amministrazione, avvalendomi della consulenza che l'avvocato Maionchi mi avrebbe dato. Cosa ci avrei guadagnato? Niente. Un compenso commisurato al lavoro che avrei fatto tutto lì. Nessuno si sarebbe arricchito...». Insomma, sarebbe stato soltanto per filantropia? «Guardi, io sono un imprenditore da sempre impegnato nel sociale. Nella mia azienda non ho mai licenziato nessuno. E i dipendenti che se ne sono andati spontaneamente adesso lavorano per me, come artigiani. Io ho fatto tante cose gratis, in India e anche in Tanzania...». Dove adesso ha un'azienda, non è vero? «Certo, e non è un segreto. Quella è arrivata quando, con altri imprenditori, eravamo andati ad esplorare quel mercato. cercando nuove opportunità. Che sono venute». E adesso che capiterà? Che io ci ho rimesso la faccia in tutta questa storia. L'Api mi ha sospeso. Adesso sto per lasciare altre due presidenze. Faccio parte di associazioni nelle quali non ho neppure più il coraggio di presentarmi. E poi c'è il danno economico». In che senso, scusi? «Ero socio al 1007o della Ab Automotive di Bruino e ho ceduto le quote, quasi per nuha...». E con gli altri personaggi coinvolti a vario titolo in questa storia, il senatore Vallone, ad esempio, in che rapporti è rimasto? «Era, ed è un amico, il senatore Vallone: sono stato assessore mentre lui era sindaco, ci conosciamo da anni. E così pine l'avvocato Maionchi. Altri invece, che delusione. Pensavo di parlare con gente che era amica, di portare avanti un'azione pohtica, invece hanno montato una storia pazzesca». JjLiiaL Era soltanto una "" trattativa politica per organizzare il tutto più razionalmente Il mio posto nel consiglio d'amministrazione mi avrebbe portato solo un normale compenso Invece ho perso soldi e la faccia 99 mm Giorgio Manetta, ex assessore a Borsaro

Persone citate: Federico Maionchi, Giorgio Manetta, Giorgio Marietta, Giuseppe Vallone, Lodovico Potette Libero, Maionchi

Luoghi citati: Basilicata, Borgaro, Bruino, India, Tanzania, Torino