Con gli studenti al catechismo del «dottor sottile» Karl Rove

Con gli studenti al catechismo del «dottor sottile» Karl Rove — ^ — .w... L'UOMO CHE E' STATO DEFINITO «IL CERVELLO DI BUSH» SPIEGA AGLI UNIVERSITARI COME CONVINCERE I LORO COETANEI Con gli studenti al catechismo del «dottor sottile» Karl Rove «Avete un compito decisivo: le presidenziali del 2000 furono vinte per poche migliaia di voti. Mai come ora conta l'impegno» personaggio Paolo Mastrolilli NEW YORK DA fuori il Wmdfall Bar and Grill, sulla 39esima strada a pochi passi dal Madison Square Garden, sembra un pub come un altro che si prepara alThappy hour, l'ora dei drink dopo una giornata di lavoro. I clienti portano tutti la giacca e la cravatta, e sembrano appena usciti da una banca o uno studio legale di midtown. Le loro facce però sono giovani, troppo giovani per un ritrovo tra vecchi avvocati davanti ad una birra, e in fondo alla sala c'è un podio con una strana scritta. Dice: «College Republican National Committee». Non è un happy hour qualunque, ma la riunione degh studenti universitari del Grand Old Party, e l'ospite d'onore vale un viaggio dal Tennessee, come quello che ha fatto là matricola di Harvard Brad Smith. L'ospite si chiama Karl Rove, ed è il principale consighere politico del presidente Bush. L'eminenza grigia della Casa Bianca, secondo amici e nemici, come recita il titolo di un documentario finito nelle sale in questi giorni che si chiama «Bush's brain», il cervello di Bush. Rove si presenta senza fanfara, com'è nel suo stile «no nonsense», niente spazio alle sciocchezze. E va dritto al punto: «Voi avete un compito : fondamentale in questa elezione. Le presidenziali del 2000 furono decise da poche miglia¬ ia di voti, e posso raccontarvi decine di episodi in cui l'impegno di alcune persone per creare un minimo divario ha fatto la differenza. Se abbiamo imparato quella lezione, dobbiamo impegnarci al massimo per registrare il maggior numero di elettori, portarli alle urne, e farli votare per noi». Il consighere di Bush ci tiene a spiegare che si tratta di una questione fondamentale e urgente: «Ormai mancano quasi trenta giorni alla scadenza delle registrazioni per le elezioni. Quando tornerete a casa dalla Convention, avrete appena quattro settimane per fare la differenza. Usate tutto il tempo a disposizione e lavorate al massimo per convincere i vostri amici, perché alle scorse presidenziali l'affluenza dei repubblicani giovani è stata troppo bassa. Concentratevi anche sulle minoranze etniche»). I manager del Windfaill Bar hanno gentilmente offerto fette di pizza, mini wurstel in pasta sfogha, polpettine di carne, qualche snack messicano e qualche antipasto asiatico, ma i ragazzi hanno posato le birre e per ora non toccano nulla. Come facciamo - vogliono sapere - a convincere i nostri amici? Sui modi e i luoghi, Rove si appella alla loro fantasia. Sui temi, però, ha qualche consiglio da dare. Sono i «talking points», come li chiamano i politologi americani, ossia le frasi fatte da usare in ogni situazione. «Quando il presidente - racconta il consighere fu informato dell'attacco contro le Torri Gemelle, in quella classe della Florida, si alzò subito con la convinzione che fossimo in guerra. Da allora in poi, la determinazione a difendere l'America non lo ha più abbandonato, e questa è una sua qualità fondamentale. Sul! Iraq, dovete spiegare che si tratta di un capitolo decisivo di questa lotta. Abbiamo dichiarato che per sconfiggere i terroristi bisogna affrontare anche gh stati che li aiutano e li proteggono. L'intervento in Iraq rientra esattamente in questa logica. Ma la guerra al terrorismo, così come la stabilizzazione di Baghdad, non sono problemi che si risolvono in pochi mesi. Perciò è necessario sottolineare la saldezza del presidente, affinché tutto il paese conservi la sua determinazione». Poi c'è l'economia, che sta a cuore agli studenti di Harvard come agh operai del Michigan, dove negli ultimi quattro anni sono stati persi migliaia di posti di lavoro. «I tagli alle tasse voluti dal presidente Bush - spiega Rove - ci hanno tirati fuori dalla recessione. Ora, se guardiamo le percentuali del prodotto interno lordo, c'è una crescita superiore a quella di tutti gh altri paesi occidentali, e un incremento costante dell'occupazione con buoni impieghi. Possiamo fare di megho e lo faremo. Ma la pohtica fiscale del candidato democratico Kerry, con la cancellazione dei nostri tagli alle tasse, bloccherebbe la ripresa e spingerebbe di nuovo l'America nella recessione». I ragazzi sembrano rincuorati, ma prima voghono un'ultima spinta. La questione è il carattere. «Molti di noi - spiega uno studente - sono stati ispirati da Reagan: quali sono i punti di contatto fra lui e Bush?». Rove non aspettava altro: «La determinazione e la fermezza nelle proprie convinzioni. Sul piano politico, questi due presidenti hanno in comune un elemento fondamentale: non farsi guidare dai sondaggi di opinione, ma guidare il paese in base alle idee e ai principi in cui credono». Scoppia l'applauso e Brad riprende in mano la birra: tra due giorni si toma in trincea ad Harvard. «Quando il Presidente seppe dell'attacco alle Torri Gemelle si alzò con la convinzione che fossimo in guerra» «Dovete spiegare che l'Iraq è un capitolo di questa lotta. Bisogna sconfiggere gli Stati che aiutano i terroristi» Lo stratega di Bush, Karl Rove, ispeziona la platea del Madison Square Garden