Il negozio «straniero» rilancia il commercio

Il negozio «straniero» rilancia il commercio DOVE CRESCONO LE ATTIVITÀ GESTITE DA IMMIGRATI LA CRISI SCENDE Il negozio «straniero» rilancia il commercio Dei 62 mila extracomunitari che risiedono in città, ben 7643, in testa marocchini e romeni, hanno aperto un'attività in proprio e rappresentano ormai il 7,107o delle 108 mila imprese registrate inchiesta Maria Teresa Maitinengo CON 150 nazionalità e oltre 62 mila immigrati residenti, Torino è sempre più multietnica e, come rivela imo studio della Camera di Commercio, multietnica sta diventando la sua imprenditorìa. Sono 11.748 gli imprenditori stranieri che operano a Torino e provincia, 7.643 nella sola' città (il 7,l% delle 108.000 imprese registrate), 6.235 dei quali nati fuori dall'Unione Europea H-100Zo rispetto al 2002). L'identikit? Uomini (7496), con un'età media di 43 anni. Tra le persone arrivate da lontano che hanno scelto Torino per avviare un'attività autonoma ci sono soprattutto marocchini (1301, il 20,90Zo del totale), romeni (672, il 10,80Za), cinesi (505, l'S,!0^, senegalesi (451,.7,2%), tunisini (350,;5,^), nigeriani (337,5,40Zo) ed egiBani (258, M0/*.). Seguono svizzeri (226, 3,6IK), argentini (185, 30^ e albanesi (183,2,90Zo). I settori preferiti sono il commercio al dettaglio (31,70Zo) e le costruzioni ( 19,60z6). Ma i cittadini extra-Ue gestiscono anche servizi alle imprese, alberghi e ristoranti, agenzie immobiliari, trasporti. Ógni nazione ha ima specializzazione: commercianti sono i marocchini (il SQ^ della loro «comunità imprenditoriale»), i senegalesi (91,40z6) e i nigeriani (380Zo); si occupano di costruzioni romeni (67,40z6), tunisini e egiziani, mentre i cinesi - ma non tanto quanto si potrebbe immaginare - scelgono la ristorazione (188, il 37,2,}6). Ma se è il commercio a farla da padrone (i «doener kebab» sono diffusi quasi quanto i ristoranti cinesi e i minimarket afroasiatici fanno onnai parte dello shopping abituale per una quantità di torinesi nativi), è Porta Palazzo a detenere il record di attività commerciali intestate a stranieri: il 21,30Zo nel commercio fìsso (escludendo i mercati coperti, sono 127 su 740, nel 200Ì erano 75). e il 200Zo nel commercio ambulante (206 su 1031, nel 2001 erano 81). E'una ricerca del Cicsene per «The Gate» ad analizzare dettagliatamente la situazione: «L'aumento notevole del numero di que¬ ste attività può indicare un adeguamento alle normative da parte di questi gruppi di imprenditori e l'emersione dal sommerso in molti settori di attività». A Porta Palazzo, grazie agli stranieri, il numero di attività cessate risulta percentualmente inferiore rispetto ai dati cittadini. Qui, come a San Salvarlo, ma sempre più spesso anche in San Donato, in Barriera di Milano, intorno a piazza Bengasi e a macchia di leopardo in varie zone della città, appare sempre più evidente ciò che in altre città italiane e straniere è un dato di fatto: gh immigrati rilanciano il commercio al dettaglio. Le nuove attività di Porta Palazzo, dunque, sono sostanzialmente etniche e a prevalenza maschile. «Gh stranieri spiegano i ricercatori - mostrano la tendenza a iniziare nuove attività anziché a continuare quelle lasciate dagli italiani: ne rilevano solo l'ubicazione». Le attività etniche settore per settore? Ecco la mappa: 24 alimentari, 23 locali-ristoranti, 52 altre (abbigliamento, profumerie...), 28 phone center. «In generale si può dire che le attività gestite da stranieri sono rivolte a una chentela della medesima area di provenienza, ma sempre più spesso sono anche frequentate da italiani. Per curiosità o tipicità dei prodotti». La maggiore concentrazione di attività etniche è nella zona Nord di piazza della Repubblica (89 negozi, erano 45 nel 2001) e in particolare lungo corso Giulio Cesare con una significativa concentrazione di macellerie islamiche, mini¬ market e locali da asporto. In corso Regina Margherita si trovano invece negozi di abbigliamento e altri prodotti tipici, in genere gestiti da asiatici. Le nazionalità più presenti sono la marocchina (57 negozi) e la cinese (31). Il panorama delle 206 licenze del commercio ambulante non si discosta molto: delle 121 licenze nelle mani di africani, 85 sono di marocchini, mentre sulle 63 intestate ad asiatici, 61 sono di cinesi. Michela Hu al suo banco di specialità ortofrutticole orientali

Persone citate: Dove, Maria Teresa, Michela Hu

Luoghi citati: Milano, Torino