Apple scommette su iMac «Più piccolo e più potente» di Luca De Biase

Apple scommette su iMac «Più piccolo e più potente» STEVE JOBS, CONVALESCENTE, LANCIA LA NUOVA CREATURA E PUNTA SULLA MUSICA Apple scommette su iMac «Più piccolo e più potente» Luca De Biase PARIGI Steve Jobs non ha presentato il nuovo frutto del design della sua Apple. «La convalescenza di Steve dopo l'operazione per il tumore al pancreas procede molto bene. Tornerà con noi in settembre, come previsto. Non vediamo l'ora». Parola di Philip Shiller, vicepresidente, che ha mostrato alla platea parigina dell'Apple Expo il nuovo iMac, ancora più essenziale e potente. Il suo design deriva direttamente da quello del piccolo iPod, il lettore di musica digitale che sta rigenerando le prospettive di business della casa di Cupertino. In effetti, nell'ultimo trimestre, terminato il 26 giugno scorso, la Apple ha registrato un aumento del 30 per cento del fatturato, a circa 2 miliardi di dollari, e un utile triplicato a 61 milioni di dollari. Il miglior risultato della Apple da otto anni a questa parte è stato sostenuto dalle vendite di iPod, che ha quasi raddoppiato le vendite rispetto allo stesso periodo dell'armo precedente, e conquistato il 58 per cento del mercato mondiale dei lettori di musica digitale, accelerate dal successo del servizio di vendita di musica legale via Internet chiamato iTunes già presente in Stati Uniti, Germania, Fi-ancia e Regno Unito, e destinato ad arrivare anche in Italia entro ottobre: i 100 milioni di canzoni vendute con iTunes equivalgono, secondo la Nielsen, al 70 per cento della musica scaricata legalmente dalla Rete. La strategia della Apple continua a sfidare le leggi della gravità nell'universo dell'informatica. Al contrario dell'arcirivale Microsoft, Apple non è interessata a definire uno standard privato e a sfruttare il potere di mercato che ne deriva, ma semplicemente a fare delle buone macchine che la gente utilizza con piacere. Jobs Jo dice da sempre. E lo ha ribadito anche a Rob Glaser, il leader della RealNetwork che gli proponeva un accordo per il quale la piattaforma iPod-iTunes poteva diventare il vero e proprio standard tecnologico della musica digitale sulla Rete. Non pochi si sono stupiti del rifiuto immediato e senza appello opposto da Jobs a quell'idea. Ma questa volta Jobs potrebbe avere davvero ragione: nel mondo della Rete e dei contenuti digitali, sono decisivi gli standard pubblici, come il protocollo Internet o il sistema di compressione mp3. Nella musica quello che conta è poter distribuire il maggior numero di brani. E nessuna major dell'entertainement apprezzerebbe una situazione nella quale si dovesse confrontare con un privato in grado di controllare completamente la tecnologia della trasmissione e della vendita della musica. Quindi, se un oggetto come l'iPod è in grado di usare gli standard pubblici e di accedere a quasi tutte le canzoni, non teme la concorrenza di altri strumenti dotati di un software che si propone come piattaforma standard privata, come quello che sta per uscire da Microsoft, apparentemente inten¬ zionata a cercare di ripercorrere anche nella musica lo schema che Iha resa dominatrice dei personal computer. E lo stesso vale per i film, i videogiochi e molto altro ancora. È un fenomeno che hanno compreso in molti, tanto è vero che attorno all'iPod è nato un vero e proprio ecosistema: con produttori di casse come Bose che aggiungono all'iPod la capacità di funzionare non solo come moderno walkman ma anche come un vero e proprio stereo, con case automobilistiche come Bmw che usano iPod come apparecchio per la musica in macchina, con aziende informatiche come Hp che producono a loro volta gli iPod e distribuiscono il software iTunes, con costruttori di telefonini come Motorola che introducono cellulari che funzionano anche come lettori di mp3 usando la tecnologia iPod. Intanto, i computer della Apple crescono. L'indiscutibile potenza del microprocessore G5 è proposta anche nei nuovi iMac. E farà girare a tutta velocità il nuovo sistema operativo, Tiger, atteso per il prossimo anno, con nuovissime funzionalità dalla ricerca dei documenti nel computer alle videochiamate via Internet. Insomma, la Apple ne può fare di strada. Certo, il futuro della Apple dipende dalla visione di Steve Jobs, il suo fondatore e risanatore. Nella storia dell'azienda di Cupertino, gli anni buoni sono stati solo quelli in cui c'era lui al comando. E tutti aspettano con partecipazione il suo ritomo in sella. Fatturato salito del 30o7o per la casa di Cupertino Dopo il successo dell'IPod ora l'obiettivo è ampliare la possibilità di accedere alle canzoni su Internet Telefonini e alta fedeltà convergono sullo standard Già 100 milioni i brani venduti con iTunes L'ultima creazione della Apple Solo schermo e tastiera

Persone citate: Cupertino, Jobs, Jobs Jo, Philip Shiller, Rob Glaser, Steve Jobs

Luoghi citati: Fi-ancia, Germania, Italia, Parigi, Regno Unito, Stati Uniti