Riforme, Calderoli «apre» su metropoli e energia

Riforme, Calderoli «apre» su metropoli e energia ANCORA INCONTRI DEL MINISTRO LEGHISTA: IERI HA VISTO IL SINDACO Dl ROMA, VELTRONI E OGGI INCONTRA A POTENZA I PRESIDENTI DELLE REGIONI MERIDIONALI Riforme, Calderoli «apre» su metropoli e energia sei «governatori» del Sud gli presentano uniti il «no alla devolution» Gigi Padovani Sì sta concludendo il «tour del federalismo» cui si è sottoposto il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, in vista del rush finale per l'approvazione della legge di riforma della Costituzione. Da domani, e fino al dieci settembre, il gruppo di «saggi)) della Casa delle libertà quelli di Lorenzago (Nania, D'Onofrio e Pastore) più Donato Bruno e altri esperti - si riunirà nel «tavolo tecnico» annunciato da Calderoli per chiudere la partita-riforme prima del dibattito in Parlamento. Tra le altre «grane», c'è anche quella del Nuovo Psi, che non ha ancora deciso se partecipare o no e lo farà oggi. In previsione delle difficoltà, in questi giorni il ministro ha macinato incontri su incontri, nel tentativo di allargare al massimo il consenso attorno al progetto governativo. Gli resta da vedere solo Francesco Storace, r«osso duro» di An che guida la Regione Lazio. Dopo essere stato lunedì a Milano dal sindaco Gabriele Albertini, ieri è andato in Campidoglio da Walter Veltroni - già questo è uno «strapo», considerando il consueto armamentario leghista su «Roma ladrona» -, mentre oggi (altra novità per il Carroccio) sarà addirittura a Potenza. Ospite del governatore diessino della Basilicata, Calderoli con il fido sottosegretario Brancher incontrerà i sei presidenti di Regione del Sud: vale a dire Bubbico (Basilicata), Fitto (Puglia), Chiaravalloti (Calabria), Pace (Abruzzo), Iorio (Molise) e Sassolino (Campania). Quattro sono di centrodestra. due (il padrone di casa e l'ex sindaco di Napoli) ulivisti, ma come tradizione della Conferenza, hanno lavorato per presentare una piattaforma comune al ministro. Spiega Filippo Bubbico, presidente della Basilicata: «Il federalismo non è e non potrà mai essere una clava da brandire per premiare una parte a danno dell'altra». Perciò chiede un «approdo condiviso». Sono cinque i punti ai quali fino a tarda sera hanno lavorato gli uffici dei sei presidenti, che stamattina diventerà un documento comime, la «piattaforma del Mezzogiorno» cui hanno aderito uomini del Polo e dell'Ulivo: 1) volontà di far accrescere la competitività del Sud; 2) attuazione del federalismo fiscale e dialogo istituzionale; 3) salvaguardia dell'interesse nazionale; 4) no'alla devolution, dato che già l'articolo 116 della Costituzione consente il «federalismo differenziato»; 5) contestualità «organica e non affievolita» nelle elezione e decadenza dei senatori con i Consigli regionah. Si vedrà quali risposte darà il leghista Calderoli ai «governatori del Sud». Finora di certo il ministrò è riuscito a catalizzare l'attenzione di tutti i suoi interlocutori, cercando di non scontentarne nessuno. Dopo aver detto di sì alle richieste di Albertini, ieri il film si è ripetuto. Al termine dell'incontro il sindaco Veltroni - forse per cortesia istituzionale, ricambiando l'attenzione del ministro -, ha parlato di «base positiva per proseguire nel lavoro», anche se ha ribadito che «i giudizi critici restano quelli espressi nei mesi scorsi. E ha chiesto che si arrivi ad una «più chiara definizione dei moli tra funzione legislativa e quelle amministrativa dei Comuni e, in questo contesto, delle aree metropolitane e di Roma Capitale». Calderoli ha promesso un maggiore ruolo delle più grandi città italiane (che reclamano pari poteri con le Regioni), anche se non ha rinunciato ad una «zampata leghista». «E' chiaro che, se dovessi sceghere la capitale, la metterei a Milano», ha detto il ministro delle Riforme ai giornalisti, per poi comunque'ricordare che Roihà è citata in Costituzione e che quindi non sì discute. Stoccata anche verso l'Anci - che ha proposto qualche mese fa di dare i poteri delle Provin- ce e delle Regioni a. 14 città metropolìtane -, in quanto Calderoli ha aggiunto in modo spiccio: «Non sono dieci, ma sì possono contare sulle dite di una mano, e per queste sicuramente si dovranno stabilire forme particolari di autonomia». Naturalmente il tema delle riforme rimane il più atteso tra le forze pohtiche, per la ripresa autunnale, e ieri è continuato il rimbalzo di dichiarazioni tra Roma e Tèlese, dove sì svolgeva la festa dell'Udeur. Così al leader Udc, Marco Follìni - che rilancia la proposta di una iniezione proporzionale nella riforma - Calderoli ha risposto con un «sb condizionato al mantenimento del bipolarismo. E mentre Francesco Rutelli per la Max-gherita annuncia una «mobilitazione» ulivista contro lo «stravolgimento della Costituzione», sembra invece trovarsi una unità «bìpartisan» sul tema dell'energìa. Un tema sul quale aveva espresso le sue perplessità anche in Quirinale. Dopo la proposta della Margherita, ieri anche il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, il forzìsta Donato Bruno, ha confermato che il nuovo testo della Cdl vorrebbe far tornare in capo allo Stato centrale la «competenza esclusiva su energia, trasporti e ordini professionali)). Veltroni con Calderoli in Campidoglio Francesco Rutelli, Clemente Mastella e Marco Follìni ieri alla festa dell' Udeur a Telese