Trucidati i dodici nepalesi rapiti «Buddhisti servi dei cristiani» di Giuseppe Zaccaria

Trucidati i dodici nepalesi rapiti «Buddhisti servi dei cristiani» ANSAR AL-SUNNA DIFFONDE IL VIDEO DEL MASSACRO Trucidati i dodici nepalesi rapiti «Buddhisti servi dei cristiani» primo è stato decapitato, gli altri sono stati uccisi con raffiche alla schiena. Le vittime erano cuochi e sguatteri emigrati per disperazione Giuseppe Zaccaria «Abbiamo eseguito la sentenza di Allah contro dodici nepalesi credenti in Buddha», annuncia il sito di «Ansar ai-Sunna»: seguono le immagini più vomitevoli che l'ampio repertorio deha macelleria irachena abbia mai prodotto. I terroristi si sono fatti riprendere mentre decapitano un ostaggio e ne sollevano la testa mozzata, le sequenze successive esibiscono come quarti di macelleria altri prigionieri già morti, eliminati con colpi alla schiena. Erano cuochi, sguatteri o barbieri: la loro colpa, quella di essersi spostati in Iraq per guadagnarsi levita. In una rincorsa all'orrore sempre più prossima al delirio la banda dei «sostenitori della Sunna», affiliata ad ((Ansar ai-Islam» si produce nella perversione estrema, l'assassinio di dodici diseredati catturati il 16 di agosto ed accusati adesso di essere giunti in Iraq «per combattere i musulmani e servire gh ebrei e i cristiani nella loro crociata contro l'Islam». Il Nepal non ha mai preso parte ad alcun genere di iniziativa anti-irachena, il governo di Kathmandu aveva lanciato appelli per la liberazione dei prigionieri ricordando che il Paese buddhista ospita anche una forte comunità islamica. La risposta di «Ansar ai-Sunna», letta in video da un incappucciato, è quella di una banda di allucinati. «Non provate pena per questo gruppo impuro - recita il comunicato - essi hanno viaggiato migliaia di chilometri per lavorare con le forze della crociata americana appoggiando la guerra contro l'Islam e i suoi guerrieri santi. Comunichiamo a tutti i servi degh ebrei e dei cristiani che lavoreremo per sterminarli fino all'ultimo combattente». La guerra di tutti contro tutti compie un altro passaggio annientando le ultime, fragili barriere di ragionevolezza: ormai per essere imprigionati e decapitati non c'è più bisogno di appartenere agh eserciti occupanti, anche lavare pentole può appartenere alla «crociata», e lo scopo di terrorizzare chiunque lavori nella valle del Tigri è lampante. Il gruppo di «Ansar ai-Sunna», organizzazione fondamentalista sunnita, ha basi nel Kurdistan. Iniziò a firmare agguati lo scorso anno, prima contro soldati americani poi contro le sedi dei partiti curdi, il Pkk ed il Pdk: il 1" febbraio due kamikaze si fecero esplodere nelle sedi delle due formazioni politiche provocando un centinaio di morti. Poi i seguaci della Sunna si sono dedicati a colpire i «collaborazionisti»: un paio di mesi fa rapirono un mari¬ ne americano di origine libanese che aveva disertato, Wassef Ah Hassoun, e dopo alcuni giorni lo liberarono vista l'impossibilità di decapitare un musulmano. Adesso, se questa nuova campagna di terrore avrà un seguito le esecuzioni di simili macellai possono moltiplicarsi all'infinito. Sono decine di mighaia i lavoratori stranieri giunti in Iraq nell'ultimo anno: almeno SOmila indiani, dai sette ai diecimila nepalesi, più quantità imprecisate di filippini, pakistani, somali, cingalesi. Questa massa insistinta, spesso entrata clandestinamente e priva della tutela di qualsiasi ambasciata, rappresenta l'ultimo anello nella sterminata catena dei «contractors»: la Kellog, Brown and Root, che ha il contratto per tutti i servizi, di sussistenza dell'esercito americano, si rivolge ad agenzie minori per assumere prima tecnici, poi sorveglianti armati, dunque semplici autisti e giù fino all'ultimo gradino, quello degh uomini di fatica o degh addétti alle mense. Lo scorso 15 aprile, proprio mentre le foto deUe sevizie nel carcere di Ahu Ghraib spandevano orrore nel mondo, il govemo dell'India annunciava l'inizio di un'inchiesta ufficiale. Numerosi cittadini indiani erano rientrati a casa lamentando di essere stati truffati: agende di reclutamento pakistane o kuwaitiane h avevano arruolati promettendo lavori nei Paesi del Golfo a 4-500 dollari al mese. Poi, ima volta sbarcati a Kuwait City questi diseredati si erano visti toghere il passaporto, caricare su camion che varcavano la frontiere e h facevano scendere ai recinti di questa o queDa base militare in territorio iracheno. In Iraq esiste anche un altro genere di lavoratore nepalese che ha trovato ingaggio e difficilmente si lascia catturare da bande islamiche: il «ghurka» che ha prestato servizio nell'esercito in¬ glese oppure indiano, e si è dimesso un anno e mezzo fa per formare reparti di sorveghanza particolarmente agguerriti. I gurkha sono molto apprezzati anche perché costano un decimo dei vigilantes occidentah, spesso la sicurezza dei comandi americani è affidata a loro. Tutti gh altri diseredati che si addentrano nei deserti iracheni sono cascami di umanità in cerca di un lavoro a qualunque costo. I dodici ostaggi trucidati ieri si erano detti vittime di un altro genere di imbroglio: «Non siamo i soh ad essere stati traditi dalle promesse dell'America dicevano - ci avevano assicurato che in Iraq la situazione era stabile e poco pericolosa, dicevano di controllare tutto...». Accusare Geoide Bush in tv non è bastato loro ad evitare la morte, è da oggi in poi non esiste condizione di pari ah che possa muovere a pietà i sostenitori della Sunna. I corpi di alcuni dei 12 ostaggi nepalesi dopo l'esecuzione. A sinistra, il video del 20 agosto che annunciava il sequestro

Persone citate: Brown, Bush, Hassoun, Kellog, Root

Luoghi citati: America, India, Iraq, Kurdistan, Kuwait, Nepal