I custodi del pianeta ripartono da Firenze di Mario Tozzi

I custodi del pianeta ripartono da Firenze | UNA CATEGORIA EMERGENTE, TRA SCIENZA E UMANESIMO I custodi del pianeta ripartono da Firenze SETTEMILA GEOLOGI DI TUTTO IL MONDO NEL CAPOLUOGO TOSCANO DISCUTONO FINO AL 28 AGOSTO IL LORO RUOLO CULTURALE ED I LORO PROBLEMI DI RICERCA Mario Tozzi (*) SONO settemila, vengono da ogni parte del mondo e si aggirano in escursione per le campagne con un martebo in mano spaccando rocce e guardandole con la lente d'ingrandimento. Scavalcano montagne e si infilano nelle grotte, camminano sugb argini di fiumi di lava, accorrono subito dopo un terremoto per studiare le fratture del terreno, tengono sotto controllo i gas, indicano dove costruire e dove no. Ogni quattro anni si riuniscono a congresso in contesti intemazionab sempre diversi ed erano più di cento anni che l'incontro non avveniva in Itaba. Sono i geologi - forse la categoria professionale più emergente in questo inizio di millennio. Dal 20 al 28 agosto sono riuniti a Firenze per il loro 32" congresso intemazionale, dedicato al "Rinascimento geologico" prossimo venturo che auspicano e indirizzano. Un evento culturale e umanistico, non solo scientifico o naturalistico. La geologia ha ormai acquisito i connotati di una scienza sociale, che deve districarsi anche tra gb ordinamenti sociab e le anime, oltre che fra le opere dell'uomo e il contesto ambientale. Fra le categorie dei cosiddetti tecnici, i geologi sono anche i più legati alla storia: leggere le pagine eh antichi documenti per ricostruire un testo non è poi tanto diverso dall'inteipretare le rocce, i fossib e gh altri segni della Terra per rimettere insieme le pagine del racconto del pianeta. Il geologo esercita quella memoria collettiva della Terra di cui gh altri uomini sembrano aver perduto le tracce, limitati come sono da ima prospetti¬ va temporale che non riesce ad andare indietro nel tempo per più di qualche generazione. Sarebbe bene non dimenticare che, se per un uomo un giorno dell'anno solare è fatto di 24 ore, un giorno, nell'anno cui si può paragonare l'esistenza della Terra (dalla sua nascita ad oggi), vale oltre 12 miboni di anni e ogni secondo equivale a circa 140 anni. Inoltre ogni anno centinaia di eventi naturali dalle conseguenze catastrofiche (il termine "calamità naturab" andrebbe abbandonato, perché lascia intravedere una volontà malefica che la natura davvero non possiede) producono, in tutto il mondo, danni per centinaia di miboni di dollari, sconvolgono le economie e i sistemi politici dei paesi più poveri, lasciano il segno neUe coscienze degb uomini. L'instabibtà naturale del pianeta Terra -in realtà solo il passaggio fra diversi stati di equilibrio - sta diventando il discrimine ambientale del nuovo millennio: da una parte il Nord del mondo, che reagisce in modo positivo agb eventi e riesce in qualche modo a prevenirne effì- cacemente gh effetti, dall'altra il Sud, sempre meno preparato, sempre più sull'orlo del rovescio fisico del territòrio e morale deUe popolazioni. La geologia analizza questo contesto e propone soluzioni più armoniche di quelle consistenti nelle sole opere pubbbebe. In questo scenario il geologo non è più solo l'esploratore un po' demodé, armato di martello, che esce ansimante dalle viscere di un vulcano per incamminarsi sulle montagne o scendere di nuovo neUe grotte guidato solo dalla bussola. E non è solamente lo scienziato moderno che ha cambiato i connotati al modebo deba Terra, rivoluzionato dalle fondamenta rispetto a (piando la si riteneva una sfera immobile e priva di dinamiche interne. E il geologo non è neppure solo il pensatore che - superata l'accusa di essere un mero raccogbtore di francobolb (fossib e minerali) ha obbbgato fisici e filosofi a fare i conti con una prospettiva di tempo fondamentalmente differente rispetto al passato: senza il tempo profondo dei geologi non ci sarebbe stata neppure la teoria deUa relatività. Un geologo è soprattutto un grande visionario, che recupera alla Terra quella dimensione di pianeta vivente cui gb uomini si sono disabituati da troppo tempo. Ma non è un evento solo per esperti: il 320Congresso Geologico Intemazionale è anche un viajggio nell'Itaba naturabstica all'inizio del terzo millennio sulla scia di quebo che era il classico itinerario dei giovani mitteleuropei dei secob scorsi. Il Grand Tour era il viaggio di formazione obbligato dei giovani intebettuab e artisti aristocratici dell'Europa del Nord e prevedeva per tutti le stesse tappe, simile, da questo punto di vista, ai tour "tutto incluso" modernamente messi in vendita dalle agenzie di viaggio. Nei racconti dei viaggiatori del Grand Tour, l'Itaba era un territorio fantastico e imponente, dove la natura dettava ancora le sue leggi aba vita e aba stessa storia. Era l'ingresso nel mondo degh adulti, la prima dura lontananza da casa, la prima vera occasione di stilare un diario. Si partiva da Genova o da Torino e si arrivava a Roma per le feste di Natale, per spingersi poi fino a Napob prima deU'estate sfuggendo al caldo micidiale di quebe latitudini. Almeno fino alla scoperta dei resti di Pompei ed Ercolano - e aba riscoperta del Vesuvio -, che porta a includere neb'itinerario canonico il fenomeno naturale più spettacolare del mondo. Lltaba geologica è un complesso attraente e unico tale da richiamare, per ricchezza e varietà, i ben noti tesori artistici e culturab di quebo che Goethe cantava come il "Bel Paese, dove tra dense fronde maturano le arance d'oro". Circa il 40|}6 del patrimonio artistico del pianeta Terra è stato prodotto e si trova in Itaba. Un viaggio attraverso l'Itaba geologica è, quindi, un' occasione irripetibile per andare alla scoperta di quab e quante connessioni esistono fra i motivi di attrazione storico-culturali e le caratteristiche deba stratigrafia e deba tettonica. Il geologo è, fondamentalmente, uno storico e in nessun paese come in Itaba si verificano esatti i presupposti di questa affermazione. Scuola naturale per geologi ante-htteram, dai filosofi presocratici deba Magna Grecia agb uomini di scienza del Rinascimento agb eruditi del 1700, e luogo turistico per eccebenza, lltalia era anche la meta di alcuni grandi geologi del passato come Lyeb, Murchinson e Von Buck, che qui imparavano a conoscere non solo le arti e la storia, ma anche e soprattutto la natura e i fenomeni geologici, dalla Solfatara di Pozzuob abe Alpi, dabe ossidiane debe isole Eobe agb abissi carsici deb'Appennino. In Itaba furono inventate la stratigrafia e la mineralogia La storia del pianeta Terra è intimamente connessa a quella debe civbtà degb uomini. Da una parte il territorio itabano e la sua naturale evoluzione - così diversa da queba di altri paesi e così rappresentativa di processi pecubari - dab'altra l'interazione fra il territorio e la vita deb'uomo, fenomeno che ha rivestito un'importanza decisiva per lo studio, fra l'altro, del vulcanismo, dei terremoti, deba stratigrafia e del Quaternario. E' un viaggio verso nuove frontiere, verso un nuovo Rinascimento geologico e culturale deb'intera area mediterra-. nea che, nel solco deba storia e deba natura, porti a uno svbuppo finalmente sostenibbe. Perché un "Rinascimento geologico" itabano? Per diverse ragioni. Il Cinquecento è il periodo del massimo splendore politico e artistico itabano, ma è anche il tempo deUe frane e debe abuvioni. L'Itaba in cui opera Leonardo da Vinci è U territorio del dissesto idrogeologico, e Leonardo descrive proprio quei fiumi e quebltaba: "Li monti sono disfacti dabe piogge e dabi fiumi". Da quebltaba si può ripartire per riflettere sul futuro del nostro paese. E per chi non potesse assistere al Congresso, Diabasis di Ferrara pubbbca un volume fotografico di grande suggestione. (*) CNR-IGAG STORIA DELLA TERRA, RICERCA DI RISORSE MINERARIE, TUTELA DELL'AMBIENTE, PROTEZIONE DA ALLUVIONI, TERREMOTI, ED ERUZIONI VULCANICHE: E' IL RINASCIMENTO DI UNA PROFESSIONE

Persone citate: Goethe, Leonardo Da Vinci

Luoghi citati: Europa Del Nord, Ferrara, Firenze, Genova, Grecia, Pompei, Roma, Torino