«Scommetto su Pascal» di Bruno QuarantaGiovanni Raboni

«Scommetto su Pascal» «Scommetto su Pascal» Bruno Quaranta GENTILUOMO, Carlo Carena lo è fin dall'incipit. «La migbore versione dei Pensieri è uscita nei mesi scorsi, la si deve a Benedetta Papàsogb, per Città Nuova». Noblesse obbge. Avverte: «Un gentiluomo, insegna Pascal, non parla mai di sé». Come scalfirne il riserbo? Forse evocando il monito di Bemanos seminato nel curato di campagna (Bemanos e il curato, figure naturalmente imparentate con l'anima secentesca): che l'umiltà in eccesso è peccato. Ecco i Pensieri a cura - mirabile di Carlo Carena. Un'impresa di sei anni. Ma «rummata» m mezzo secolo e più. Daba stagione universitaria, «dommante - ricorda - l'esistenzialismo, cristiano e sartriano. Entrambi i rami calamitati da Pascal: l'essere e l'esistenza, l'interpretazione drammatica dell'uomo e della sua parabola, la finitudine e l'ijifìnito, lo éèacco è la scommessa...». La scommessa è il cardine dell'incompiuto monumento al cristianesimo (negb Anni Sessanta Emaudi accolse la lettura di Paolo Serini). «...si deve scommettere. Non è questione di volontà, siete neba barca. Quale scegberete dunque? (...). Soppesiamo il guadagno e la perdita, scegbendo croce che Dio esiste. Valutiamo questi due casi: se guadagnate, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla. Scommettete dunque che esiste, senza esitare». E' il pensiero 682. Ciascun pensiero ostinatamente radiografato. Un occhio al manoscritto originale, uno abe copie (la seconda, in particolare: iPensierì copiati - e ordinati - dai famibari e, quindi, per molta parte sottratti all'oscurità, ab'indecifrabibtà), uno alla paleografica fatica di Zacharie Toumeur. Un voyage tra «cancebature, sovrapposizioni, aggiunte, trasposizioni di frasi o di interi blocchi: anche le esitazioni, le sviste e gb errori materiab quando abbiano qualche ribevo e interesse». Una promenade appassionante nebe fonti, espbcite e non («Montaigne, per esempio, onnipresente. Pascal si configura come l'anti-Montaigne. Egualmente spietata la diagnosi deba condizione umana, radicalmente diversi i corollari: Montaigne - non può acconsentire Pascal - "ispira indifferemfe verso la propria salvezza, senza timore né pentimento"»). «Il mio - vuol chiarire Carlo Carena - è l'esercizio di un dilettante. Non ho competenze speciab su Pascal». Dilettante, beninteso, secondo la definizione di Montale, Il Baretti gobettiano, 1925: «In Itaba pochi si figurano quel che può essere un dilettante di grande classe; e metteremo anche questa tra le riprove deba nostra scarsa civiltà, non solo letteraria». E' nato nel 1925, il professore: compirà fra pochi mesi ottant'anni, ma credervi è ostico. Un elisir che lo preserva dal crepuscolo è l'otium btteratum, come lo raccontò Cicerone: «Cosa c'è di più dolce deU'ozio letterario? AUudo a quegb studi per mezzo dei quab arriviamo a conoscere l'infinita natura, e il cielo e la terra e i mari, mentre siamo ancora nel mondo». Qui, sui cobi che cingono il lago d'Qrta, «fa» cultura l'ultimo sobtario di Port-Royal, la Gerusalemme di Pascal. Dopo aver onorato il sapere come insegnante (latino e greco, nel bceo rosminiano di Domodossola) e in Casa Einaudi, in veste via via di redattore, di direttore editoriale, di segretario generale. Nonché di «interprete» dei classici. «L'esordio nei Cinquanta con le Vite parallele di Plutarco, a cui seguirono, fra l'altro. L'elogio della follia di Erasmo, le Confessioni e La città di Dio di Sant'Agostino - neb'orbita di Padre PeUegrino -, le Lettere di San Paolo». E i poeti latini della decadenza, e Cesare, Senofonte, Erodoto, Plauto, Eschilo... «Le Bucobcbe», la casa-officina, vigila sul paesaggio dove Carena riconosce i suoi (alcuni, almeno). Amici e maestri e affinità elettive. Da Mario Soldati («Anche Orta sapeva lo scrittore - servi da modello a Samuel Butler per b paradiso terrestre e per la gente febee del suo Erehwon») a - un lago più in là Antonio Rosmini («"Le amicizie letterarie di Antonio Rosmini" è il tema della mia tesi di laurea, discussa con Francesco Pastonchi») e Clemente Rebora, «il mio padre spirituale. Negb archivi di Stresa giacciono, sempre in attesa di un'edizione critica, i pensieri del sacerdote-poeta, una miriade di fogbetti che inevitabilmente ci rappresentano la macerata sequela pascabana». Un «cristiano crocifisso», così Carena identifica sia Rebora sia Pascal. «Con la scommessa, l'ulteriore sommo pensiero ruota intomo al divertissement, lo stordimento di sé, una riflessione tanto più attuale se rammentiamo che la caccia e la danza a corte esaurivano o quasi le distrazioni nel Seicento: "L'uomo è palesemente fatto per pensare. E' tutta la sua dignità e tutto suo pregio, e tutto il suo dovere è di pensare bene (...). Ebbene, a cosa pensa il mondo? Mai a questo, bensì a ballare, a suonare il buto, a cantare, a comporre versi, a gareggiare neU'anebo ecc., a battersi, a diventare re, senza pensare cosa sia essere re, ed essere uomo"». Di qui l'invito a non abbandonare la privata stanza: «Ho spesso detto die tutta l'infebcità degb uomini ha una sola provenienza, ossia di non saper restare tranquibi in una stanza». Carlo Carena, febeemente ancorato neba dimora affoUata di amatissime ombre classiche, è in tal senso un pascabano per antonomasia. Non lo seduce l'uscire nel mondo, mescolarsi fra coloro che offrono da un palco Omero o Parmenide o Heidegger: «Spezzare il pane abe fobe è, certo, un'opera egregia. Mai dimenticando, però, la signoria del testo, l'insostituibile a tu per tu». I testi. LePensées - scrive Carena neb'introduzione - sono «un testo d'obbbgo per chi parta dabe Confessioni e daba Città di Dio di sant'Agostino e poi passi per l'Elogio della Follia e per II disprezzo del mondo deb'agostiniano di Rotterdam». Quale il fil rouge che unisce Agostino e Pascal (com'è evidente la parentela con Erasmo, quel «disprezzo»)? «A problema deUa grazia e deba salvezza. Centrale neba riflessione del dottore di Ippona come a PortRoyal (non a caso si intitola Augi^tinus lo studio di Giansenio). Grazia sufficiente e grazia efficace. Grazia e libero arbitrio. I sommersi e i salvati. I predestinati. Dispute drammatiche con i gesuiti: si aprano o si riaprano, di Pascal, Le ProvinciaK». A Port-Royal (il convento fu fondato giusto ottocento anni fa e distrutto nel 1711 ) Pascal, abe spalle un prodigioso itinerario scientifico, compose l'Abrégé de la vie de Jésus-Christ, il Vangelo dei Vangeb. Vecchio e Nuovo Testamento nei Pensieri... «Profezie e miracob sono i due argomenti apologetici che fondano la superiorità del Cristianesimo sube altre rebgioni secondo Pascal - spiega Carena -. Le profezie appartengono al Vecchio Testamento (Cristo venne annunciato. Maometto no: "E quale segno ha, che non abbia anche qualsiasi uomo che vorrà proclamarsi profeta?"), i miracob aba nuova Abeanza. A proposito: è il miracolo della Spina - l'occhio malato di una nipote di Pascal guarito al contatto con una rebquia della Corona di Cristo - a ispirare non pochi pensieri». Pascal ( 1623-1662) riposa a Parigi, accanto a Barine (ancora un vertice di Port-Royal; Port-Royal e Pascal, quante le intebigenze affascinate, da Bo a Vigorelb, a Fortini, Sbarbaro...). Quel Grand Siede, quella lingua straordinariamente viva, vivida, incorrotta, come rafforzata dal tempo che scorre. «Già Manzoni - suggerisce Carena - elogiava la prosa moderna di Pascal: "Non un vocabolo che sia stato soggetto al cambiamento che altera spesso le lingue vive"». «Questo lavoro - riconosce Carena - non si sarebbe compiuto senza la sobecitudine fraterna di Roberto Cerati (vorrà il presidente deb'Einaudi sobecitarlo a tradurre PortRoyal di Sainte-Beuve?, ndr) e il sostegno convinto di Luciana». Luciana, la signora debe «Bucobche», esprit de finesse, poi^e una composizione di gardenie, fiore, la gardenia, naturaliter giansenista (dura lo spazio di un giomo, simboleggia la nostrana fragibtà, precarietà), all'occhiebo di un giardino che graziosamente - una sorta di minuetto scivola verso l'isola di San Giube, verso il convento di clausura dove, forse, si riverbera un'eco di Mère Angébque, deba sua fedeltà: «...finché Dio sarà Dio, io spero in Lui». I «Pensieri», l'incompiuto monumento al cristianesimo del filosofo francese: incontro con Carlo Carena che li ha tradotti ed esplorati, un'impresa di sei anni, ma meditata nell'arco di mezzo secolo, dai tempi dell 'esistenzialismo cristiano e sartriano, influenzato dal solitario di Port-Royal A sinistra: un ritratto di Pascal, fra i solitari di Port-Royal (nella stampa accanto), il convento fondato ottocento anni fa e distrutto neH 711, nel Seicento caposaldo del giansenismo 0 "P^ t'''-'' Blaise Pascal Pensieri a cura di Carlo Carena pref. di Giovanni Raboni Biblioteca della Plèiade Einaudi pp. lxxviii-1096, eso CLASSICI

Luoghi citati: Barine, Domodossola, Gerusalemme, Parigi, Rotterdam, San Paolo, Stresa