Adesso si potrebbe pagare per i panini

Adesso si potrebbe pagare per i panini SUPER VITALIZI PER IL PERSONALE DI VOLO: PRENDONO IL DOPPIO DEGLI ADDETTI Al TRASPORTI Adesso si potrebbe pagare per i panini ROMA. I sindacati sono preoccupatissimi, e fra le si^le c'è chi comincia a spazientirsi. Il quasi-commissario in queste ore fa il pesce in barile, e prima di scoprire tutte le carte sul piano di ristrutturazione aspetta di definirne i dettagli con i suoi collaboratori. Va da sé, in questo, un elemento tattico: più si avvicina la scadenza del 15 settembre termine entro il quale si decide il destine del prestito-ponte - più aumenta il suo potere contrattuale. In ima riunione intersindacale ieri la parte degli oltranzisti non l'hanno fatta quelli del Sult, gli autonomi che raccolgono i dipendenti di terra, ma la Cgil e la Cisl. «Cimoli deve scoprire tutte le carte», ha detto il segretario Filt Roberto Scotti. Ma quanto più le parole si fanne dure, tanto meno ci si azzarda a passare ai fatti e prefigurare scioperi e blocchi come all'inizio dell'estate. D'altra parte, spiega un sindacalista, «chi si assume la responsabilità di sfasciare tutto?». La situazione lascia a Cimeli ampi spazi di manovra, come dimostra la sostanziale indisponibilità che già ieri sera emergeva sulle proposte alternative al piano aziendale perla produttività degli assistenti. Uno scenario che molto probabilmente si ripeterà conipileti. I sindacati hanno comuncpie ottenuto un incontro per oggi, e sperano in questo modo di ottenere qualche dettaglio in più sul «quadro generale» della ristrutturazione. Al di là delle cose note costituzione di una holding e creazione di due società distinte - c'è ancora molta incertezza su dismissioni ed esuberi. «Ci preparano un destino da low cost», dice Andrea Cavola del Sult. All'incontro Cimoli si premurerà di smentire soprattutto questo. E spiegherà die il modello di business che vuole adottare è in tutto e per tutto simile a quello delle altre grandi compagnie: Biitish Airways, Iberia, Lufthansa, che adottano standard da basso costo solo sulle tratte servite da quei concorrenti e per certe categorie di posti. Né «Low Cost» né «Full Carrier», ma «Network Carrier». Ad esempio Iberia (uno dei casi più studiati dagli uomini di Cimoli) sui voli entro le due ore come il Roma-Madrid fa pagare un panino come avverrebbe su un Ryanair. La stessa scelta già operata da Lufthansa per i voli con destinazione Francoforte e da British Ai¬ rways per Londra, dove i servizi offerti al passeggero sodb'iiclotti; all'osso. Compagnie che al di là del servizio di bordo, continuanp però ad omire standard qualitòtìvì e tratte che le low cost non potrebbero mai permettersi. Compagnie che fanno utili e passate attraverso durissimi piani di riduzione del personale: da British (-2307o) ad Iberia (-1007o) fino a Klm (-150Zo) prima di fondersi con Air France. Compagnie che offrono un costo unitario per passeggero (tecnicamente «Cask») nettamente inferiore ad Alitalia, la compagnia che - lo sottolineava ieri la Cgia di Mestre garantisce ai suoi dipendenti pensioni Inps come a nessun altro lavoratore: l'importo medio annuo del personale di volo era di 31 mila euro; il doppio degli addetti ai trasporti. Numeri impietosi che non lasciano alcuno spazio ad altro che alle ragioni di Cimoli, che sembra contare sul sostegno dell'intero governo. D'altra parte, in caso di commissariamento, il disastro sarebbe certo. Un esito fausto per quella parte della Lega che ne vorrebbe il fallimento per rilanciare l'hub dì Malpensa e creare una compagnia «nordica» (magari insieme a Volare) ma non per la lobby romana e Alleanza Nazionale, preoccupate quanto e più dei sindacati. (a. ba.1

Persone citate: Andrea Cavola, Carrier, Cimoli, Full, Roberto Scotti

Luoghi citati: Francoforte, Iberia, Klm, Londra, Madrid, Roma