Trenta giorni di liquidità nelle casse di Alitalia di Alessandro Barbera

Trenta giorni di liquidità nelle casse di Alitalia RESTANO 72 MILIONI DI EURO. PER ACCEDERE AL PRESTITO PONTE SERVONO L'INTESA COI SINDACATI E IL PIANO INDUSTRIALE. ANSIA PER IL BOND Trenta giorni di liquidità nelle casse di Alitalia Ricavi in salita, ma meno delle attese Alessandro Barbera ROMA Settantadue milioni di euro di liquidità per il gruppo, centoventi per la compagnia. Casomai qualcuno non l'avesse ancora chiaro, Alitalia è al capolinea. Un mese, gli stipendi di settembre, poi il commissariamento o la liquidazione. A meno dell'adozione entro il 15 di questo mese «con l'accordo dei sindacati» del piano di risanamento che potrebbe dare «concreti segnali di inversione di tendenza» entro l'inverno. Perchè i conti vanno sempre peggio: se la perdita 2003 si era attestata a 511 milioni di euro, nei primi sei mesi di quest'anno la dinamica è peggiorata ancora, e il rosso ha già raggiunto i 329 milioni. Dall'arrivo di Cimeli le cose sono andate meglio (crescono di circa il 60Zo capacità aggiuntiva e trasportato), ma non troppo: grazie all'aumento dell'offerta i ricavi di luglio crescono rispetto ad un anno fa «in misura mferiore alle previsioni». Stessa cosa in agosto, i cui primi dati mostrano il settore intemo che «soffre del calo dei passeggeri trasportati» e l'intemazionale della «caduta del ricavo unitario». Una notizia positiva: le nuova rotte vanno bene, soprattutto quelle sul lungo raggio. In questo quadro - nel giorno in cui le pressioni speculative hanno spinto il bond Alitalia ai minimi storici - il consiglio di amministrazione della compagnia ha licenziato i numeri dei primi sei mesi dell'anno ed ora affronta le due settimane cruciali per il suo futuro. Condizioni che gli rendono quasi impossibile andare incontro le richieste alternative dei sindacati come dimostra quanto accaduto ieri durante la trattativa per il rinnovo contrattuale degb assistenti di volo. Durissimo il numero uno dell'Anpav Massimo Muccioli, che parla di proposte «provocatorie» dietro le quali ci potrebbe essere l'obiettivo di «rompere il negoziato» per attribuirne il fallimento e il successivo commissariamento al sindacato. Proposte «inaccettabUi» anche per il Sult. «Questa non è una base per un negoziato», dice Paolo Maras. «Siamo disponibili ad un accordo complessivo ma a condizione che la trattativa parta dalle condizioni contrattuali esistenti». Solo fra gli assistenti di volo i sindacati prefigurano esuberi pari ad almeno 1.500-2.000 unità e de¬ nunciano l'indisponibilità dell'azienda a dare numeri precisi. La politica e i sindacati per il momento stanno a guardare, e soprattutto fra le fila del governo è quasi unanime l'appello a trovare un accordo per evitare il peggio. «Alitalia si può e si deve salvare» ma in questo momento «l'ipotesi falhmento è drammaticamente vicina, perché non è un ministero», fa sapere da Cortina il vicepremier Gianfranco Fini. Il numero uno di Alleanza Nazionale lancia un messaggio in aiuto dei sindacati - «ho visto Pezzetta molto responsabile» - ed invita Cimeli a «senso di responsabilità» per «evitare che il conto sia presentato solo con gli esuberi». Anche il collega di partito Gianni Alemanno chiede a Cimoli di non fare «solo tagli» e di puntare sul rilancio della compagnia. Così come fra le fila di An storico sostenitore delle ragioni dei dipendenti della compagnia - così le sigle confederali sono preoccupate del peggio e non possono che lanciare appelli al dialogo: «Si lasci lavorare il nuovo vertice», dice il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani. Savino Pezzetta parla di «un bel problema» e invita a smetterla «con le trattative sui giornah». Il leader della Uil Angeletti ha comunque chiare che di tempo ce n'è pochissime: «Con Cimoli concordiamo su un punto, la situazione è molto seria e non abbiamo davanti molto tempo». C'è pei chi considera la situazione del tutto compromessa nonostante gli sforzi di Cimoli: «Circa un anno fa avevo detto che era molto meglio nominare un commissario. Registro che a un anno di distanza siamo al punto di partenza», dice l'Udo Bruno Tabacci, presidente della Commissione Industria della Camera. «Ad Alitalia serve una sana legge Prodi. Non sarebbe una cosa sbaghata conferire poteri di commissariamento all'attuale presidente». Ad essere pessimista sulle sorti di Alitalia ci sono poi anche gli operatori di borsa; anche ieri il titolo ha sofferto chiudendo in calo dello 0,850Zo a soli 0,19 euro ad azione. Né miglior sorte poteva esserci per l'andamento del bond: il convertibile lugUo 2002-2007 veniva indicato attorno ai 58,60-59,60 centesimi contro i 61,09 di venerdì e dopo essere stato sospeso per eccesso di ribasso a 58,40. Appena un mese fa il valore oscillava attorno ai 67,14 centesimi. UN VIAGGIO MOLTO CARO: MENO ROTTE E OSTI PER ALITALIA AIR FRANGE /~\BRITISH ^JAIRWAYS 1100 1300 1500 1700 LUNGHEZZA MEDIA ROTTA IN KM

Luoghi citati: Cortina, Roma