«L'arma vincente di George? Dice sempre ciò che pensa»

«L'arma vincente di George? Dice sempre ciò che pensa» KEN MELHMAN, IL GURU DELLA CAMPAGNA REPUBBLICANA «L'arma vincente di George? Dice sempre ciò che pensa» «La sua chiarezza morale lo distingueva quattro anni fa e lo diStingUe anCOra Oggi. Gli americani nOn amanO l'ambigUltà» intervista i Molinari corrispondente da NEW YORK PER i sostenitori repubblicani che lo accolgono al Chelsea Pier n. 60 Ken Melhman è l'aiteremo di Bush. Neanche quarentenm, poche perole ed idee limpide, aggressivo con i rivali e fedelissimo al presidente l'ex ragazzo di Baltimore divenuto il guru delle campegne repubblicana ama presentarsi come un uomo tutto d'un pezzo, non gh piace troppo soffermarsi sugh aggettivi e bada solo ed affermere pochi punti di sostanze. Questo è lo stile che gli ha aperto le porte della Cesa Bianca, dove lavora e stretto contetto con il consighere pohtico Karl Rove, e che conserva anche quando risponde alle domande. Quale arma elettorale ritiene che sarà decisiva per far vincere Bush il 2 novembre? «Ciò che distingue George Bush era quettro anni fé ed è encore oggi soprattutto la sue chiarezze morale, sarà questa caratteristice e fare la differenze». A che cosa si riferisce quando dice «chiarezza morale»? «Al fatto che Bush intende dire ciò che dice e dice ciò che intende dire, il candidato democratico Kerry invece cambie opinione di fronte ad ogni pubblico, dice ciò che la gente vuole sentire. La differenza di chiarezze fra Bush e Kerry è sotto gh occhi di tutti. Bush vuole inseguire, cetturere e processero i terroristi edoperando ogni possibile mezzo. Kerry è ancora fermo alle situezione precedente agli attacchi dell'11 settembre 2001: è contrario elle azioni militari e vuole usare solo l'intelligence. Ma ciò venne fatto prima e non bastò por impe-iire il crollo delle Torri Gemelle. Per Bush inoltre il palestinese Yasser Arafat è un leader fallito ed inaffidebile, incapace di guidare il proprio popolo verso lo Stato indipendente, Kerry invece lo ha definito in un suo libro come uno "statista modello"». Kerry ha risposto a queste critiche durante la Convention di Boston affermando che in politica non sempre la verità può essere tagliata con il coltello... «Per capire chi è Kerry bisogna guarderò e che cose ha fatto, a come ha votato in questi anni. Nel 1991 votò contro la prime Guerre del Golfo poi he votato a favore dell'intervento mihtare in Iraq e infine ha votato contro il bilancio di 87 miliardi di dollari per la ricostruzione di Iraq ed Afghanistan, precisando però a tale ultimo riguardo di aver votato "prima a favore e poi contro" la legge. E' davvero difficile entrare nella sua testa. Chi può auspicare di avere un uomo pohtico così incerto ed ambiguo come presidente?». Perché crede che la «chiarezza morale» riuscirà a fare breccia fra gh elettori indecisi? «Per il semphce motivo che gh americani vogliono un presidente capace di dire la verità, di pronunciare giudizi chiari, di guidare la nazione compiendo scelte evidenti a tutti, che corrispondono ad assunzioni di responsabilità inequivocabili. Bush ha detto la verità agh americani in questi quattro anni e continuerà a farlo perché questa è una delle sue caratteristica, John Kerry invece dice tutto e il contrario di tutto, non si comprende mai come la pensa e da che parte sta». Ma la chiarezza morale non può portare a cadere in errore per vie di giudizi troppo severi? «Non fu così per il presidente Ronald Roegan quando venti anni fa indicò con lucidità el mondo che l'Unione Sovietica era l'impero del Male e non è cosi per George W. Bush che dopo 111 settembre ha indicato al mondo come il nuovo nemico sia il terrorismo». Immagini e filmati di Reagan sono ovunque dentro il Madison Square Garden. Perché il richiamo a questo ex presidente è diventato ima costante della campagne elettorele? «Perché seppe riconoscere il volto del Male, proprio come ha saputo fare Bush dopo l'il settembre. Dire la verità produce frutti. Reagan con la propra determinazione è riuscito a liberare milioni di europei dal giogo del comunismo sovietico e Bush in solo quattro anni ha liberato milioni di afghani e di iracheni dalle terribili dittature che li opprimevano. L'ex dissidente sovietico Nathan Sharanski, oggi ministro nel governo israeliano, ci ha raccontato che le parole di Reagan portarono fiducia e speranza fra i detenuti nei gulag. Oggi sono le parole e le decisioni di Bush contro le dittature e il terrorismo a portare speranza ai popoh del Medio Oriente». Che cosa pensa degli attacchi portati con spot tv da un gruppo di veterani del Vietnam al curriculum militare di Kerry? «Non c'è alcun rapporto fra loro e la nostra campagne». «Vuole inseguire catturare e processare i terroristi con ogni mezzo mentre Kerry è fermo alle idee che non seppero impedire il crollo delle Torri» ALTI E BASSI DEL PRESIDENTE 100. (86 H-9/12/2001 Cade il regime dei Talebani a Kabul 19/03 Inizia la guerra in Iraq 1/05 Bush dichiara conduse le principali operazioni di guerra in Iraq 2/03 Kerry diventa il probabile candidato democratico