Caccia in tutta la Russia ad altre due donne-bomba cecene di Anna Zafesova

Caccia in tutta la Russia ad altre due donne-bomba cecene I SERVIZI SEGRETI ORA AMMETTONO: I JET SONO STATI FATTI ESPLODERE IN VOLO Caccia in tutta la Russia ad altre due donne-bomba cecene Erano partite da Grozny con le kamikaze autrici del doppio attentato agli aerei decollati da Mosca Anna Zafesova MOSCA Altre due kamikaze cecene potrebbero essere in giro per la Russia, cercando di salire su un aereo o di entrare in un centro commerciale con in borsa la morte. I servizi segreti russi stanno cercando le compagne delle due ragazze che si sono Sfatte esplodere martedì scorso su due aerei in una strage sincronizzata che ha ucciso 90 persone. Ormai, dopo la vittoria, domenica, del candidato del Cremlino Alu Alkhanov alle presidenziali in Cecenia, i servizi segreti non hanno bisogno di nascondere la verità: i due Tupolev sono stati colpiti da attentati suicidi. E il pericolo di altri attentati è alto. Era esplosivo, «al cento per cento», ha dicharato ieri il generale del Servizio federale di sicurezza Andrej Fetisov. Ha spiega¬ to gh indugi dei giorni scorsi con difficoltà tecniche: la fusohera del Tupolev-134 precipitato nella regione di Tuia era sprofondata in una palude. Ma quando tracce di hexogen, l'esplosivo preferito dai terroristi ceceni, sono state trovate sui rottami dell'altro aereo caduto a Rostov sul Don, a Tuia gh esperti sapevano già cosa cercare. Solo un esame approfondito dei frammenti a Mosca ha permesso di scoprire tracce infinitesimali di esplosivo, e dopo tre giorni di ricerche è stato rinvenuto anche il corpo della terrorista, orrendamente dilaniato dall'esplosione. Anche le scatole nere hanno «parlato» e ieri il capo della commissione d'inchiesta governativa, Igor Levitin, ha ricostruito la dinamica della doppia tragedia. Le due attentatrici avevano azionato l'ordigno che si erano portate a bordo. Erano sedute nelle ultime file o forse si erano chiuse nella toilette, perché la coda di entrambi i velivoli è stata staccata dalle bombe. L'immediata depressurizzazione e la perdita della rotta hanno fatto il resto. Levitin ha anche svelato il mistero dell'allarme dirottamento lanciato negh ultimi secondi dal Tupolev esploso sopra Rostov. Le scatole nere hanno confermato che a bordo di entrambi gh aerei non c'era stato un tentativo di dirottamento né una collutazione. Dalle scatole nere sembra chiaro che l'improvvisa esplosione è stata una sorpresa per gh equipaggi, le registrazioni si interrompono all'improvviso. E il bottone dell'Sos è scattato mentre il vehvolo si stava già disintegrando: probabilmente un corto circuito o un'attivazione casuale. Si cerca ora di identificare i resti delle due terroriste. Secon¬ do le liste passeggeri, a farsi esplodere sopra Tuia è stata Amnat Nagaeva, sul secondo aereo c'era Sazita Dzhebirkhanova. Entrambe sulla trentina, vivevano a Grozny dove lavoravano al mercato insieme con altre due ragazze, la sorella di Amnat, Rosa, e Mariam Taburova. Due giorni prima della strage in quattro partirono per Baku, per acquistare merce da rivendere al mercato. Nessuno le ha più viste, e la mamma di Amnat non riesce a credere che sua figlia sia stata una kamikaze: «Non era mai salita su un aereo, non era mai stata a Mosca, non sa nemmeno come raggiungere l'aeroporto, non sa confenzionare le bombe, niente di tutto questo...», ha detto Taos Nagaeva alle Izvestia. LFsb per ora non ha trovato legami delle ragazze con i ribelli. Ma almeno Amnat aveva un motivo: suo fratello Uvajs era un «desaparecido», rapito dai militari russi tre anni fa senza che se ne fosse più saputo nulla. La ragazza avrebbe potuto decidere di vendicarsi. I Nagaev smentiscono e temono che qualcuno possa aver ucciso le ragazze per passare i loro documenti «puliti» alle kamikaze. Ma è possibile anche che le giovani siano state costrette all'attentato da un ricatto: forse si erano indebitate nel loro commercio, forse come donne, sole e indifese in una società patriarcale avevano «peccato». Se davvero sono state Amnat e Sazina a salire martedì sera sui due Tupolev, resta da chiedersi dove sono finite Rosa Nagaeva e Mariam Taburova, partite insieme con loro da Grozny e mai ritornate. Potrebbero essere anche loro mine umane arruolate per la replica russa dell'11 settembre, ancora in giro da qualche parte in Russia. Poliziotti a Grozny: sullo sfondo, un manifesto per le elezioni di domenica

Persone citate: Alu Alkhanov, Amnat Nagaeva, Andrej Fetisov, Igor Levitin, Levitin, Mariam Taburova, Nagaeva, Taos Nagaeva