Chirac gioca la carta egiziana, Barnier al Cairo di Ibrahim Refat

Chirac gioca la carta egiziana, Barnier al Cairo IL MINISTRO DEGLI ESTERI OTTIENE LA SOLIDARIETÀ DI MUBARAK Chirac gioca la carta egiziana, Barnier al Cairo In campo l'influenza del Paese che ospita la Lega araba e l'università Al Azhar Ibrahim Refat IL CAIRO A venti ore dallo scadere dell'ultimatum dei rapitori, il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier, è giunto ieri all'alba nella capitale egiziana e ha subito avviato una serie di colloqui ad altissimo livello: con il Segretario generale della Lega araba Amr Mussa, con il capo della diplomazia egiziana Ahmed Abul Ghieth e con lo sceicco Yussef al-Qaradawi, un esponente molto influente del mondo sunnita. Poi, nella sede dell'ambasciata francese, Barnier ha incontrato i giornalisti per chiarire la posizione del suo governo e lanciare un appello al mondo arabo e islamico: «Chiedo la liberazione dei due giornalisti per ragioni umanitarie e in nome del principi della tolleranza professati dall'Islam... In Francia vivono cinque milioni di musulmani che esercitano in piena libertà la loro fede». L'offensiva diplomatica francese, condotta con grande sapienza, ha finito per creare un moro di isolamento pohtico e psicologico attorno ai sequestratori dell' Esercito islamico che hanno in mano i due reporter. Ora da tutto il mondo arabo, e non solo dalla parte francofona, si è levato un appello per la liberazione immediata di Cristian Chesonot e Geor; ;e Malbrunot. Persino lo «zoccoo duro» dell'integralismo islamico - che lo scorso inverno aveva condannato la legge sul velo - ha condannato il sequestro dei reporter. Non è stata casuale la scelta del Cairo come prima tappa di questa viaggio mediorientale, che ieri sera ha poi portato Barnier ad Amman. L'importanza del Cairo deriva dal fatto che, oltre all'influenza delTEgitto e al suo tradizionale ruolo di guida del mondo arabo, nella capitale si trova la sede della Lega araba. Il riconoscimento solenne del ruolo svolto dalla Francia nella crisi irachena e una condanna forte del sequestro pronunciata dall'organismo al quale aderiscono tutti gh Stati arabi sono decisivi in questa fase. In secondo luogo, l'importanza dell'Egitto per questa delicata missione deriva dal fatto che qui si trova l'Università teologica di al-Azhar, punto di riferimento per i sunniti nel mondo islamico. Il capo di questo plurisecolare centro delTIslam moderato, l'imam Mohammed Tantawi, aveva già espresso, in primavera, un parere favorevole alla legge sul divieto del velo islamico nelle scuole francesi, motivandolo con il fatto che i musulmani devono «obbedire alle leggi del Paese che li ospita» e che si tratta di una questione intema francese. Allora la sua posizione venne contestata dalle frange radicali del mondo islamico, a cominciare dal leader senta dello Hezbollah libanese, lo sceicco Hussein Faddlallah; e altri lo accusarono di indurre i fedeh a violare i precetti dell'Islam. Negli ambienti islamici al Cairo si parla comunque di ima spaccatura in atto tra gh ulama proprio a causa di quella fatwa pronunciata dallo sceicco Tantawi. Il centro di Al-Azhar, comunque, ha condannato ieri il rapimento dei giornalisti francesi, che rappresenta «una violazione delle libertà individuah e della stessa religione islamica contraria all'aggressioni di persone innocenti». Anche la Fratellanza musulmana egiziana ha condannata il sequestro. Il capo della diplomazia francese sembra aver ottenuto il so¬ stegno di un importante teologo islamico egiziano, lo sceicco Yussef al-Qaradawi, che ha incontrato ieri. L'influente imam, che precedentemente si era schierato contro la sentenza religiosa dello sceicco di al-Azhar, rappresenta un punto di riferimento per tanti musulmani sunniti in tutto il mondo e la sua rubrica televisiva religiosa su al Jazeera è seguita da milioni di telespettatori arabi. Qualcuno in Francia ha parlato del ruolo deUe tv arabe nel rinfocolare la polemica attorno alla legge sul velo proprio alla vigilia della riapertura delle scuole in Francia, al punto da aver incoraggiato il sequestro dei giornalisti francesi. Ma gh osservatori al Cairo dicono che il vero obiettivo dei sequestratori non è abolire quella legge bensì lanciare una sfida al mondo intero e dimostrare che l'Iraq è tuttora in preda all'anarchia. I ministro degli Esteri francese Barnier (a sin.) con il Segretario della Lega araba