La FABBRICA dei MIRACOLI di Stefano Mancini

La FABBRICA dei MIRACOLIMARANELLOHAP tTATOAL TITOLO MALE CAW INI IHANNC IRITTO LA STORIA La FABBRICA dei MIRACOLI reportage Stefano Mancini Inviato a FRANCORCHAMPS IL segreto è un mix: il più grande pilota, la migbor vettura, una grande squadra. Così la Ferrari è diventata una fabbrica di successi. Di record. Di miracoh. Un sìmbolo dell'Itaba che vince. Da sei anni si aggiudica il Mondiale costruttori, da cinque Michael Schumacher è davanti a tutti. «Lottiamo contro le più grandi case automobilistiche del mondo» ricorda ogni volta Jean Todt. E' stato lui, chiamato nel '93 da Luca Montezemolo, a rifondare la squadra. Michael Schumacher arriva nel '96. Aveva vìnto due tìtoli con la Benetton e lo allettava la nuova sfida, perché la Ferrari rimane un punto di arrivo per un pilota anche nei periodi di crisi. Con il tedesco sì trasferiscono a Maranello due artefici dei suoi primi successi, il direttore tecnico Ross Brawn e il progettista Rory Byme. Il gruppo cresce, la vettura anche. Tre campionati, dal '97 al '99 sfumano all'ultimo appuntamento. Poi comincia il ciclo più lungo nella storia della Formula 1. Dà fastìdio che l'ultimo tìtolo arrivi con una sconfìtta? «Posso rispondere con sarcasmo? - attacca Todt -. Abbiamo conquistato 216 punti su 252, pari all'85 per cento. Se abbiamo vìnto sei titoli consecutivi, se cinque volte di fila il campione è stato un nostro pilota, se occupiamo il secondo posto in classìfica con 23 punti di vantaggio, se i nostri sono entrambi suTpodio, allora posso digerire il fatto che per una volta arrivi primo un altro pilota che è stato più veloce e che oggi aveva obiettivi diversi dai nostri». Il direttore generale del Cavallino è consapevole che il periodo d'oro finirà: «Spero il più tardi possibile. E quando saremo in pensione ricorderemo tutto quello che abbiamo fatto.' Ora pensiamo soltanto a lavorare». E a vincere ancora: a. Monza per i tifosi italiani, in Cina perché è un mercato strategico oltre che un circuito nuovo, in Giappone per la soddisfazione della Bridgestone, in Brasile in nome di Barrichello, sperando che tocchi a lui. Da mercoledì a venerdì test a Monza (Schumacher e Barrichello) e a Fiorano (Badoer). Si collaudano gomme. Le Bridgestone impiegate a Budapest si erano rivelate eccezionah su circuito lento, ma non erano state collaudate per quelli veloci. Quindi sulla pista belga la Ferrari ha preferito mescole «vecchie» e affidabih. In fabbrica i tecnici sono concentrati sul 2005. Si sperimentano nuove componenti, la galleria del vento funziona a pieno ritmo e i motori girano al banco prova. La Ferrari rischia di arrivare in anticipo sulla concorrenza anche la prossima stagione. «Sono orgoglioso di questa squadra - spiega Ross Brawn -. E' stata una gara piena di eventi, al muretto non abbiamo avuto un attimo di respiro». Nemmeno il tempo di mangiare una banana, come fa abitualmente. Il simbolo del successo è Schumacher. E' lui che traduce in risultati il lavoro degli ottocento dipendenti della Gestione sportiva di Maranello. «Ho il privilegio di conoscerlo bene come dipendente e come uomo, di esserne amico - racconta Todt -. E ogni giorno mi stupisce la sua fame di vittoria, la sua motivazione unica». Figlio di Rolf ed Ebsabeth, Michael cresce a Kerpen, un borgo satelhte di Colonia. Sale per la prima volta sul go kart a 4 anni. Nel 1984, a 15, è campione junior di Germania. Nel '91 è il destino a spalancargh le porte della Formula 1. Bertrand Ga- chot, pilota titolare della Jordan, btiga con un tassista inglese e si fa arrestare alla vigilia del Gp del Belgio. Eddie Jordan getta nella mischia un ragazzino tedesco di 22 anni con un lungo mento e ottime referenze nelle serie minori: un tal Michael Schumacher, che si qualifica con il settimo tempo ma brucia la frizione al via. Dalla gara dopo è al volante di una Benetton grazie al fiuto di Flavio Briatore, con tante grazie a Gachot e all'inflessibile polizia inglese. Nel '94 vince il primo mondiale. La Benetton è l'unica vettura di vertice equipaggiata con motore 8 cilindri (Ford-Cosworth) contro i più potenti V10 messi in pista da Ferrari, Renault, Peugeot e Yamaha. Schumi si aggiudica otto gare, ma deve arrivare all'ultima, in Australia, per conquistare il titolo. Ha un punto di vantaggio su Damon Hill e nel finale, urtando contro le protezioni, la sua auto rimbalza nel circuito e centra la monoposto di Hill. Entrambi sono costretti al ritiro, il tedesco è iridato, ma c'è polemica sull'incidente. Nel '95 il bis in scioltezza, poi il passaggio alla Ferrari. Dopo una stagione di rodaggio con una squadra ancora da registrare e una vettura non competitiva, nel 1997 viene beffato all'ultima gara da Villeneuve, l'anno dopo da HaiJcinen a Suzuka, nel 1999 si rompe una gamba a Silverstone uscendo di pista. Ma nel 2000 è il trionfo a ventun anni dall'affermazione di Jody Scheckter, al termine di un'appassionante testa a testa con Mika Hakkinen. Ed è soltanto l'inizio. Nel 2001 Schumi fa a pezzi i rivab e vince con cinque gare di anticipo. Il 2002 è una cavalcata senza precedenti: 15 vittorie, 11 di Schumacher, 4 di Barrichello. Il tedesco è campione già nel Gp di Francia a lugho, ma riesce a imporsi ancora in Germania, Belgio e Giappone. Quarto Mondiale Costruttori per Maranello. Più sofferto il 2003. Cambiano i regolamenti. La Ferrari fatica ad adattarsi e commette errori in Australia, Malesia e Brasile. A Imola toma al primo posto ancora con la F2002, quindi vince al debutto della F2003 in Spagna. Schumi insegue e supera Raikkonen in Canada. Arrivano però momenti difficili (Francia e Ungheria). A Monza la riscossa, dopo un duello durissimo con Montoya. Infine il trionfo di Indy e la festa di Suzuka. Todt, il grande stratega: «Abbiamo conquistato l'850Zo dei punti a disposizione, vinto 6 titoli costruttori e 5 piloti di fila contro i colossi del mondo dell'auto Imprese che resteranno» I prossimi traguardi: un successo a Monza per il popolo delle Rosse, poi in Cina per il mercato, in Giappone per la Bridgestone e in Brasile per Barrichello. Brawn: «Mai un attimo di tregua» GLI UOMINI IN ROSSO a LUCA MONTEZEMOLO 57 anni, presidente. Nato a Bologna, dal '73 al 77 è stato assistente di Enzo Ferrari e responsabile della Gestione Sportiva (due titoli con Niki Lauda, 75 e 77). E' alla guida anche del Gruppo Fiat e della Confindustria. M JEAN TODT: 58 anni, dal 10 giugno è direttore generale. Nato a Pierrefort (Francia), è in Ferrari dal '93 ed è l'artefice dell'organizzazione della squadra che ha segnato il ciclo. M ROSS BRAWN: 49 anni, direttore tecnico. Nato a Manchester, esperienze in Williams ('78-'84), Lola-Hass ('85-,86), Arrows ('87-'89), Jaguar ('90-'91), Benetton ('92-^5). Alla Ferrari dal'96. aRORYBYRNE:60anni. Sudafricano di origine irlandese, è il progettista di tutte le Ferrari campioni del mondo di questo ciclo. a PAOLO MARTINELLI: 52 anni, capo Divisione Motori. Nato a Modena, è responsabile della divisione che ha dato vita allo 053, il motore campione (zero rotture nel '2004). a STEFANO DOMENICALI: 39 anni, direttore sportivo. Nato a Imola, è l'esperto dei regolamenti a LUCABALDISSERRI:42 anni, responsabile degli ingegneri di pista. Nato a Bologna è in Ferrari dal 1989. DAL1950AL1961 ■ ALBERTO ASCARI PRIMO EROE IN ROSSO Nato a Milano il 13 luglio del 1918, esordisce in Formula 1 nel secondo Gran Premio della storia, nel 1950 a Montecarlo, alla guida di una Ferrari. Conclude il campionato al 50 posto, mentre l'anno successivo è 20. Nel '52 perde la prima gara, poi infila una serie di sei vittorie consecutive che gli garantisce il titolo mondiale, poi bissato nel '53 sempre con la Ferrari. Muore il 26 maggio del '55 in un incidente a Monza. JUAN MANUEL FANGIO IL CAMPIONISSIMO Nato il 24 giugno del 1911 a Balcarce (Argentina), ha detenuto il record di campionati vinti (cinque) fino all'era Schumacher. Ma soltanto il successo del '56, giunge al volante di una Ferrari: è una sfida tra lui, il compagno di squadra Peter Collins e Stirling Moss (Maserati). A Monza, Collins cede la propria vettura all'argentino che è 17luglio'9S. MIKEHAWTHORN L'INGLESE VOLANTE Nato in Inghilterra il 10 aprile del 1929, corre cinque stagioni perla Ferrari: '53, '54, parte del '55,'57 e'58. Il titolo arriva nell'ultima, in cui conquista una sola vittoria (Gran Premio di Francia a Reims) ma molti piazzamenti. Muore in un incidente stradale nel gennaio del '59. E' il primo pilota britannico campione del mondo in Formula 1. Memorabile il suo successo nel '53, sempre in Francia, dopo un appassionante duello con Fangio. PHILHILL UN AMERICANO IN FI Nato il 15 febbraio 1929 a Miami, Phil Hill astato il primo americano di successo in Formula 1. Alla Ferrari dal '58 dopo un debutto in Maserati. vince il primo Gran Premio nel '60 a Monza e il titolo mondiale nei'61 dopo la morte del suo compagno di squadra Wolfgang Von Trips nel Gp d'Italia, penultima corsa della stagione: un incidente che costa la vita anche a tredici spettatori. Sempre con la Ferrari, nel '62 conclude 60. DAL1Ó62AL2004 JOHNSURTEES RE IN MOTO E AUTO Nato l'11 febbraio del 1924 a f Tatsf ield (Gran Bretagna), è stato sei volte campione nel motociclismo prima di decidere di passare alla Formula 1. Quattro stagioni con la Ferrari (dal '63 al '66), quattro Gran Premi vinti e un titolo mondiale nel '64 conquistato all'ultima corsa davanti a Graham Hill e Jim Clark. A metà '66 rompe con la Ferrari e passa alla Cooper Maserati. a NIKI LAUDA IL RAGIONIERE Nato a Vienna il 22 febbraio del 1949, debutta in Ferrari nel 74 alternando grandi gare a incidenti. Nel 75 domina ed è campione. Nel 76 pare destinato a un facile bis, ma un pauroso incidente al Nuerburgring lo costringe a un lungo stop. Nell'ultima gara a Fuji decide di ritirarsi per la pioggia e il Mondiale va a Hunt. Nel 77 si riscatta ed è iridato per la seconda volta. Ma il rapporto con Ferrari è incrinato: nel 78 passa alla Brabham. JODY SCHECKTER POI IL NULLA Nato a East London (Sud Africa) il 29 gennaio 1950, alla Ferrari arriva a fine carriera: nel 79 si laurea campione del mondo, pur essendo battuto nelle prime due gare dal giovane compagno di squadra Gilles Villeneuve. Alla maggiore velocità del canadese, Scheckter oppone affidabilità e regolarità di risultati, vincendo in Belgio, a Montecarlo e a Monza. Nel 1980 finisce 190 con 2 soli punti in classifica e lascia la Formula 1. MICHAEL SCHUMACHER IL CANNIBALE Nato a Hurt Hermuhleim (Germania) il 3 gennaio del 1969, ha riscritto i record della Formula 1. Arrivato alla Ferrari net '96 con due titoli mondiali alle spalle (con la Benetton), l'ha portata al successo dal 2000, rompendo un digiuno che durava da ventun anni. Duro e sofferto il primo trionfo conquistato alla penultima gara su Hakkinen, facili quelli del 2001 e del 2002, di nuovo combattuto il 2003, senza avversari di sorta il 2004. f Foto di gruppo dopo il nuovo trionfo: gli uomini della Ferrari posano davanti ai box per festeggiare la vittoria di Schumi. A quattro gare dalla fine il Cavallino ha conquistato i Mondiali piloti e costruttori