«Ho sperimentato la donazione dei morti»

«Ho sperimentato la donazione dei morti» L'ANNUNCIO CHOC IN UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA INGLESE «Ho sperimentato la donazione dei morti» li professor Zavos: impiantato il Dna di una bimba deceduta in ovuli di mucca LONDRA Cady era una bambina di undici anni morta in un incidente stradale. Il suo Dna è stato impiantato in un ovulo di mucca e ne é nato un embrione ibrido che è stato poi distrutto dal suo creatore, il discusso scienziato Panos Zavos. A raccontare il macabro esperimento é lo stesso scienziato in un documentario televisivo che andrà in onda domani in Gran Bretagna. La mamma di Cady ha detto ai microfoni di Channel 4: «Mia figlia era tutto per me. Anche se c'è una sola possibilità su un miliardo che la clonazione possa funzionare, voglio che sia fatta». Zavos tacconta che la donna lo aveva contattato nell'agosto del 2002 e gli aveva consegnato un campione di sangue della figlia morta, come avevano già fatto i disperati parenti di un uomo di 33 anni deceduto in un incidente di moto. In entrambi i casi lo scienziato ha impiantato il Dna dei morti in ovuli di mucche. Le cellule hanno cominciato a dividersi. Arrivati alla sessantaquattresima cellula (quindi oltre la dimensione di embrioni usati nelle normah procedure di inseminazione artificiale) Zavos ha interrotto il processo di clonazione e distrutto gli embrioni ibridi. «Non ho pensato neppure per un attimo di impiantare l'embrione ibrido in un utero di donna e comunque non sarebbe sopravvissuto», ha detto lo scienziato. Quelli che ha fatto e sta facendo con i campioni di sangue di Cady e dello sfortunato motocichsta sono solo esperimenti per mettere a punto una tecnica per creare cloni da persone morte. Per esercitarsi utilizza ovuli di mucca perchè sono più grandi e quindi più facili da manipolare, ma, ha aggiunto, la stessa tecnica potrebbe essere utilizzata per impiantare il Dna di una persona morta in un ovulo umano, crean- UNO SCIENZIATO DISCUSSO aPANOSZAVOS Sessantenne professore greco-cipriota trasferitosi negli Stati Uniti net 1966, Zavos ha collaborato a lungo con l'italiano Severino Antìnori. Attualmente lavora att'Androtoqy Institutedi Lexìgton, nel Kentucky. Alcune sue iniziative, in passato, hanno sollevato feroci polemiche net mondo scientifico. Net gennaio scorso, ancora a Londra (Zavos sostiene di scegliere la Gran Bretagna perché è «il paese dei pionieri delta fertilità»), Zavos affermò di avere impiantato un embrione clonato nell'utero di una donna sterile dì trentacinque anni. Il professore, tuttavia, si rifiutò di rivelare sia ilnome delia paziente, sìa la data e il luogo dell'intervento. «Non è avvenuto negli Stati Uniti, né in Gran Bretagna o in altri paesi europei», si limitò a dire. Il 4 febbraio, dal Kentucky, un nuovo annuncio: «L'esperimento è fallito». Due anni prima, Zavos disse di aver clonato e congelato un embrione umano, prevedendo la nascita dì un bimbo nel 2003, «probabilmente in Cina». Anche in questo caso, però, l'annuncio non venne pòi confermato dai fatti. do un embrione che, se impiantato in un utero, potrebbe svilupparsi in un vero clone della persona morta. Non c'è alcuna garanzia che Zavos possa raggiungere gli stessi risultati con ovuli umani. Ed anche se dovesse funzionare, le possibilità che un embrione clonato impiantato in un utero si sviluppi sono, almeno per ora, minime. E se nascesse un bambino non sarebbe certo una resurrezione, ma semplicemente una persona identica geneticamente a quella morta. «Non voglio far risorgere nessuno. I morti sono morti. Ma di loro rimangono le cellule che i loro parenti vogliono usare per riprodurre un bambino». Le rivelazioni di Zavos, sempre accolte con notevole scetticismo e disapprovazione dalla comunità scientifica, sono destinate ad aumentare le inquietudini sulla clonazione umana. Domani la Royal Society, la più autorevole istituzione scientifica britannica, chiederà alle Nazioni Unite di vietare la clonazione umana a scopi riproduttivi, ma di consentire quella terapeutica, recentemente autorizzata in Gran Bretagna. L'amministrazione americana spinge per un bando totale, ma negh Usa - ha detto il professor Richard Gardner della Royal Society - la clonazione a scopo riproduttivo non è stata ancora vietata proprio a causa dei tentativi di includere nel bando anche quella terapeutica che molti scienziati ritengono utile per trovare cure a malattie come il diabete, il morbo di Parkinson e Alzheimer. [r.cri.l