L'appello di Chirac «Liberate i reporter»

L'appello di Chirac «Liberate i reporter» DOPO IL SEQUESTRO DEI GIORNALISTI E L'ULTIMATUM LANCIATO DAI TERRORISTI IL PRESIDENTE PARLA A UNA FRANCIA SOTTO CHOC L'appello di Chirac «Liberate i reporter» Parigi non si piega al ricatto e invia a Baghdad il ministro degli Esteri Sul web nuove minacce di Al Qaeda all'Italia: colpiremo dove fa male A New York 300 mila persone hanno sfilato per le strade contro Bush CONTRO IL TERRORISMO NON CI SONO PIÙ' RIFUGI Pierluigi Battista L' IMPATTO simbolico ed emotivo del rapimento dei due giornalisti francesi sgretola luoghi comuni e consuetudini mentali e costringe a rivedere molte interpretazioni su quanto sta accadendo in Iraq. Innanzitutto il coinvolgimento della Francia di Chirac, della nazione-simbolo del dissenso occidentale all'intervento militare anglo-americano che ha spodestato Saddam Hussein recide il legame logico e fattuale tra i comportamenti dell'Occidente in Iraq e quelli delle bande terroriste. Un monito, soprattutto per chi si illude che una scorciatoia di rientro di impianto «zapaterista» possa mettere al riparo dall'assalto dei signori del terrore. Vacilla inoltre una lettura del pulviscolo terroristico in chiave «difensiva» rispetto alle truppe d'occupazione in Iraq e sulla base di un richiamo indipendentista e nazionalista contro il «Grande Satana» che avrebbe calpestato e violato il sacro suolo dell'Islam. Invece la pretesa di subordinare il rilascio di due ostaggi all'abrogazione della legge che vieta nelle scuole l'ostentazione del velo islamico (ma anche, è bene sottolinearlo, la croce cristiana e la kippah ebraica) dimostra la volontà dell'islamismo radicale di dettare l'agenda della politica internazionale, sia dei Paesi che come l'Italia più si sono esposti nella collaborazione con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, sia di quelli che si sono addirittura fattivamente adoperati per impedire l'intervento militare voluto da Bush e da Blair. E' l'Occidente in blocco che viene anatemizzato, trattato come il regno della corruzione che è compito del fondamentalismo violentare e convertire, anche con l'intervento diretto sulle leggi che le democrazie secolarizzate liberamente si danno. Lascia sgomenti ancora una volta la sapienza mediatica di chi sa colpire il nervo scoperto delle democrazie invocando la revisione non di una legge come le altre, ma di un provvedimento che anche in Francia ha innescato non sanate controversie e che si situa sul crocevia delicato dei rapporti tra politica e religione, laicità dello Stato e libertà di coscienza. E se è evidente che la Francia, per volontà di ambedue gli schieramenti, non può addivenire alle pretese dei terroristi che vogliono imporsi anche lontano dal centro nevralgico del conflitto armato, l'effetto traumatizzante è destinato a farsi sentire sul mondo rigettato in blocco dal fanatismo islamista. Senza comodi rifugi per nessuno. ^ Il presidente della Repubblica francese, Jacques Chirac, ha chiesto «solennemente» la liberazione dei due giornalisti francesi, Christian Chesnot e Georges Malbrunot, presi in ostaggio in Iraq e ha annunciato che «tutto è stato fatto e tutto sarà fatto nelle ore e nei giorni che verranno per riuscirci». Chirac ha anche reso noto che il ministro degli Esteri, Michel Bamier, partirà «immediatamente» per l'Iraq, per «sviluppare i contatti necessari e coordinare sul posto gh sforzi dei nostri rappresentanti». Una risposta ferma all'ultimatum dei terroristi che chiedevano di abrogare la legge che vieta di indossare il velo islamico nelle scuo e francesi. ^ Sul fronte americano a New York, quasi 300 mila persone hanno sfilato pacificamente per contestare la politica di Bush in Iraq. E' la più grande manifestazione politica avvenuta da decenni negli Stati Uniti, che riporta il Paese allo stesso clima di divisione della guerra del Vietnam alla vigìlia della Convention repubblicana che si apre oggi. ^ Per quanto riguarda il terrorismo nel nostro Paese, nuove minacce all'Italia sono apparse su un sito Internet islamico, con nuovi inviti a ritirare le nostre truppe dall'Iraq. «Vi colpiremo a morte - ripetono i terroristi - ma non abbiamo intenzione di attaccare il Vaticano». Pad, Ruotolo E ALTRI SERVIZI DA PAG. 5 A PAG. 9 Ieri nelle strade di Manhattan centinaia di migliaia di persone hanno protestato contro Bush e per la pace iap «wtoz/oe cavarenai