GIGANTI d'ARGENTO L'oro è dei gauchos

GIGANTI d'ARGENTO L'oro è dei gauchos L'ARGENTINA DOMINA LA GIORNATA OLIMPICA CONQUISTANDO UN DOPPIO TRIONFO: PRIMA NEL CALCIO E POI NEL BASKET GIGANTI d'ARGENTO L'oro è dei gauchos dall'Inviato ad ATENE IN sonno per mezzo secolo, l'Argentina ha scelto l'ultimo sabato di agosto per realizzare la doppietta calcio-basket, gli sport di squadra più conosciuti nel mondo. E se il gol di Tevez al Paraguay non disturba (noi avevamo già dato in semifinale), le magie di Ginobili sono il lucchetto che ha chiuso i sogni dell'Italbasket, in corsa fino all'ultimo quarto. Seconda finale della storia, come allora si è arrivati fino a Roma e non si è visto il Papa. Peccato. Resta l'emozione indelebile del successo sui lituani in semifinale, l'argento di un torneo più vero che nell'80 con il boicottaggio degli Stati Uniti e del mondo occidentale. La tensione che ha fregato la pallacanestro, sarà nemica anche della pallavolo. Altro Sudamerica da affrontare, il Brasile è una rogna e il ricordo delle Olimpiadi sprecate ai giorni di Velasco non è una buona compagnia: la sindrome dell'Inter è un tarlo comune a molti sport, quando si cerca per troppo tempo un obiettivo ci si logora. L'Italia del 2004 ha qualche carenza rispetto a quella che sbagliò la finale del '96 contro l'Olanda. E' più debole, nel senso che ha meno potenza. Il pronostico dice Brazil, c'è una striscia di successi negli scontri diretti che parla per i sudamericani di Bernardo. Hanno ritmo, una gran difesa, un gioco inventivo. Ricardo non è un Ronaldo ma un Emerson con fantasia. Montali ha chiesto al computer le risposte per contrastarne le soluzioni. Si attendono risposte. Ma, come il ruolo di favorita bruciò le energie mentali dell'Italia di Atlanta (e prima ancora di Barcellona) altrettanto può accadere al Brasile. Ci raccontano di una vigilia meno vigliacca di quella che gli azzurri vissero otto anni fa: li nacque la sconfitta, parola di Giani che la visse e che l'Italia ha estratto dal cilindro in questo finale di Olimpiade. Senza conoscere quale film ha estratto Montali dalla videoteca che ha portato in valigia, «Momenti di gloria» ci parrebbe il più appropriato. Stesso titolo per Josefa Idem e le sei ragazze della ginnastica ritmica, che danzano, da atlete, e sono state inferiori solo alle russe che si addestrano al Bolshoj. Argenti pesanti. Josefa ha 40 anni, le ginnasta azzurre non erano nate quando lei conquistava la prima medaglia a Los Angeles. Ieri ha colto la quarta e, insieme alla medaglia, la Idem portava al collo il figlio nato nel maggio di un anno fa: l'ha allattato mentre si allenava, un esempio di volontà che si sposa alla scelta di Elisa Santoni, 17 anni, romana. Nove anni fa era una bambina con un grave problema cardiaco. Le dissero che la disfunzione non le avrebbe più permesso di fare ginnastica, l'unica alternativa era un'operazione rischiosa. L'accettò. Ieri, come capitana della squadra, è stata la prima ad essere premiata. Trentunesima medaglia, contando quella sicura della pallavolo, di un'Italia che non si arrende ai propri problemi. [m. ans.l IL MEDAGLIERE AZZURRO 4R©iNTO Un'entrata di Matteo Soragna, uno degli azzurri più positivi ieri sera nella sfortunata finale persa contro l'Argentina: ma per l'Italbasket è comunque un grande risultato

Persone citate: Brazil, Elisa Santoni, Ginobili, Josefa Idem, Matteo Soragna, Montali, Tevez, Velasco