Bush, volti moderati e piattaforma dura di Maurizio Molinari

Bush, volti moderati e piattaforma dura SIAPREDOfiftAMI IL PROGRAMMA DEL CAPO DELLA CASA BIANCA PER LA SECONDA INVESTITURA DA PARTE DEL PARTITO Bush, volti moderati e piattaforma dura Il Presidente tenta di convincere gli incerti e rassicurare la base Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Volti moderati per convincere gli incerti, piattaforma conservatrice doc per compattare la base e il progetto di trasformare l'America in una «società di proprietari» nel tentativo di disegnare un nuovo orizzonte di benessere e prosperità. Così George W. Bush guida il Grand Old Party repubblicano alla Convention del Madison Square Garden che si apre domani sera a poca distanza da dove sorgevano fino all'11 settembre 2001 le Torri Gemelle abbattute dai kamikaze di Al Qaeda Alla vigilia dell'apertura dei lavori i sondaggi danno Bush in parità statistica con il rivale democratico John F. Kerry, indicando la sua forza nella compattezza della base {all'ao per cento ha già deciso di votare per lui) e la sua debolezza nella capacità di conquistare gli incerti (il 55 per cento dubitano del Presidente). Proprio nel tentativo di sedurre i dubbiosi la Convention si presenta con i volti di moderati come l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, il senatore democratico della Georgia Zen Miller, l'ex rivale di Bush nel 2000 John McCain e il governatore della California Arnold Schwarzenegger e quello dello Stato di New York, George Pataki. «Avremo sul palco tanti moderati quanti generali c'erano alla Convention democratica di Boston», assicura il californiano Dan Schnur, guru elettorale, confermando che la destra cristiana resterà in secondo piano. A sostegno di questo approccio sono arrivate le dichiarazioni del vicepresidente Dick Cheney, che sui matrimoni gay si è detto contrario al bando costituzionale proposto da Bush. La strategia disegnata dal consigliere politico Karl Rove è simile a quella con cui Bush si fece rieleggere governatore del Texas nel 1998, quando i repubblicani ebbero perfino l'adesione di uno dei volti più noti dei democratici dello Stato. A garanzia della compattezza della base c'è invece la piattaforma «A Safer and Mo- re Hopeful America» (un'America più sicura e piena di speranze). Novanta pagine redatte in gran riserbo ed approvate dall'apposita commissione di 110 membri durante una riunione a porte chiuse avvenuta solo martedì scorso al Jacob Javitz Center. «Questa piattaforma politica assomiglia al Progetto Manhattan» (che portò alla realizzazione dell'atomica), ha scritto sul «V\foshingtpn Post» l'opinionista conservatore Robert Novack, sottolineando che è stata «dettata da Bush e consegnata ai repubblicani come avvenne per i Dieci Comandamenti». Le prime 41 pagine descrivono Bush come leader della guerra al terrorismo e le restanti riassumono le posizioni dell'Amministrazione maturate negli ultimi quattro anni che tengono assieme i conser¬ vatori: opposizione al diritto d'aborto e ai matrimoni omosessuali, sostegno alle politiche compassionevoli per i bambini e allo sviluppo ulteriore della difesa antimissile, al prolungamento dei tagli delle tasse del 2001 e 2003 e all'abbandono del Protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas inquinanti, via libera alle limitazioni della ricerca sulle cellule staminali e a una legge sull'immigrazione che sia «sicura, legale e unSIna»;'1 Peirassicurare lo zoccolo duro dal testo sono stati anche depennati i riferimenti agli ex presidenti democratici Franklin D. Roosevelt e LyndonB. Johnson. Ma la carta con cui Bush tenterà di conquistare i cuori e le menti della maggioranza degli americani è la proposta di trasformare gli Stati Uniti in una «società di proprietari». Il terreno scelto per battere Kerry è quello su cui il rivale è più forte - l'economia - e la ricetta è opposta a quella dei democratici. Se da Boston è uscita la proposta di un'assistenza sociale più estesa e di un'assistenza medica pubblica che, come disse Kerry dal palco, «spetti come diritto per nascita a ogni cittadino», Bush propone la «società dei proprietari» nella quale ogni cittadino potrà risparmiare e investire di più, recitando un ruolo maggiore nella gestione della propria assistenza medica e dei propri fondi pensione. Così il ministro del Tesoro John Snow spiega a «Business Week» la riforma che ha in mente Bush: «Venticinque anni fa in pochi avevano azioni a Wall Street, ora ce l'hanno il 50 per cento degli americani. Il Presidente vuole dare alla gente maggiore controllo e responsabilità nella gestione di pensioni, sanità e sicurezza economica». Fra le proposte in cantiere vi è l'idea che i lavoratori riceveranno premi fiscali - fino a mille dollari per pagare le polizze assicurative assieme a detassazioni per chi attiverà nuove assicurazioni mediche, assegnando all'individuo - e non al suo datore di lavoro - la gestione delle forme di assistenza prescelta. Il presidente della Federai Reserve, Alan Greenspan, ha aperto la strada a questo tipo di proposte quando, due giorni fa, ha ammonito sui rischi che incombono sull'erario pubblico a causa dell'imminente pensionamento della generazione dei babyboomers. Sarà Bush a fare il resto, parlando da un palco circolare a funzionamento idraulico posizionato al centro del parterre dei delegati quasi fosse un ring. L'altra differenza rispetto a Boston si annuncia l'approccio al rivale: se allora Kerry scelse di evitare attacchi frontali a Bush, in questo caso Ed Gillespie, presidente dei repubblicani, ha preparato un assalto in piena regola per demolire Io sfidante, presentandolo come «inadatto a diventaìrè" Comandante in capo». «I preamboli sono finiti, l'attacco sarà aggressivo», assicura Ken Khachigan, stratega repubblicano. Il preambolo della piattaforma lo anticipa: «Il 2 novembre gli elettori avranno di fronte una scelta chiara tra forza e incertezza, fra risultati e retorica, fra ottimismo e pessimismo, fra libertà e paura». Bush bacia la moglie Laura al termine dell'ultimo comizio prima delia convention -