Mosca: «Sono state due kamikaze cecene» di Anna Zafesova

Mosca: «Sono state due kamikaze cecene» IL CREMLINO CONFERMA LA PISTA TERRORISMO Mosca: «Sono state due kamikaze cecene» Un gruppo legato ad Al Qaeda: «Li abbiamo dirottati noi» Anna Zafesova MOSCA Era una bomba, erano kamikaze cecene: il Cremlino non vuole o non riesce più a nascondere la verità sul duplice disastro aereo che già viene chiamato «l'il settembre russo». Ieri i servizi segreti Fsb hanno ammesso che sui frammenti del Tupolev che volava da Mosca verso Soci sono state trovate tracce di esplosivo. Anzi, più precisamente di exogen, il «marchio di fabbrica» del terrorismo ceceno, la stessa sostanza che aveva provocato le stragi di Mosca del 1999. Ad ammetterlo è stato il portavoce dell'Fsb, Serghej Ignatcenko, la stessa persona che 48 ore prima aveva assicurato che l'esame dei rottami avrebbe escluso ogni ipotesi di attentato. Dunque, almeno 46 delle 90 persone perite martedì sera nei cieli russi sono vittime dei terroristi e, per quanto Ignatcenko abbia detto di non disporre di novità riguardo al volo Mosca-Volgograd, è evidente che le due tragedie si sono svolte nello stesso modo. Ovviamente a questo punto risulta difficile credere alle dichiarazioni delle stesse autorità che avevano consapevolmente mentito sulla vicenda. Ma dalle ricostruzioni fatte da diverse fonti appare chiaro che si tratta di terrorismo, ceceno quasi certamente, che ha utilizzato per il suo mini 11 settembre la solita tecnica delle ragazze kamikaze. A bordo di ciascuno dei due aerei c'era una passeggera cecena. S.Dzhebirkhanova volava verso Soci, aveva comprato un biglietto per la mattina del 25 agosto - un Iliushin che avrebbe avuto a bordo almeno 300 persone - ma all'improvviso tia deciso di anticipare la partenza alla sera del 24. Amanta Nagaeva invece è salita sul volo per Volgograd. I parenti di entrambe le donne non si sono fatti vivi per identificare e ritirare le salme, sono le uniche vittime dei disastri che non sono state cercate da familiari o amici. Circostanza singolare che ha attirato subito l'attenzione degli inquirenti. Anzi, i resti mortali della Nagaeva sono stati ritrovati solo ieri pomeriggio, in uno stato tale da far pensare che si fosse trovata al centro del disastro. Secondo le ricostruzioni, le due donne hanno scelto i sedili posteriori dove hanno estratto con calma gli ordigni, sono andate nella toilette e li hanno attivati. Per l'esperto Adolf Mishuev si poteva essere trattato anche di un pacco grande quanto una saponetta: l'exogen ha una potenza doppia rispetto al tritolo e l'innesco poteva anche essere di plastica, per non suonare al metal detector. Quattrocento grammi sarebbero bastati a squarciare la fusoliera, la depressurizzazione a 10 mila metri di quota ha fatto il resto. A favore di questa ipotesi parla l'identica disposizione dei rottami dei due aerei, prima là cabina passeggeri, noi quella dei piloti e poi la coda, che può essere stata scaraventata avanti solo da un'esplosione. La polizia sta già indagando sui trascorsi delle due donne. Amanta Nagaeva, 27 anni, na¬ ta a Vedeno e residente a Grozny, era sorella di un giovane che tre anni fa fu arrestato dai soldati russi e di cui non si hanno più notizie. Sulla Dzhebirkhanova non si sa nulla: nel suo biglietto, contrariamente alle regole, invece del nome c'è solo l'iniziale. Una svista dovuta forse alla fretta, aveva comprato il biglietto quando l'aereo stava per decollare, probabilmente per avere il posto in ultima fila. Se la pista delle kamikaze cecene trovasse conferme sarebbe smentita la rivendicazione delle Brigate Al-Islambuli, un gruppo legato ad Al Qaeda, che hanno annunciato di aver piazzato 5 mujaheddin su ogni Tupolev. Nelle liste passeggeri non figurano altri nomi «islamici». L'Fsb si è rifiutato di commentare, ma da quanto trapelato finora sembra che i due disastri simultanei siano un «classico» ceceno, le ragazze kamikaze che già avevano agito nel teatro Dubrovka, nelle stragi di Mosca dell'anno scorso e in innumerevoli attentati nel Caucaso. Ma la ricostruzione degli eventi continua a rimanere contraddittoria. Ieri si è. scoperto che requipaggib del volò'per Soci aveva mandato non uno, ma ben due allarmi dirottamento (i bottoni Sos si trovano sia nella cabina di pilotaggio che nel salone passeggeri). La torre dì controllo aveva contattato il velivolo senza ottenere risposta, ina l'aereo a un cèrto punto ha visibilmente cambiato rotta: un segnale convenuto per far capire a terr^ che c'è qualcosa che non va quando i contatti a voce diventano impossibili. Quindi le terroriste non si sono semplicemente fatte esplodere, prima c'èra stato un tentativo di dirottamento? Ma questa ipotesi viene contraddetta dai nastri delle scatole nere che, su entrambi gli aerei, si interrompono all'improvviso senza segnalare emergenze. Il fratello di una delle ragazze è scomparso tre anni fa dopo essere stato arrestato da soldati russi a Grozny L'equipaggio di uno degli aerei aveva lanciato due avvisi di dirottamento e ha cambiato rotta Forse un segnale per indicare quanto accadeva I dolore dei parenti di una vittima dell'attentato

Persone citate: Adolf Mishuev, Amanta Nagaeva, Ignatcenko, Iliushin, Nagaeva, Serghej Ignatcenko

Luoghi citati: Grozny, Mosca, Soci