Vertice da Berlusconi, due tappe per rilanciare Forza Italia di Gigi Padovani

Vertice da Berlusconi, due tappe per rilanciare Forza Italia BONDI, CICCHITTO E SCHIFANI A PORTO ROTONDO PER L'AGENDA D'AUTUNNO. OGGI ARRIVA SCAJOLA Vertice da Berlusconi, due tappe per rilanciare Forza Italia Il rafforzamento dei Club e una scuola di partito per i giovani azzurri Gigi Padovani Adesso gh occhi di tutti sono puntati su un convento trasformato in albergo, nella dolce Umbria cara a Sandro Bendi, deve da tre anni Forza Itaha riapre la sua attività pohtica autunnale: a Gubbio, dal 9 all'I 1 settembre, si terrà il seminario azzurre deciso da tempo. Secondo molti sarà quello il vero congresso di Forza Italia, dopo la «convention» all'americana di Assago, diventata ima passerella pre-elettorale. Da tempo a Silvio Berlusconi stanno arrivando segnali di un malessere nel partito che si è acuito dopo il brutto risultato del partito alle Europee. E così sono nate varie iniziative: quella pohtica del coordinatore Bendi e del suo vice, Fabrizio Cicchitto, per varare un Ppe itahano, e quella organizzativa che punta a un nlancio di via dell'Umiltà (la sede nazionale) con l'ingresso di una ((mano forte» come quella di Gianfranco Miccichè, il viceministro e coordinatore siciliano. A queste insofferenze si aggiungono quelle emerse in modo clamoroso da parte di Roberto Formigoni al Meeting di Rimini e la volontà del Cavaliere di ridefinire il molo dei coordinatori regionali, sancendo in modo ufficiale il principio della (dncompatibihtà» tra cariche di partito e di governo. Di queste ed altro si è parlato ieri a Villa Certosa, in un vertice molto atteso, al quale hanno partecipato Bendi e Cicchitto, oltre al capogruppo al Senato Renato Sdùfani. In uno scarno comunicato al termine dell'incontro si parla della volontà di consolidare «Forza Itaha come un partito stabile e forte sul territorio nazionale». Si vuole investire sui giovani anche con la realizzazione di una scuola di fonnazione per le «nuove leve azzurre» e rilanciare il ((partito dei club». Tra i temi affrontati, anche la nascita di un ((ufficio pohtico» che comprenda tutte le aree del partite e i congressi comunali, oltre al seminario dei parlamentari ad ottobre. REGIONI A RISCHIO. I dirigenti di Forza Italia hanno portato al presidente un dossier ricco di punti interrogativi, il primo dei quali riguarda il rilancio del partito in vista delle Regionali 2005. «Ci sono molte situazieni a rischio», hanno detto al premier, «e dobbiamo prepararci ad affrontarle». Se Ghigo, Formigoni, Galan e Fitte non si discutono, i problemi maggiori sono in Lazio, in Calabria, in Liguria. Per non cedere tre Regioni all'Ulivo, potrebbe scat- tare una «operazione-calamita» cui sta pensando il "Cavaliere (con il recupero dei radicali, e di Mastella), dall'esito incerto. Qualcuno già parla di una campagna per il voto del 2005 che sarà molto «federalista», in quanto condizionata anche dagh Statuti e da diversi sistemi eletterali: richiederà quindi un ruolo ancora più forte dei coordinatori. I COORDINATORI. Tra i più «saldi», anche perché non hanno doppi incarichi e di più recente nomina, ci sono il piemontese Guido Crosetto, la emiliana Isabella Bertolini, il toscano Denis Verdini (considerato tra i più vicini a Bendi), il veneto Giorgio Carollo e il ligure Enrico Nan. Appaiono più a rischio le posizioni del lombardo Paolo Romani (con un passato di scajoliano e soprattutto presidente di commissione), del campano Antonio Martusciello (sottosegretario), del pugliese Salvatore Mazzaracchio (assessore regionale). Più incerto il futuro di Antonio Tajani (capogruppo a Strasburgo e coordinatore in Lazio) e Miccichè, tutti dipende da come verrà considerato il loro ruolo nel rilancio nazionale: sono entrambi troppo forti per essere spodestati senza un loro pieno assenso. Spiega Crosetto: «Tutti noi attendiamo le risposte che Assago non ha dato: siamo radicati e no? Abbiamo la classe dirigente giusta? Quale è il futuro del partito, nell'ambito di una riorganizzazione del sistema politico italiano? Le soluzioni sono organizzative e politiche, e sul secondo versante U dibattito aperto da Bendi sul Ppe itahano non è una 'boutade estiva"». Di certo, l'idea ha tutto il consenso del premier. LE COMPONENTI. A fine lugho ha fatto molto rumore la (detterà degh ottanta» inviata a Berlusconi perché si occupasse del partito dopo la sconfitta alle Europee. Tra i firmata¬ ri c'era anche un dirigente di via dell'Umiltà, il responsabile tesseramento Gregorio Fontana (fedelissimo di Scajola). Bendi e Cicchitto gh chiesero di dimettersi, lui andò dal premier, dal quale ebbe invece un incoraggiamento. «Sono contento dice Fontana - che ora si affrontino quei problemi, pesti dal nostro appello. Òli parlò di un complotto tra Scajola e Casini per azzerare Berlusconi ora capirà che erano fanfarate per dipingerci come eretici e annullare le questioni aperte». Tra i firmatari c'erano Gastaldi, Cicu, Armosino, Vitali, Saponara. Non tutti scajoliani. Lui, il ministro al Programma, tace in vacanza e aspetta la convocazione a Villa La Certosa: chi dice per oggi, chi per lunedì. Intanto, nel partito è nato - come in An ci sono i finiani - un gruppo di «berlusconiani» dee: tra loro, il responsabile giovanile Simene Baldelli, il senatore Lucio Malan, il plenipotenziario sul mende cattolico Francesco Giro. E poi ci sono i ((bondiani», come Pippo Fallica e Maurizio Lupi, oltre a Cicchitto e Verdini. Si vedrà se Mario Mauro e Formigoni riusciranno a dar fiato al progetto «ciellino», mentre per gh ex de il punto di riferimento sarà Follini. A Gubbio potrebbe esserci la prima «conta». Presto una decisione sui coordinatori regionali, incompatibili con incarichi di governo