Shalom-Shaat, primo incontro dopo 8 mesi di Carla Reschia
Shalom-Shaat, primo incontro dopo 8 mesi A RIMIMI I DUE LEADER CONCORDANO TRA MOLTE DIVERGENZE SULLA NECESSITA' DI TORNARE AL DIALOGO Shalom-Shaat, primo incontro dopo 8 mesi I ministri degli Esteri israeliano e palestinese parlano di pace: un successo di Frattini Carla Reschia RIMIMI Infine, sia pure per il breve spazio di un convegno molto mediatico, davanti a mighaia di persone palestinesi e israeliani si sono seduti allo stesso tavolo e si sono parlati, concordando sulla necessità di negoziare la pace. Anche se sul significato stesso da attribuire alla parola e sui suoi contenuti le opinioni sembrano restare lontane, il ministro degh Esteri palestinese NabU Shaat e il suo omologo israeliano, Sylvan Shalom, incontrandosi di nuovo per la prima volta dal dicembre scorso, hanno manifestato disponibilità a rilanciare il percorso della Read Map, sepolto dalla violenza quotidiana ma giudicato da entrambi l'unica via praticabile, e quindi a riprendere le trattative da tempo neglette. «Ci impegniamo a favore di una pace giusta e duratura, al cessateil-fuoco, a terminare ogni violenza, ad accettare osservatori internazionah, per la Road Map», ha scandito Shaat. «Una pace vera ha subito aggiunto Shalom - che porti realmente fine alle violenze, con cambiamenti reali». Un successo diplomatico per il ministro Franco Frattini, puntuale ospite del Meeting di Rimini (l'anno scorso, proprio il 26 agosto, h aveva parlato di Iraq), ispiratore e terzo interlocutore mia tavola rotonda dedicata alla politica intemazionale, preceduta da una colazione di lavoro a tre negh uffici della presidenza della Fiera di Rimini. Presentatosi da solo ai giornalisti dopo l'annullamento di un'annunciata conferenza congiunta con i due coUeghi, Frattini ha potuta così annunciare che è «ora di fermare la scia di morte in Medio Oriente e riprendere la via del dialogo», rivendicare il ruolo dell'Italia, «casa del dialogo» fra diverse culture e chiedere per l'Europa uno spazio e una presenza centrah nel guidare la ripresa e la conduzione della trattativa israelppalestihese. Lo stesso Shalom, del resto, aveva ricordato come secondo molti, «Israele dovrebbe fare parte dell'Europa» e Shaat ne aveva chiesto espressamente l'intervento. Per il nostro Paese il ministro ha prospettato anche un possibile ruolo operativo, offrendo assistenza nell'addestramento della pohzia palestinese. Conclusione possibilista, incoraggianti dichiarazioni di principio: «Israele è pronto a coghere ogni opportunità e a concludere la pace con tutti i vicini, dalla Siria, alla Giordania, ai palestinesi», ha detto Shalom; «Ci impegniamo a creare una democrazia perché ebrei e musulmani possano vivere insieme», ha fatto eco Shaat. Il confronto, serrato e a tratti aspramente polemico, tuttavia si è arenato sui consueti scogli: il ruolo di Arafat, esautorato da Israele ma difeso ben oltre il suo effettivo credito personale dai palestinesi nel nome della libertà di scelta; il govemo Abu Ala, che per la pace «ha fatto poco»; i prigionieri palestinesi che Shaat vorrebbe liberi perché «pohtici» e Shalom no quando «sono assassini di cittadini innocenti»; il contestatissìmo muro: «Lo completeremo», ha ribadito Shalom; la triste contabilità dei morti, «Noi non mandiamo kamikaze a uccidere civili innocenti», ha rephcato Shalom a Shaat che gli ricordava le mighaia di vittime palestinesi, quattromila di cui il 6007o bambini. Ma, infine, il dialogo c'è stato e lo slogan del Meeting di Rimini quest'anno recita: «Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta». Il nostro Paese offre assistenza per raddestramento della polizia Anp Da sinistra Nabil Shaat, Franco Frattini e Sylvan Shalom durante l'incontro di Rimini
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