Lo sgomento del padre la notizia arriva dal tg di Fabio Poletti

Lo sgomento del padre la notizia arriva dal tg SILENZIO E LUCI SPENTE NELL'AGRITURISMO DELLA FAMIGLIA A PRECI Lo sgomento del padre la notizia arriva dal tg Il figlio: «Ma è vero? Su quale canale la stanno trasmettendo?» Il dramma dopo una giornata trascorsa tra ottimismo e speranza reportage Fabio Poletti inviato a PRECI (Perugia) LA notizia arriva che sono passate le 11 direttamente dalla tv satellitare al Jazeera. Raffaele Baldoni, il fratello di Enzo Baldoni, al telefono non vuole dire quasi niente. E' sotto shock, sembra volersi aggrappare a una flebile speranza: «Ho saputo anch'io della morte di Enzo, ma non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali. Aspettiamo, aspettiamo ancora». Nell'agriturismo di Preci, gestito dai famigliari di Enzo Baldoni, non c'è più nessuno. Solo una cameriera che vede l'agitazione dei giornalisti, chiede notizie e poi scappa via in lacrime con le mani sul volto. Un turista tedesco si avvicina: «Le mie condoglianze al popolo italiano». La cognata parla a un telefonino e chiede con la voce rotta dall'emozione: «Ma è possibile? Ma siete sicuri?». Eppure non doveva finire cosi. Per tutto il giorno i segnali erano stati diametralmente opposti. Antonio Baldoni, il padre del giornalista scomparso in Iraq e poi ucciso, al pomeriggio si era affacciato alla finestra della sua casa di Visso, le dita incrociate, e un augurio; «Aspettiamo e speriamo. Questo è il momento di stare zitti». Erano i momenti in cui dalla Croce rossa arrivavano segnali che un canale era aperto. Poi a tarda sera, quando l'uomo era solo nella sua casa, la notizia dal tg : Antonio Baldoni ha guardato il telegiornale e ha saputo quanto c'era da sapere. Da quel momento è stato un continuo suonare di telefonino. A Licata, vicino ad Agrigento, in casa di Giusy Bonsignore, la moglie di Enzo Baldoni, una voce maschile - probabilmente il figlio Guido - risponde al telefono. Gli chiedono se ha visto il Tg con la notizia della morte del padre. Cala il silenzio. Forse non sa ancora. Ha ancora la forza di chiedere: «Su quale canale?». Poi attacca. Al primo piano della palazzina di corso Roma, attraverso le serrande abbassate, si vede riaccendersi una luce. Pochi attimi, poi si spegne. I carabinieri della stazione di Licata dicono «di essere certi che la famiglia è stata messa al corrente della notizia» ma aggiungono di non essere stati loro a comunicarla e «di non avere ricevuto informazioni da Roma». La giornata era cominciata nel segpo dell'ottimismo. E il più ottimista era il padre: «Ci sentiamo con Scelli... Confidiamo molto nel suo lavoro. So che c'è un canale aperto: spero che dall'altra parte non dicano solo Inshallah». Ma quello che più lo aveva colpito era il messaggio alla televisione del Qatar del ministro degli Esteri italiano: «Mi sembra che ci sia un cambiamento di rotta da parte del governo. Lo considero un segnale positivo». E invece non sembra essere bastato. Antonio Baldoni, ieri, aveva preferito evitare di farsi vedere all'agriturismo di Preci, cinque chilometri più a valle, dove c'erano giornalisti, telecamere, fotografi, le parabole della tv, ima camionetta dei carabinieri che fa avanti e indietro, i turisti che passano e vogliono sapere le ultime notizie, anche se a distanza. Ieri pomeriggio, qualche ora prima che arrivasse la terribile notizia, aveva voluto ringraziare pure lui il ministro Frattini per quel messaggio alla tv araba: «Il suo è stato un buon segnale». Poi aveva sorriso, mentre guardava l'orologio al polso: «L'ultimatum è scaduto. Non abbiamo ancora saputo niente. C'è solo da aspettare». E si sperava anche giù, a Licata, dove Giusy Bonsignore era stata raggiunta dal fratello Luigi e dai figli. Guido e Gabriella, ieri in televisione per quel! appello che si concludeva con un sorriso al padre. La porta di casa loro era rimasta chiusa, assediata dalle telecamere. La moglie di Enzo Baldoni parlava solo al telefono e nelle sue parole c'era l'implicita conferma che erano arrivati segnali positivi, che c'era più di una rassicurazione sullo stato delle trattative per arrivare alla conclusione della vicenda, che c'erano canali aperti che valeva la pena di esplorare. Era più dì un riconoscimento. Era molto di più della constatazione che Enzo Baldoni era con loro - la foto con la pettorina bianca e la croce rossa al collo è ancora sul suo diario elettronico in rete - nell'ultimo viaggio da Baghdad a Najaf, dove si sono perse le sue tracce, dove forse è stato ucciso Ghareeb, l'interprete, l'autista, l'amico palestinese (lei giornalista freelance arrivato m Iraq a Ferragosto, con l'impossibile proposito di intervistare il leader radicale Moqtada Al Sadr e in testa l'idea di scrivere un libro su un Paese martoriato da troppe guerre. Ida Baldoni, l'altra sorella, in cucina nell'agriturismo affollato di turisti anche se il tempo è quello che è, non vorrebbe parlare, si capisce che c'è la consegna del silenzio: «Ci teniamo il nostro dolore. Continuiamo a sperare che chi di dovere sappia aiutarci». A sera, non c'è più nulla da sperare. A Licata, nell'abitazione della moglie Giusy, era stata una giornata di speranza ! Sembrava fossero arrivati segnali positivi Il fratello Sandro aveva fiducia «C'è stato un cambiamento di rotta da parte del governo italiano» :'?-:- vN^ ! Il fratello del rapito, Raffaele Baldoni