«Alitalia è fuori rotta, bisogna fare in fretta» di Raffaello Masci

«Alitalia è fuori rotta, bisogna fare in fretta» INCONTRO CON SINISCALCO. MCKINSEY: ENTRO IL 2006 VA TAGLIATO IL 250Zo DEL PERSONALE «Alitalia è fuori rotta, bisogna fare in fretta» Cimo!!: in calo i passeggeri e la quota di mercato, serve l'impegno di tutti Raffaello Masci ROMA La maratona negoziale su Alitalia continua, in un clima teso per l'addensarsi di nubi sulle prospettive della compagnia. Su alcuni punti del contendere, però, si sta facendo chiarezza. Intanto l'amministratore delegato (e presidente) del gruppo ha, per la prima volta in questi giorni, fornito una diagnosi ufficiale della situazione, con cifre che fino a ora erano solo state riportate da fonti sindacali. Il governo poi, nella persona del ministro dell'Economia Domenico Siniscalco (azionista di maggioranza della compagnia) ha detto direttamente a Cimoli, incontrandolo ieri, che ((può contare su tutto il sostegno dell'esecutivo» al suo tentativo di salva1 re l'azienda. Il viceministro delle Infrastrutture, Mario Tassone, ha confermato che non si sta pensando a un commissariamento, quanto piuttosto a un accordo tra le parti, secondo tradizione. La Borsa ha accolto tutto questo con un freddò ottimismo, e dopo il tonfo di tre giorni fa e l'afflato di vita di mercoledì, ieri ha conosciuto una debole ripresa, segnando un più mezzo punto. Venendo al quadro delineato da Cimoli, il manager ha confermato ai suoi collaboratori la forte criticità in cui l'azienda versa. «Dopo aver ricordato l'ascesa deUe compagnie low cost - dice una nota - il presidente e amministratore delegato ha sottolineato che tutti gli indicatori di performance nei primi cinque mesi del 2004 sono negativi: i passeggeri sul mercato nazionale sono diminuiti dell'I l0Zo e la quota di mercato è quindi scesa al 4507o, lo yield (il guadagno per posto-passeggero, ndr) sul mercato intemazionale e intercontinentale è diminuito del 2,50Zo e i ricavi di luglio e agosto non hanno raggiunto i livelli attesi». Il manager, però, ha voluto gettare il cuore oltre l'ostacolo e pensare in positivo: «Per quanto riguarda il piano - dice ancora la nota - ha ricordato che la riduzione dei costi di approvvigionamento è stimata in oltre 200 milioni di euro nel primo biennio, di cui oltre 100 verranno realizzati già nel 2005. L'aumento della produttività di tutte le aree operative avrà un beneficio pari a 320 milioni di euro. Entro il 2006 l'area commerciale è chiamata a dare un contributo di circa 250 milioni di euro. Entro il 2005 si prevede l'apertura di 16 nuove rotte e l'attività in Tko (tonnellate per chilometro offerte, ndr) aumenterà entro il 2006 del 130Zo a parità di flotta. Nel biennio 2007-'08 si prevede lo sviluppo della flotta e l'apertura di diversi nuovi collegamenti con una crescita complessiva delle Tko rispetto a oggi del 280z6». Cimoli ha così sintetizzato: l'azienda ha «gravi problemi che è chiamata a superare con determinazione e rapidità per poter rimanere sul mercato»; il top manager ha «richiamato tutti a una partecipazione determinata, in modo da permettere all' azienda di superare questo momento di difficoltà e avere un futuro sereno». Fonti della compagnia tengono a precisare che Cimoli «non ha parlato di esuberi». Il che però, anziché rassicurare, ha lasciato campo alle varie ipotesi circolate nei giorni scorsi. Secondo fonti sindacali, al tavolo della trattativa sul personale di terra l'azienda ha presentato delle «slide» elaborate dalla McKinsey (advisor dell'Alitalia) secondo le quali per raggiungere, entro il 2006, 45 milioni di euro di risparmi, saranno necessari interventi sul lavoro che riguarderanno il 2507o del personale di staff. Un dato che è stato tradotto dai sindacati in 5-6 mila esuberi. Ieri l'azienda ha smentito questi numeri, ma pare ormai assodato che la sola «estemahzzazione» dell'handling comporterebbe un taglio di circa 5 mila unità. Anche sull'assenteismo i sindacati hanno contestato le cifre di Alitalia. «I dati fomiti dalla compagnia - ha detto il segretario nazionale della Uiltrasporti, Marco Veneziani - sono esatti ma non tengono conto delle assenze per maternità, congedi parentali e infortuni. Ovvero di un buon 60Zo rispetto all'11% di assenze denunciate». Alitalia, per tutta risposta, ha confermato i dati fomiti ai manager dallo stesso Cimoli. Dispute, ma sostanziali, dato che si sta parlando di unità da tagliare. Il sindacato, infatti, vede in questa disseminazione di cifre, una criminalizzazione dei dipendenti (e dei loro rappresentanti). L'irritazione per questo bombardamento comunicativo è altissima. Epifani stesso ha detto che si vuole gettare la responsabilità della crisi tutta sui lavoratori. Veneziani della Uiltrasporti e Bonanni della Cisl hanno stigmatizzato questo strisciante ricatto sui dipendenti che, non tanto l'azienda quanto il governo, starebbe introducendo al tavolo delle trattative. Anche i politici dell'opposizione hanno evidenziato questa linea vessatoria. Lo ha fatto il responsabile economico dei ds Pierluigi Bersani, e anche il leader dell'Udeur Clemente Mastella. Quanto al responsabile trasporti della Margherita, Giorgio Pasetto, ha letto nelle varie dichiarazioni di esponenti del governo, l'emergere della linea voluta dalla Lega: che Alitalia fallisca. I sindacati contestano le cifre sull'assenteismo «Quell'I 107o comprende infortuni, maternità e congedi parentali Stop al bombardamento sui mass media contro i lavoratori»

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