Lo buttano in un campo perché lo credono morto di Alessandra Cristofani

Lo buttano in un campo perché lo credono morto UN MAROCCHINO AD ASSISI. INDAGATI I DATORI DI LAVORO Lo buttano in un campo perché lo credono morto Muratore «in nero» cade da un'impalcatura in un cantiere edile L'immigrato non voleva rivelare ai carabinieri cosa gli era successo Alessandra Cristofani ASSISI L'hanno buttato in un campo e poi l'hanno abbandonato. Poco prima era caduto dall'impalcatura di un cantiere edile dove lavorava «in nero» e i suoi datori di lavoro, padre e figlio, credendo fosse morto (anche se aveva soltanto perso i sensi) se ne sono liberati così. Non volevano avere guai. Hanno deciso di trasportarlo sul cassone di un camion e di farlo scomparire nelle campagne di Assisi. È la drammatica storia di Abdslam, muratore marocchino dai mille mestieri (è stato anche falegname e macellaio nei suoi 10 anni di vita da emigrante in Italia): è stato solo grazie all'intervento occasionale di una pattuglia di carabinieri e alle immediate cure in ospedale che se l'è cavata con ferite non gravi. E adesso vuole tornare in Marocco, dalle sue due bambine, perchè ha paura. Nonostante questa vicenda che la Cgil ha definito «di gravità inaudita» e l'eurodeputato dei comunisti italiani Marco Rizzo «una pagina nera» - Abdslam dice comunque «di non avere niente contro l'Italia e gli italiani» e aggiunge che prima di questa terribile esperienza era «sempre stato trattato bene». Per i suoi datori di lavoro, intanto, è partita la denuncia: sono accusati di omissione di soccorso, violazione delle norme di sicurezza nell'ambiente di lavoro oltre che di lesioni gravi. La loro attività viene adesso passata sotto la lente di ingrandimento dai carabinieri e dagli organi preposti al controllo del mondo del lavoro. La vicenda è cominciata l'altro ieri sera nelle campagne di Assisi, in località Le Viole. Una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile della locale compagnia, diretta dal tenente Florindo Rosa, stava perlustrando una stradina, quando sul ciglio hanno notato un corpo immobile. Era proprio quello di Abdslam, 34 anni, marocchino, residente ad Assisi, con regolare permesso di soggiorno. L'uomo era privo di sensi, aveva alcune ferite e un grosso ematoma alla gamba destra. È stato quindi soccorso e trasportato all'ospedale di Assisi, dove è stato immediatamente opera¬ to. Quando ha ripreso i sensi, ai carabinieri ha detto di ricordarsi soltanto di un grande botto e di non sapersi spiegare come e perchè si trovasse lì con loro. Nel frattempo i militari, che in un primo momento avevano anche pensato che potesse essere un ladro caduto mentre cercava di rubare, avevano accertato che era uno straniero regolare e che per di più era conosciuto da tutti nella zona come «un grande lavoratore». Hanno insistito e il muratore ha continuato a prendere tempo, spiegando di essere stato investito da un'auto. Ma alla fine si è deciso a raccontare la verità. Era caduto da un'impalcatura nel cantiere edile di Sant'Eracho di Foligno, non lontano dal luogo dove era stato soccorso. Lì veniva pagato in nero: 35 euro all'ora. Il suo datore di lavoro è un siciliano di 41 anni, da tempo residente a Perugia. I carabinieri di Assisi, con il supporto dei colleghi del comando provinciale di Perugia, diretti dal colonnello Renato Gatti, sono andati al cantiere. Hanno trovato alcuni testimoni, che hanno raccontato la scena dell'incidente e del tentativo di nasconderlo: l'uomo che cade, poi le frettolose operazioni di «carico» da parte dell'impresario e del figlio diciannovenne sul cassone di un camion. E così è emersa la verità: quando l'operaio è caduto, aveva perso i sensi. Il datore di lavoro, credendolo morto, per non avere guai, aveva deciso di liberarsene subito, scaricandolo in un campo non lontano. Se i carabinieri non fossero intervenuti, sarebbe rimasto per tutta la notte privo di soccorsi, con il rischio di morire. Adesso i sindacati denunciano: soltanto per la ricostruzione del dopo-terremoto del 1997 in Umbria sono stati aperti 6 mila cantieri e sono arrivate moltissime ditte, con appalti e subappalti da tutta Italia. «Sappiamo - dice Graziano Massoli, segretario degli edili della Cgil che anche in passato c'erano stati casi di operai infortunati non portati all'ospedale, ma riaccompagnati nelle loro città. Ma questo è un fatto di una brutalità immane, lontano dalle tradizioni di civiltà dei lavoratori umbri e dalla cultura di questa terra, che è la terra di San Francesco». Dopo l'incidente padre e figlio l'hanno caricato su un camion e l'hanno abbandonato privo di sensi Il muratore marocchino nel suo letto d'ospedale

Persone citate: Florindo Rosa, Graziano Massoli, Marco Rizzo, Muratore, Renato Gatti