Il giorno dopo Mosca dice: «E' attentato» di Anna Zafesova

Il giorno dopo Mosca dice: «E' attentato» I RIBELLI CAUCASICI ACCUSANO PUTIN: HA FATTO ABBATTERE I JET PER POI INCOLPARE NOI. UNA RIVENDICAZIONE DELLE «BRIGATE AL ISLAMBOLI» Il giorno dopo Mosca dice: «E' attentato» Per i due aerei esplosi si indaga su una passeggera cecena Anna Zafesova MOSCA L'attentato è la «pista principale» delle indagini. Vladimir Jakovlev, il prefetto presidenziale nel Sud della Russia, è il primo a riconoscere ufficialmente quella che tutti sospettavano fosse la verità. Nel giorno del lutto nazionale indetto per le 90 vittime dei due Tupolev caduti martedì sera, le autorità russe cominciano a schiudere il velo di segretezza che avvolge la tragedia e ad ammettere che l'ipotesi dell'incidente, sostenuta nelle prime ore, è caduta. Forse non è mai esistita se non nel tentativo di calmare l'opinione pubblica alla vigilia delle elezioni in Cecenia. Il capo della commissione d'inchiesta nominata da Putin, il ministro dei Trasporti Igor Levitin, ha ieri anche ammesso che l'equipaggio del volo MoscaSoci aveva in effetti mandato un allarme. «Il bottone dell'Sos è stato attivato, ma non è seguita una conferma a voce dai piloti», ha rivelato il ministro. Forse l'equipaggio non ha avuto il tempo o il modo di mettersi in contatto con la torre di controllo, meno di un minuto dopo l'aereo è scomparso dai radar. Ma a questo punto, per quanto Levitin ha ripetuto che la commissione d'inchiesta - che ieri ha compiuto sopraluoghi nei punti dei due disastri - «non esclude nessuna ipotesi», sembra evidente che la pista dell'incidente che i servizi segreti hanno scelto il primo giorno non trova nessuna conferma. Che nelle prime ore dopo la tragedia le autorità avessero intenzionalmente negato l'evidenza appare chiaro anche dalla confidenza fatta da un esperto in esplosivi dell'Fsb (l'ex Kgb) al quotidiano «Kommersant»: «I nostri ragazzi non avevano ancora cominciato a lavorare e la radio già diceva che non avevamo trovato segni di attentato». Per esaminare i rottami di un incidente aereo e trovare tracce di esplosivo di solito ci vogliono alcuni giomi. Ma un altro informatore dell'Fsb ha spiegato al giornale - sempre ovviamente a condizioni di anonimato - che è solo una questione di tempo: «In una settimana tutto temerà a posto. E nel frattempo si parlerà di guasto tecnico o carDurante avariato». Cosa cambierà in una settimana è evidente: domenica ci saranno le elezioni in Cecenia ed è imbarazzante ammettere che 90 persone sono morte per mano del terrorismo proprio mentre il Cremlino si prepara a celebrare nel Caucaso il rito della «normalizzazione». Indirettamente questa «pausa» viene confermata anche dall'annuncio dei tecnici che le scatole nere dei due aerei sono state danneggiate e i risultati della decifrazione si sapranno soltanto verso martedì. Jakovlev ieri mattina si è affrettato addirittura a dichiarare che le scatole nere si erano rovinate ancora in volo e non avrebbero contribuito alle indagini, ma poi probabilmente si è deciso semplicemente di rinviare le rivelazioni. Ammettere la pista terroristica significa anche pronunciare la parola Cecenia. A bordo del volo Mosca-Soci c'era una passeggera caucasica, registrata come Dzhabrailòva. Un nome dal suono ceceno che suscita sospetti: era una kamikaze? Levitin ha ieri avvertito che «non ci sono elementi per considerarla una terrorista», ma ha anche ammesso di non escludere che la salma non verrà richiesta da nessuno. Se così sarà questo significherà probabilmente che la donna era la kamikaze che ha fatto esplodere l'aereo. I ceceni ieri hanno smentito di nuovo un loro coinvolgimento nella tragedia. Fonti dei ribelli indicano come autori i Servizi russi, che avrebbero fatto esplodere o abbattere da terra i velivoli per poi incolpare i ceceni o addirittura i georgiani. Ma ieri la strage è stata rivendicata dalle «Brigate Al-Islamboli», i cui combattenti avrebbero in un primo tempo deciso di dirottare i due Tupolev, ma poi hanno «preferito farli esplodere». A bordo di ogni velivolo, secondo un sito integralista, ci sarebbero stati ben cinque mujaheddin, di cui nei prossimi giomi verranno diffusi i «testamenti» registrati prima dell'attentato. Una rivendicazione, ovviamente, tutta da verificare. I soccorritori trasportano i resti di una delle vittime del Tupolev 154 precipitato martedì sera nella regione di Rostov IL CONFLITTO CECENO La Repubblica autonoma di Cecenia e Inguscezia si proclama indipendente RUSSIA Entrano le truppe in Cecenia. La prima guerra dura fino al 1996 Nuova invasione russa, per eliminare gli estremisti islamici Si insedia un governo provvisorio pro-russo ® Superficie: ^Popolazione: "^"RmipSHer" Un referendum proclama l'appartenenza "inalienabile" della Cecenia alla Russia 19.300 km2 circa 1.000.000 di abitanti Musufmana sunnita

Persone citate: Igor Levitin, Jakovlev, Levitin, Putin, Vladimir Jakovlev