Gli antì-Bush non avranno Central Park di Maurizio Molinari

Gli antì-Bush non avranno Central Park LA CORTE SUPREMA DI MANHATTAN RESPINGE IL RICORSO DEI MANIFESTANTI Gli antì-Bush non avranno Central Park I sondaggi prima della Convention: Kerry indietro di tre punti Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Il braccio di ferro su Central Park tra manifestanti e Corte Suprema di Manhattan fa temere disordini in occasione della Convention repubblicana, mentre il presidente George Bush guadagna punti nei sondaggi sul rivale John Kerry ma riceve cattive notizie sull'economia. I lavori della Convention iniziano lunedì sera ma le maggiori proteste - gli organizzatori parlano di un massimo di 250 mila presenze - sono previste per domenica. A riunire le varie sigle dei gruppi anti-Bush è l'organizzazione «United for Peace and Justice» - Uniti per la pace e la giustizia - che in maggio chiese l'uso di Central Park, si vide opporre un rifiuto dal Comune per timore di gravi danni al manto erboso e si disse disposta a cambiare programma usando in sostituzione la West Side Highway, grande arteria lungo il fiume Hudson. Ma ora i manifestanti hanno cambiato opinione, affermano di essere in troppi e di avere a tutti i costi bisogno di usufruire del Great Lawn nel cuore della Grande Mela. La risposta è arrivata da Jacqueline Silbermann, giudice della Corte Suprema di Manhattan, con un «niente da fare» unito dal rimprovero per «aver rifiutato con colpevole ritardo l'offerta avanzata». La polizia dunque consentirà ai manifestanti di andare nel parco «andando o tornando dalle proteste» ma non di celebrarvi il grande happening anti-Bush «perché Central Park è il cortile di tutti i newyorkesi - ha spiegato un portavoce del sindaco Michael Bloomberg - e non uno spazio per iniziative politiche come il Mah di Washington». Dura la replica degli anti-Bush, che minacciano di farlo lo stesso: «Un sindaco repubblicano sta facendo di tutto per proteggere la Convention ai danni della protesta» lamenta Lesile Cagan, una degli organizzatori delle manifestazioni annunciate come le maggiori durante una Convention dal 1968. Polizia e Fbi temono disordini e in città lo schieramento di forze è imponente nel tentativo di individuare i militanti considerati più pericolosi: dagli anarchici della «Black Cross» agli animalisti, dal Movimento per la sohdarietà intemazionale ai gruppi «contro lo stato di polizia». C'è anche un super-ricercato: Richard Picariello di «Act Now to Stop di War», considerato il capo dei più facinorosi. Il ministro della Sicurezza Intema, Tom Ridge, ha effettuato un sopralluogo al Madison Square Garden - dove si svolgerà la Convention - affermando che «mai prima tah e tanti dispositivi di sicurezza sono stati adoperati per difendere un unico evento» da ogni sorta di minacce, dagli attentati di Al Qaeda agh assalti degh anarchici. Sul fronte politico Bush si prepara alla Convention nel ranch texano di Crawford incassando notizie buone dai sondaggi e cattive dall'economia. Il «Los Angeles Times», giornale per nulla tenero con l'amministrazione, ha infatti pubblicato un sondaggio che assegna a Bush tre punti di vantaggio sul rivale Kerry (49 a 46 per cento). Tre punti che, pur rimanendo all'interno del margine di errore, confermano l'indebolimento del candidato democratico a seguito della massiccia campagna di spot tv dei veterani, che accusano Kerry di aver mentito sul proprio servizio militare in Vietnam. A nuocere a Kerry è anche il fatto che il 15 per cento dei democratici si dice pronto a votare per Bush mentre solo il 3 per cento dei repubblicani vuole fare l'opposto. Nel tentativo di invertire la tendenza elettorale Kerry continua ad andare all'assalto di Bush sul caso dei veterani: ha presentato al ministro della Giustizia la richiesta di svolgere un'indagine penale sui legami fra la campagna repubblicana e il gruppo dei veterani, confermati dal coinvolgimento personale di un membro del team di consulenti legali del tandem Bush-Cheney. Sull'economia, invece, la Casa Bianca ha dovuto registrare la diffusione dei nuovi dati dell'Ufficio centrale di statistica, dai quali emerge l'immagine di una nazione dove nel 2003 il numero dei poveri è aumentato di 1,3 milioni e quello dei cittadini senza assicurazione medica di 1,4 milioni. Si tratta del terzo incremento annuale consecutivo, che ha portato a 35,8 milioni il numero dei poveri, pari al 12,5 per cento della popolazione, e a 45 milioni quello dei non assicurati, pari al 15,6 per cento nazionale. Le entrate di una famiglia media sono rimaste stabili - attomo ai 43 mila dollari - ma a segnare una diminuzione del 2,6 per cento sono stati gli ispanici, ovvero proprio la minoranza cui Bush guarda di più. Il braccio di ferro per l'utilizzo dell'area va avanti da maggio Respinta l'offerta della West Side Highway, ora gli organizzatori della protesta si trovano senza un luogo di aggregazione New York: un taxi sfreccia accanto a un tabellone contro la guerra in Iraq sponsorizzato dal Center for American Progress E' un orologio con i costi costantemente aggiornati a giorno ora e minuto

Luoghi citati: Iraq, Manhattan, New York, Vietnam, Washington