Najaf, Al Sadr dice sì alla pace di Al Sistani

Najaf, Al Sadr dice sì alla pace di Al Sistani L'AYATOLLAH TENTA DI PIEGARE L'IMAM RIBELLE Najaf, Al Sadr dice sì alla pace di Al Sistani All'arrivo del corteo dell'anziano leader sciita governo iracheno e forze Usa hanno sospeso le operazioni militari. Poco prima vi erano stati spari e colpi di mortaio sulla folla e sulla moschea di Kufa: uccise 64 persone Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK L'ayatollah Al Sistani toma a Najaf e sigla a casa propria con Moqtada Al Sadr un accordo per la cessazione degli scontri che oppongono da tre settimane i miliziani ribelli dell'Esercito del Mahdi alle forze militari irachene ed americane. Saranno le prossime ore a verificare se alle parole seguiranno i fatti. Percorsa la strada da Bassora con un lungo corteo di veicoli scortato da decine di auto della polizia e unità delle forze di sicurezza il grande ayatollah sciita Al Sistani è arrivato a Najaf proponendo una «marcia della pace» da parte di iracheni giunti da ogni angolo della nazione ed un «piano di pace» per porre fine agli scontri che si sono concentrati attorno alla moschea sacra dell'Imam Ali causando centinaia di vittime. Reduce da tre settimane di cure mediche a Londra ed ancora in precarie condizioni di salute, Al Sistani si è fatto portatore negli incontri avuti subito dopo l'arrivo con i rappresentanti di Al Sadr della proposta di un'«immediata interruzione delle ostilità per un periodo iniziale di 24 ore» al fine di applicare un'intesa che si articola in due punti: ogni uomo armato dentro Najaf e Kufa getterà le armi e le forze americane si ritireranno fuori dalla perimetro urbano delle due città. Moqtada Al Sadr ha accettato «totalmente» il piano e ad annunciare l'intesa è stata la tv al-Arabiya, poco prima che i portavoce di Al Sistani ne confermassero i termini mentre l'ayatollah era a casa propria con a fianco Al Sadr. I due personaggi finora non si erano mai incontrati perché Al Sistani aveva sempre rifiutato di legittimare la rivolta di Al Sadr, un leader locale visto con sospetto dal tradizionale clero sciita per via del carattere irruento e dei forti legami che gli vengono attribuiti con il govemo di Teheran. L'assenso del giovane leader dei miliziani, 30 anni, è stato il terzo e decisivo via libera ottenuto nel giro di poche ore dall'anziano leader religioso, 73 armi, al termine di una giomata che aveva visto prima i comandi americani annunciare l'interruzione di tutte le operazioni militari in corso a Kufa e Najaf e quindi il premier lyad Allawi confermare la tregua per consentire i negoziati fra leader sciiti, assieme all'offerta di non perseguire i miliziani che decideranno di lasciare le armi ed abbandonare la moschea dell' Imam Ali, occupata proprio dall'indomani della partenza di Al Sistani. Quanto avvenuto nelle scorse settimane, con i ripetuti annunci di accordi alternati da minacce e1 scontri militari fra Allawi e Al Efcdr, obbligano alla prudenza sulla tenuta dell'accordo annunciato nella serata di ieri, che tuttavia conferma il rilievo politico dell' autorità religiosa di Al Sistani, più alto rappresentante delle gerarchie sciite in Iraq. La prima prova da superare per l'accordo è nella giomata di oggi, quando i miliziani dovrebbero lasciare la moschea. Sin dalla caduta del regime di Saddam Hussein l'ayatollah Al Sistani, nato in Iran e contrario all'instaurazione di una teocrazia, ha dimostrato di saper giocare un ruolo di stabilizzatore del Paese, pronunciandosi da un lato a favore della fine dell'occupazione americana e dall'altro cóntro il ricorso alla violenza da parte di chiunque con l'obiettivo di accelerare la celebrazione delle prime elezioni. Fino all'arrivo del grande ayatollah, Najaf era stata ieri terreno di duri scontri che avevano causato almeno 39 vittime e oltre 250 feriti inclusi 15 seguaci di Al Sistani uccisi mentre tentavano di fronteggiare la folla - mentre a Kufa, altra roccaforte dei miliziani, le vittime erano stati 25 fedelissimi di Al Sadr uccisi dall'esplosione di colpi di mortaio che hanno raggiunto il cortile della moschea dove erano asserragUati. In forza dell' accordo fra Al Sistani e Al Sadr, come precisato da Ahmed Al Khalaf uno dei portavoci dell' Esercito del Mahdi, sarà il govemo di Baghdad a versare «risarcimenti» finanziari alle famiglie di tutte le persone uccise durante i combattimenti e toccherà alla polizia irache¬ na entrare a Najaf e Kufa per garantire il rispetto dell'ordine pubbliche. Garantita ovviamente l'immunità ad Al Sadr e ai suoi guerriglieri. I due hanno inolte condiviso un appello per la «legittimità delle future elezioni politiche» i cui contenuti restano da chiarire. L'ayatollah Al Sistani ha infine lanciato un esplitico appello al premier Allawi affinché consenta a «tutti gli iracheni che lo desiderano» di affluire verso Najaf per poter partecipare ad un solenne «evento di pace» che sarà celebrato attomo alla moschea dell'imam Ali. IL PIANO ■ PRIMO PUNTO Ritiro degli americani e dei guerriglieri ribelli dell'esercito del Mahdi dalla città di Najaf, da Kufa e a una distanza di sicurezza anche dai loro circondari m SECONDO Amnistia generalizzata per tutti i guerriglieri che hanno partecipato alla rivolta ed immunità ad Al Sadr mTERZO Ritorno della città santa alle regole precedenti che vietavano il porto d'armi ai suo interno per tutti i visitatori. Il controllo militare - anche a Kufa - è affidato alla polizia irachena B QUARTO Pagamento di risarcimenti da parte del govemo transitorio iracheno a chi ha subito danni in queste tre settimane di scontri B QUINTO La possibilità di far celebrare al più presto, ma in una data ancora da determinare, legittime elezioni precedute da un censimento Sciiti arrampicati su un camion accompagnano il convoglio di trenta veicoli che ha scortato il Grande Ayatollah Al Sistani da Bassora a Najaf

Luoghi citati: Baghdad, Bassora, Iran, Iraq, Londra, New York, Teheran, Usa