L'annuncio dì Al Jazeera: Baldoni è stato ucciso di Guido Ruotolo

L'annuncio dì Al Jazeera: Baldoni è stato ucciso NEL VIDEO IL CORPO DEL GIORNALISTA IN UNA FOSSA. LE IMMAGINI NON TRASMESSE PERCHE' TROPPO CRUENTE L'annuncio dì Al Jazeera: Baldoni è stato ucciso I rapitori: «L'Italia non si è ritirata, il nostro tribunale ha deciso l'esecuzione» Guido Ruotolo ROMA Al Jazeera non ha avuto il coraggio neppure di mandare in onda il video. Immagini troppo cruente, «agghiaccianti». Forse Enzo Baldoni deve aver capito che i macellai dell'«Esercito islamico in Iraq» lo stavano portando ah'appuntamento con la morte. Ha visto quella fossa scavata davanti a sé, ha tentato di ribellarsi ma il «giudice» di quel maledetto «tribunale» ha aperto il fuoco. Gh ha sparato. E il video lo mostra ormai senza vita in quella fossa, in una pozza di sangue. E' morto così Enzo Baldoni, il giomahsta free-lance volontario della Croce Rossa, sequestrato una settimana fa, aUo scadere delTultimatum lanciato dai macellai. Tra le 18 e le 19, i postini deir«Esercito islamico in Iraq» hanno recapitato il video, accompagnato da un comunicato, all'emittente televisiva del Qatar, Al Jazeera. «Il gruppo che si identifica come Esercito Islamico in Iraq - ha letto lo speaker dell'emittente in un telegiornale della notte .- ha affermato che hanno giustiziato il giornalista italiano Enzo Baldoni perché l'Italia non ha risposto alla loro richiesta di ritirare le sue truppe dall'Iraq entro le 48 ore». Nel comunicato, gh assassini scrivono: «...Il nostro tribunale ha deidretatolamoMie; 1. i»i ; 1,; :: jj Enzo Baldoni era stato sequestrato probabilmente giovedì scorso, lungo la strada per Najaf, la città santa degh scuti, a una quarantina di chilometri da Baghdad. La certezza che fosse in mano ai sequestratori era arrivata soltanto martedì scorso, quando sempre Al Jazeera aveva man¬ dato in onda un video del giomahsta italiano: «Se entro 48 ore il governo itahano - avevano minacciato i terroristi - non ritira le sue truppe non potremo garantire la sicurezza dell'italiano o la sua vita». Per tutto giorno, tra i familiari, la Croce Rossa e la Farnesina si era diffuso un cauto ottimismo per le sorti dell'ostaggio, nonostante che l'ultimatum scadesse alle sei del pomeriggio. Convinti, tutti, che la rete di contatti attivati in Iraq stava producendo i suoi risultati e che si stava aprendo un canale di trattativa diretta con i sequestratori. Ancora ieri, il ministro degh Esteri, Franco Frattini - dopo l'appello ai rapitori di mercoledì notte attraverso l'emittente Al Jazeera, in cui aveva sottolineato il pacifismo del giornalista - aveva dichiarato che il governo ((ha riavviato, vivificato, contatti che tenevamo già aperti con i principali esponenti delle comunità laiche e religiose» e che punta «a esplorare un canale che possa portare a una liberazione immediata e senza condizioni» di Baldoni. Anche il commissario straordinario della Croce Rossa, Maurizio Scelh, aveva aperto la porta alla speranza, annunciando una sua imminente partenza'per Baghdad, proprio per favorire i contatti, per aprire una trattativa con i macellai: «Io sono ottimii sfa pelrghé quést4 missione italia-, na viene apprezzata ogni giorno di più e credo che anche Enzo Baldoni possa tornare a casa, com'è stato per gh altri tre connazionali. Siamo convinti che tutto quello che si è fatto da un anno a questa parte per la popolazione irachena ancora una volta darà i suoi frutti. Speriamo neUe prossi¬ me ore di avere notizie positive». Ma la doccia fredda è arrivata intorno alle otto. Quando la direzione di Al Jazeera ha convocato l'ambasciatore itahano nel Qatar, nella sua sede per visionare il filmato. La notizia è rimbalzata a Roma, l'Unità di crisi della Farnesina ha contattato i familiari del giomahsta umbro per dare la tragica notizia che la condanna a morte era stata eseguita. Sin dall'inizio di questo sequestro, i nostri apparati di inteUigence si erano dichiarati «preoccupati». E in questi giorni avevano attivato tutte le fonti possibili per aprire un canale di comunicazione con i sequestratori. E contatti h avevano aperti anche la nostra diplomazia, la Croce Rossa, rappresentanti di diverse Ong, organizzazioni non governative. Si trattava, intanto, di capire se davvero la sigla che aveva rivendicato il sequestro era quel1'«Esercito islamico in Iraq», che aveva alle spalle diversi sequestri di stranieri, alcuni dei quali avevano avuto un epilogo drammatico. In queste ore, l'ottimismo che sosteneva l'iniziativa diplomatica e dell'intelligence era legato soprattutto alla speranza che i sequestratori comprendessero come il profilo dell'ostaggio fosse quello di un uomo contrario alla guerra, alla pohtica del governo itahano. Lo aveva detto anche il ministro frattini, néJVa sua inter-1 vista ad ÀI Jazeera. Insomma, si trattava di un giomahsta che faceva il suo lavoro, che voleva scrivere un libro sulla resistenza in Iraq. E che era anche un volontario della Croce rossa. Ma questo, i macellai terroristi non l'hanno voluto capire: Baldoni era colpevole di essere italiano. u"'imma9inediEnZoBaidoniduranteun0deisuoiPrecedentiviaggi

Persone citate: Baldoni, Enzo Baldoni, Franco Frattini, Maurizio Scelh