Quel colpo di pistola a Quattrocchi «Così sa morire un vero italiano»

Quel colpo di pistola a Quattrocchi «Così sa morire un vero italiano» AD APRILE L'UCCISIONE DELLA GUARDIA DEL CORPO RAPITA COI TRE COLLEGHI Quel colpo di pistola a Quattrocchi «Così sa morire un vero italiano» BAGHDAD Le «Falangi Verdi di Maometto» li presero il 13 aprile, giorno di Pasqua, nei pressi di Falluja. Poi Al Jazeera li mostrò dai suoi schermi. Fabrizio Quattrocchi, Salvatore Stefio, Maurizio Agliana e Umberto Cupertino erano seduti a terra, scalzi, preoccupati e con il passaporto in mano. Intorno a loro, uomini mascherati e armati che per il loro rilascio chiedevano un prezzo più alto di tutti quelli pretesi fino ad allora da altri governi: non solo il ritiro deUe truppe itahane dall'Iraq, ma anche le scuse di Silvio Berlusconi per le infelici battute pronunciate mesi prima sulla «superiorità» della cultura cristiana rispetto all'Islam. Due giorni dopo già uccidevano - con un colpo di pistola alla testa - il primo ostaggio, la guardia del copio Fabrizio Quattrocchi. Lo disse per prima Al Jazeera: un ostaggio è stato ucciso. Nessun nome. Però la tv aveva le immagini. Arrivò il nome, ma le immagini non andarono mai in onda, giudicate intrasmissibili. Troppo raccapriccianti. Qualcosa filtrò solo dalla tv americana Fox News, che parlò di un cadavere al quale veniva tolto il cappuccio nero per permetterne il riconoscimento. «Abbia¬ mo trucidato l'ostaggiO-perché il primo ministro Silvio Berlusconi con le sue ultime dichiarazioni ha rifiutato di ritirare le truppe dall'Iraq. Il capo del governo italiano non si interessa alle anime degli ostaggi italiani, ma quello che gli interessa è far piacere ai suoi padroni della Casa Bianca»: così diceva il messaggio recapitato dai sequestratori insieme con la cassetta. C'erano anche le minacce di uccidere gli altri ostaggi, se non fossero state accolte le richieste. Di Quattrocchi si disse anche altro: voleva togliersi il cappuccio nel momento finale, «per far vedere come muore un italiano». Non glielo permisero. Ma le sue ultime parole sono arrivate fino a noi. Il sequestro degh altri tre ebbe una conclusione diversa. Trattative lunghissime. Alternarsi di speranza e disperazione. Infine, dopo 58 giorni di prigionia, lo scorso 8 giugno un blitz delle forze di coalizione mise la parola fine. Con la liberazione dei tre ostaggi. Fabrizio Quattrocchi

Luoghi citati: Falluja, Iraq