L'imperatore improbabile

L'imperatore improbabile FAHRENHEIT9V11 DI MICHAEL MOORE DA DOMANI IN ITALIA L'imperatore improbabile Saranno 280 le sale in cui domani uscirà «Fahrenheit 9/11», il film anti-Bush dì Michael Moore, vincitore della Palma d'oro a Cannes. Solo a Roma le copie del film saranno 19, dimostrazione del fatto che anche in Italia si conta su un grande successo della pellicola. Negli Usa il film ha raggiunto in pochi giorni i 100 milioni di dollari di incasso. Lietta Tornabuoni TlJ ahrenheit 9\11» di Micha^vT el Moore (11 settembre, 2001, è naturalmente il giomo del terribile attentato alle Torri GemeUe di New York, con le sue migliaia di morti; e Fahrenheit, Gabriel Daniel, è il nome dello scienziato tedesco che nel Settecento stabilì la scala di misurazione deUe temperature tuttora più diffusa nei Paesi di lingua inglese) è il primo fihn-documentario pohtico che abbia mai vinto la Palma d'oro nei 57 anni di vita del festival di Cannes: e per di più con quindici minuti di applausi entusiasti degli spettatori. Anti-Bush e pacifista, americano premiato da una giuria presieduta dall'americano Quentin Tarantino, composto da filmati preesistenti e da interviste senza alcun brano d'invenzione, scritto, prodotto e diretto da Moore per la «Cane Mangia Cane Fihns», il pamphlet esamina in quasi due ore gh anni, le indecenze, gh errori e la politica estera dell'attuale presidente americano, l'improbabile ascesa «di un mediocre petroliere texano divenuto imperatore d'Occidente». Molte riflessioni sono queUe ben note dell'opposizione internazionale a Bush. Due informazioni, anche se non del tutto inedite, sono molto interessanti. Subito dopo l'il settembre, so¬ stiene il documentario, per iniziativa della presidenza un volo speciale venne organizzato per allontanare dagli Stati Uniti, prima che i servizi segreti li interrogassero, venti componenti della famigha di Osama Bin Laden che risiedevano nel Paese per ragioni di studio, di salute, di lavoro: i Bush avevano fatto affari con Osama Bin Laden che aveva investito in Texas nell'immobiliare e in altri settori. Il massimo zelo venne poi impiegato per proteggere i diplomatici e alcuni uomini d'affari deh'Arabia Saudita, «proprietari del 70Zo dell'America», amici di Bush padre rappresentante del Carlyle Group e di Bush figho «le cui società si suppongono in parte finanziate dai sauditi». In periodi precedenti, anche leader talebani erano stati ricevuti molto amichevolmente da Bush. «Fahrenheit 9\11» denuncia l'oziosità di Bush, sempre intento a giocare a golf, pescare. passeggiare col cane, a riposare nel ranch. Il 420Zo del tempo di presidenza sarebbe stato da lui dedicato alle vacanze ma quando Moore riuscì anni fa a incontrarlo le rapide battute del dialogo furono; «Governatore Bush, sono Michael Moore», «E perché non si trova un vero lavoro?». Il regista denuncia, attraverso interviste e filmati, il «voto fraudolento» che nel 2000 portò Bush alla presidenza: gli afroamericani privati dei loro diritti, l'intervento della Corte Suprema e, durante le manifestazioni contro l'insediamento, il desolato cartello «Dio ci aiuti». Insieme con il rosario delle clamorose, ripetute bugie sulle armi di distrazione di massa risultate inesistenti in Iraq; insieme con il Patriot Act, strumento legislativo che- consente di limitare i diritti personah, non letto prima di votarlo da nessun parlamentare, il film denuncia la pohtica dello spavento che per via del terrorismo immerge il Paese in una paura costante, paralizzante. Ma il merito di «Fahrenheit 9\11 » sta soprattutto nel mostrare quel dolore umano che le televisioni non fanno vedere mai; le madri disperate, le famiglie colpite dalla guerra in Iraq, i soldati delusi e avviliti, i reduci abbandonati aU'ospedale con le loro mutilazioni, la desolazione dei parenti delle vittime dell' 11 settembre. E, a contrasto, il presidente Bush che, la mattina dell'I 1 settembre, legge favole ai bambini d'una scuola elementare e che, quando qualcuno parlandogli piano all'orecchio gli comunica ciò che è accaduto, scuote la testa e seguita a leggere favole, con la continuità catafratta di chi non vuole ammettere il peggio. Oppure il presidente Bush che, preparandosi ad apparire alla tv, sorride (di più, di meno), volge lo sguardo a destra e a sinistra, fa le prove, fa il carino.