Follini: «Favorevole al Ppe italiano ma non sia gollista» di Fabio MartiniMarco Follini

Follini: «Favorevole al Ppe italiano ma non sia gollista» AL MEETING DI RIMIMI DI COMUNIONE E LIBERAZIONE Follini: «Favorevole al Ppe italiano ma non sia gollista» Il leader centrista apre al partito unico con Forza Italia allargato ad An e Udeur purché si dimostri «pluralista e democratico» Fabio Martini Inviato a RIMIMI Vai a sapere come reagirà la fumantina platea «ciellina». E così, alle sette della sera. Marco Follini, l'irregolare del Polo si presenta al Padiglione A3 della nuova Fiera affiancato a Roberto Formigoni, che a Rimini è diventato ormai una sorta di enfant dupay. I settecento «ciellini» applaudono, dalla platea non si alza neppure un fischio, eventualità intimamente evocata da Fabrizio Cicchitto, il «numero tre» di Forza Italia che due giorni fa aveva surriscaldato il Meeting arrivando a sostenere che «Casini e Follini devono ringraziare Berlusconi se sono diventati Presidente della Camera e segretario di partito». Piccola sorpresa, ma fino ad un certo punto l'accoglienza cortese delia platea. Il disegno di Formigoni (e dunque della parte più politicizzata dei «ciellini») non è quello di far la guerra ai cugini del Udc, ma semmai di associarli, irretirli, coinvolgerli in un progetto per ora futuribile: creare in Italia un nuovo partito moderato e post-democristiano, la cosiddetta «sezione italiana del Ppe». Una nuova forza politica destinata a lievitare dall'azzeramento di alcuni partiti già esistenti. Forza Italia e Udc ma teoricamente anche An e Udeur. L'altra piccola sorpresa della giornata è che il leader dell'Udo Marco Follini si è presentato al Meeting e ha detto che sì il Ppe in salsa italiana si può fare, a patto che il nuovo partito sia «aperto, democratico e pluralista». Qualcosa che «per la dialettica intema» e per la vocazione riformista somigli più alla De di Amintore Fanfani «piuttosto che al gollismo». Follini, con il consueto stile evoca il generale Charles de Caule ma allude a Silvio berlusconi. E ad un partito. Forza Italia, che ha scelto all'unanimità di trascurare le regole della dialettica intema. Certo, marco Follini gioca d'anticipo. Il segretario centrista sa bene che stava per aprirsi una stagione segnata da un tormentone forzista modulato più o meno così: Forza Italia è pronta a costruire un nuovo grande contenitore moderato, ma il progetto non decolla per gli egoismi degli ex De. Ora, con la sua apertura, Follini spegne il tormentone anti Udc ma in qualche modo concorre ad aprire anche lui il dibattito sul dopo-Berlusconi. Ed è forse proprio questa la prima vera novità della stagione che sta per aprirsi dopo la pausa estiva: Berlusconi e il suo modello politico non sono più un tabù per nessuno e oramai anche i notabili di prima linea del centrodestra cominciano a discutere del dopo-Cavaliere. Certo, lo fanno con gli equilibrismi del caso. Alla cerimonia del Ventaglio di fine luglio, Pier Ferdinando Casini aveva raccomandato di non affidarsi al leader della Provvidenza, invitando il centrodestra a prepararsi al dopo Berlusconi. E, a sorpresa, aveva fatto esplicito riferimento - lui presidente della Camera - al documento in quelle ore ancora semiclandestino dei parlamentari di Forza Italia nel quale s'invocava «più democrazia». E ieri al Meeting Marco Follini ha fatto un altro passettino, indicando «tre paletti» per realizzare un partito assieme a Forza Italia: «Per il progetto di un Ppe in Italia se si pensa ad un ostacolo invito a non guardare dalla nostra parte. A condizione però che si costruisca un partito aperto, nel quale le persone si iscrivono, votano e sono votate». Una forza politica con una dialettica di questo tipo «sarebbe una novità importante», anche se - ha spiegato Follini con sottile ironia - «si tratta di condizioni ovvie». Come dire che tutti i partiti vivono con queste regole. Tutti, tranne uno, ma questo Follini non è arrivato a dirlo. Mentre Follini parlava Roberto Formigoni, seduto al suo fianco ascoltava soddisfatto. E quando ha potuto parlare il Presidente della Regione Lombardia ha ricoperto Follini di complimenti: «Trovo questa dichiarazione interessante, aperta, importante e personalmente mi fa piacere». E poi con apparente rispetto delle gerarchie ha aggiunto: «Toccherà ai vertici di Forza ItaUa, a cominciare dall'onorevo¬ le Bondi, esprimere un commento, se lo riterrà opportuno». E l'onorevole Sandro Bondi che di Forza Italia è il coordinatore ma non il capo, ha comuncpie ritenuto opportuno intervenire, facendo in fondo una dichiarazione distensiva: «Sembra un buon punto di partenza per una discussione ed uri processo che non saranno né brevi né facili e che mi auguro possano concludersi positivamente». Tra Follini e Bondi scambi di fioretto sul filo della tattica, ma ora per il segretario dell'Udc si apre una stagione difficile, qualcosa che somiglia ad un autunno caldo. Dovrà tentare di smontare il federalismo di marca leghista e al tempo stesso dovrà mettere d'accordo i notabili del suo partito che aspirano ad entrare al governo al posto del ministro Rocco Buttighone, diventato Commissario europeo. E dovrà tenere un partito nel quale l'ala berlusconiana cova sotto l'unanimismo di facciata. CHI E'IL SEGRETARIO Marco Follini è nato a Roma il 26 settembre 1954. Sposato con una figlia è Giornalista professionista. Da due legislature è deputato al Parlamento e Componente commissione Affari esteri della Camera dei Deputati B Dal 1977 ali 980 ricopre la carica di segretario nazionale del movimento giovanile della De « Dal 1980 al 1986 componente della direzione nazionale De B Dal 1986 al 1993 è nominato consigliere d'amministrazione Rai N Dal 1995 al 2001 componente della direzione nazionale Ccd B Dal 2001 al 7 dicembre 2002 presidente del Ccd B Dali'8 dicembre 2002 è segretario politico dell'Udc li segretario dell'Udc Marco Follini al Meeting di Comunione e liberazione

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