«Mancanza di leadership» Abu Ghraib tocca i generali di Maurizio Molinari

«Mancanza di leadership» Abu Ghraib tocca i generali IL RAPPORTO DEGLI ESPERTI DESIGNATI DA RUMSFELD «Mancanza di leadership» Abu Ghraib tocca i generali Rivelate nuove torture come l'utilizzo dei cani per terrorizzare i detenuti più giovani. A Guantanamo processato uno yemenita Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «Carenze di leadership». Per la prima volta le accuse per gli abusi avvenuti nel carcere iracheno di Abu Ghraib coinvolgono i massimi livelli civili a militari del Pentagono. Questo emerge dal rapporto redatto da quattro esperti indipendenti designati dal ministro della Difesa Donald Rumsfeld e presieduto dall'ex capo del Pentagono James Schlesinger. Pur non nominando direttamente Rumsfeld il rapporto - reso noto a Washington - afferma che i massimi leader del ministero sono «almeno in parte responsabili degli abusi» per via di «carenze di leadership» ed il «non essere riusciti a porre rimedio alle pessime condizioni in cui si trovavano le prigioni». Ad essere nominati espressamente sono il generale Richard Myers, capo degli Stati Maggiori Congiunti, ed il generale Ricardo Sanchez, nel periodo interessato comandante delle truppe in Iraq. A loro vengono rimproverate «carenze di supervisione sulle tecniche di controllo in diverse prigioni a Cuba, in Afghanistan ed in Iraq» pur attestando d'altra parte nel «nella maggior parte dei casi» non vi furono violazioni dei regolamenti. Riguardo agli abusi commessi ad Abu Ghraib «non vennero commessi per ottenere informazioni di intelligence - ha detto Schlesinger illustrando il documento - ma si trattò di iniziative indipenden¬ ti da parte dei turni notturni di guardia». «Le foto degli abusi, inaccettabili in tempi di guerra, non facevano parte degli interrogatori - recita il rapporto - e rappresentano comportamenti deviati, fallimenti di leadership e disciplina» mentre «altri gravi abusi non fotografati avvennero durante gli interrogatori». L'accusa ai vertici del Pentagono è di non aver saputo evitare ciò che avvenne, come si sarebbe potuto fare affrontando i proDlemi di Abu Ghraib dove le unità di polizia militare avevano «carenza di uomini, equipaggiamento ed addestramento» con l'aggravante che vi era un militare ogni 75 detenuti mentre nella base di Guantanamo il rapporto è di 1 ad 1. «In queste condizioni la gestione della prigione era impossibile, armi illegali venivano introdotte da persone differenti, inclusi agenti iracheni, molti più soldati avrebbero dovuto essere discolati ad Abu Ghraib» recita il testo che suggerisce a Rumsfeld una vasta revisione di «dottrine, politiche e procedure di addestramento» per evitare il ripetersi di simili episodi. Per oggi è attesa la pubblicazione di un secondo rapporto, redatto dall' Esercito ed affidato al generale George Fay, che entrerà nei dettagli dei ruoli svolti dai soldati e - secondo le indiscrezioni trapelate sul «Washington Post» - aumenterà di almeno una dozzina il numero dei militari finora coinvolti (sette). Fra le altre novità del «rapporto Fay» vi è l'ammissio- ne che i soldati usarono i cani per terrorizzare anche i detenuti adolescenti, al fine di farli urinare addosso per la paura. L'uso dei cani sarebbe avvuto tuttavia «non pet estorcere informazioni ma per una inusuale competizione fra i militari». Se questa affermazione fosse vera smentirebbe la tesi dei soldati sotto processo nella base Usa di Mannbeim, in Germania, secondo i quali furono ufficiali dell'intelligence ad ordinare gli abusi al fine di piegare la resistenza dei detenuti. Sempre a Mannheim il giudice militare, colonnello James Pohl, ha rifiutato ieri la richiesta dell'avvocato di uno degli imputati di chiamare a deporre Rumsfeld, affermando che «non vi sono connessioni dirette» che lo coinvolgono. Un altro accusato ripreso nelle foto, il sergente Ivan Frederick, si è detto disposto a dichiararsi colpevole nel quadro di un accordo legale per ottenere una riduzio¬ ne di pena. «Spero che tutti quelli coinvolti nel caos che c'era ad Abu Ghraib accetteranno ugualmente le loro responsabilità» ha dichiarato per iscritto il soldato. Udienza anche a Guantanamo, dove sono state formulate le accuse al primo degli imputati per «crimini di guerra e terrorismo», lo yemenita Salini Ahmed Hamdan, 34 anni, già autista di Osama bin Laden per il quale trasportava anche armi. Giunto di fronte al tribunale il detenuto, ha sorriso, affermando di parlare arabo e mostrando nel corso dell' udienza che - nonostante la traduzione - aveva difficoltà a comprendere cosa veniva detto in aula. «Questo processo va contro ogni cosa per la quale ci siamo battuti nella Storia americana» ha detto l'avvocato di Handan, colonnello Charlie Swift, nel suo intervento, contestando la definizione stessa del suo cliente come «nemico combattente» degli Stati Uniti. Sono nominati esplicitamente il capo degli stati maggiori riuniti e il comandante delle truppe in Iraq «Non seppero controllare la condizione del carcere» Nel supercarcere a Cuba l'ex autista di Bin Laden ha sorriso ma era chiaro che nonostante la traduzione non riusciva a comprendere cosa veniva detto ALLA SBARRA M DAVID HiCKS Cittadino australiano, 29 anni, accusato di cospirazione per crimini di guerra, di complicità con il nemicò e di tentato omicidio, per aver combattuto contro le forze Usa e della coalizione in Afghanistan. M MAHMOUDALQOSI Nato in Sudan nel 1960. Accusato di cospirazione come membro di Al Qaeda per crimini di guerra, tra cui attacchi a civili o contro obiettivi civili, omicidio, danni alla proprietà e terrorismo. E' ritenuto uno dei contabili di Al Qaeda, quando il centro del network terroristico era in Sudan e in Afghanistan. ■ ALIS.ALBAHLUL Cittadino dello Yemen, 33 anni, sposato. Accusato di cospirazione per crimini di guerra, tra cui attacchi a civili o contro obiettivi civili, omicidio, danni alla proprietà e terrorismo. Sarebbe stato la guardia del corpo di Bin Laden nei 2001. Per il Pentagono è un «addetto alla propaganda» fondamentale di Al Qaeda. ■ SALÌMA.HAMDAN Cittadino yemenita, di 34 anni. Accusato di cospirazione come membro per crimini di guerra, tra cui attacchi a civili o contro obiettivi civili, omicidio, danni alla proprietà e terrorismo. E' accusato di essere stato guardia del corpo di Osama nel periodo in cui si progettavano gli attacchi dell'11 settembre. Detenuti a Guantanamo: ieri si è aperto il primo processo