Telekom, in manette il terzo uomo del «complotto»
Telekom, in manette il terzo uomo del «complotto» PROSEGUE L'INCHIESTA SULL'ACQUISIZIONE DELLA COMPAGNIA TELEFONICA SERBA Telekom, in manette il terzo uomo del «complotto» Romanazzi arrestato in Thailandia sarà estradato in Italia nei prossimi giorni Alberto Caino 10RIN0 E' stato arrestato in Thailandia Giovanni Romanazzi, il terzo uomo del «complotto» organizzato per accusare Romano Prodi e con lui buona parte del vertice dell'Ulivo di aver sponsorizzato l'acquisto del 29 per cento della compagnia telefonica serba da parte m Telecom Italia, nel giugno 1997, in cambio di ima tangente via via sempre più stratosferica e incredibile. Ad un certo punto avrebbe dovuto superare l'intero ammontare dell'operazione. Lo dichiarò nel luglio scorso, nel carcere di Berna dov'era detenuto, il faccendiere ed ex attore Igor Marini. Ad ascoltarlo c'erano il presidente Enzo Trantino (An) e alcuni componenti della commissione parlamentare d'inchiesta. Per la cronaca, nessuno ebbe nulla da obiettare e Trantino concordò. A distanza di un anno dal bombar- damento quotidiano di dispacci d'agenzia e dal clima politico rovente di quei frangenti, il «caso Marini» sembra morto e sepolto. Non è cosi per il procuratore capo torinese Marcello Maddalena e l'aggiunto Bruno Tinti ;he hanno continuato a lavorare. La notizia rimbalzata ieri da Bangkok ne è la conferma. I due magistrati avevano chiesto il 12 febbraio scorso e ottenuto dal gip Francesco Gianfrotta di lì a poco un provvedimento di custodia cautelare in carcere anche per Romanazzi, oltre che per il socio Maurizio De Simone ed Antonio Volpe. Il reato: concorso nella calunnia nei confronti dì Prodi e di Lamberto Dini. Il medesimo capo d'imputazione era stato contestato nel carcere torinese deUe «VaUette», all'inizio del dicembre 2003, al «conte» Marini. Volpe venne arrestato ed è tornato da alcuni mesi in libertà, cosi come Marini. Romanazzi e De Simone (il suo ruolo è sempre apparso più defilato) sono restati in Thailandia dove si erano rifugiati all'inizio dell'estate scorsa ed erano diventati due ingombranti latitanti. De Simone sembra scomparso o si è defilato a tal punto da non essere ritenuto più utile alle indagini. Il procuratore Maddalena, ieri, ha dichiarato di non saperne nulla, mentre ha confermato la notizia dell'arresto di Romanazzi: «Fra l'Italia e la Thailandia non esistono convenzioni giudiziarie. Credo che l'abbiano fermato per una forma di cortesia intemazionale». E' possìbile che il faccendiere, irregolare in quel paese, venga espulso nei prossimi giorni ed imbarcato su un volo per l'Italia. Il suo forzato rientro è atteso con un certo interesse dai magistrati torinesi che Io accusano di aver materialmente assemblato il dossier che doveva fomire la prova del nove per l'iscrizione nel registro degli indagati di Prodi e Dini. Carte contenenti due falsi pay order con l'indicazione del pagamento di 125 mila dollari (l'ennesima asserita tranche della maxi tangente) a «Mortad» e «Ranoc», i soprannomi individuati da Marini (o chi per lui) per identificare in codice il presidente della Commissione Uè e l'ex ministro degh Esteri. Il dossier fu poi consegnato il 31 lugho 2003 da Volpe al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta, Trantino. Romanazzi è già stato sentito a Bangkok (come del resto De Simone, più collaborativo) il 13,14,15 ottobre scorsi da Maddalena e Tinti. Nel frattempo le cose sono cambiate: Romanazzi rimane per l'accusa l'anello di congiunzione fra Marini e Volpe; fra i due non sono stati individuati rapporti diretti. Ed è per questo che la Cassazione nei mesi scorsi ha deciso, su richiesta della difesa, lo stralcio del caso di Volpe e il suo trasferimento per competenza territoriale alla Procura di Roma. Senza i tasselli che Romanazzi potrebbe fomire, il puzzle cui si sta applicando da un anno la procura torinese rischia di non poter essere completato. Con quale stato d'animo tornerà r«esule» di Bangkok? Negh ultimi tempi telefonava in Italia lamentando sempre più spesso di essere rimasto, solo, senza denaro e con la polizia thailandese alla porta, pronta ad arrestarlo. Sarebbe il realizzatore delle false prove contro Prodi e Dini del pagamento di tangenti Tutto era iniziato nel luglio del 2003 con le «rivelazioni» del faccendiere Igor Marini Il faccendiere Igor Marini che con le sue dichiarazioni aveva dato II via all'Inchiesta sulle tangenti pagate da Telecom Italia per l'acquisizione del 29'X) della compagnia telefonica serba
Luoghi citati: Bangkok, Berna, Italia, Thailandia
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