Carceri, successo della «giornata non violenta»

Carceri, successo della «giornata non violenta» RACCOLTA FIRME PER IL REFERENDUM DELLA LEGGE SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA E ANCHE SCIOPERO DELLA FAME Carceri, successo della «giornata non violenta» I radicali in 42 istituti di pena: è la risposta alle accuse di fomentare rivolte ROMA I radicali avevano chiesto una giornata di non violenza e di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge sulla fecondazione assistita, una giornata che contemplasse anche lo sciopero della fame, una giornata per ragionare e che servisse a porre l'accento sul drammatico stato in cui versano le carceri italiane. Cosi è stato, secondo il consuntivo tracciato dal segretario dei Radicali Italiani Daniele Capezzone: «È stata davvero una bella giornata, bella per il Paese. Un'iniziativa che ha raccolto tanti consensi e che è una risposta indiretta alle accuse "lunari" mosse nei giorni scorsi ai Radicali, di fomentare le rivolte nelle carceri, da parte dei ministri Castelli e Giovanardi. Anche chi è nelle carceri ha voglia di sostenere le grandi battaglie civili». E i dati raccolti confortano gli organizzatori, anche se con qualche strascico polemico. Sono stati quarantadue gli istituti di pena visitati su 205 autorizzati. A Catania hanno aderito all'iniziativa referendaria, 85 detenuti. A Pordenone si sono raccolte 36 firme su 46; a Rimini 31 su 34, a Reggio Emilia 78 su 85, a Terni 80, a Rebibbia 217; a Regina Coeli 104. In una sezione speciale che ospita in prevalenza detenuti inseriti in programmi di recupero per tossicodipendenti del carcere delle Vallette a Torino, la proposta è stata sottoscritta da un quarto dei presenti, vale a dire, venti su un totale di 89. Qualche problema si è registrato a Foggia dove ha firmato il 10007o delle detenute ma solo due detenuti su duecento, segno questo, secondo i radicali, di un atteggiamento di ostracismo da parte delle guardie del settore maschile e di una scientìfica disinformazione. Anche l'invito allo sciopero della fame è stato raccolto dal mondo delle carceri; a Trieste ha aderito il 9007o dei detenuti, successo pieno a Verona che ha strappato il 1000Zo. Pure Adriano Sofri, dal suo carcere di Pisa, ha scioperato. Con questa giornata i Radicali vorrebbero veder chiusa la stagione delle polemiche per aprire quella dei fatti. Per questo il deputato dei Verdi Paolo Cento, ieri ha visitato, prima il carcere femminile di Rebibbia a Roma, poi Regina Coeli. Ed è proprio dall'istituto di pena femminile che ha lanciato il primo allarme: quattro bambini su tre sono detenuti assieme alle madri nel reparto di massima sicurezza, in celle che potrebbero ospitarne solo due; tredici nel reparto ordinario e sette nel reparto nido che dovrebbe ospitarne solo cinque. La carenza cronica di personale porta a una sola somministrazione di cibo al giorno, pranzo e cena vengono serviti insieme. A fronte di questa situazione. Cento invita il ministro Castelli a far applicare la legge sulle misure alternative alla detenzione e a far realizzare strutture adeguate per i bambini figli delle detenute. A Regina Coeli, teatro della rivolta dove sono recluse 913 persone contro le seicento previste, sempre il verde Cento ha appreso dal direttore del carcere. Mauro Mariani, che i danni della protesta dei giorni scorsi ammontano a novemila euro riguardanti soprattutto porte e suppellettili. Ieri intanto è stato l'ultimo giorno della protesta risolta con la battitura delle grate delle celle; ora, spiegano i detenuti: «aspettiamo dal Parlamento meno parole e più fatti». Sull'ipotesi di un'eventuale vendita dell'edificio di Regina Coeli, Cento ha commentato: «Siamo contrari a qualsiasi uso speculativo di questa struttura. Fino ad oggi sono stati spesi cento miliardi di vecchie lire per la sua ristrutturazione, che è ancora in corso». (m. tamb.] Anche Sofri ha partecipato alla protesta

Persone citate: Adriano Sofri, Castelli, Daniele Capezzone, Giovanardi, Mauro Mariani, Paolo Cento, Sofri

Luoghi citati: Catania, Foggia, Pordenone, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Torino, Trieste, Verona