Un prete-consigliere l'amicizia pericolosa del presidente Putin

Un prete-consigliere l'amicizia pericolosa del presidente Putin IL VOLTO SCONOSCIUTO DELL'UOMO CHE GOVERNA LA RUSSIA Un prete-consigliere l'amicizia pericolosa del presidente Putin E' stato lo stesso archimandrita Tikhon, del monastero Sretensk a rivelare in un'intervista il suo ruolo di «ispiratore religioso». «Il capo del Cremlino è persona sinceramente credente e vicina a Dio» analisi Giuliette Chiesa A cinque anni dalla sua apparizione sulla scena politica russa, prima come capo dei nuovi servizi di sicurezza, poi come capo dell'amministrazione presidenziale di Eltsin, segretario del Consiglio di sicurezza, primo ministro, infine presidente della Russia, poco o niente sappiamo di Vladimir Vladimirovic Putin. Qualche biografia molto prudente e controllata, un'intervista di un gruppo di giornalisti, subito dopo la sua elezione. Ma nessuno aveva finora raccontato delle sue faccende private. Per esempio delle sue idee in materia religiosa, dei suoi rapporti con la Chiesa ortodossa, e con la gerarchia ortodossa. Fino all'apparizione (fugace ed ellittica, ma concreta) del suo consigliere e ispiratore religioso, confessore diremmo noi, l'archimandrita Tikhon, al secolo Gheorghij Aleksandrovi Shevnukov, «parroco» del monastero Sretensk, guarda caso proprio a qualche centinaio di metri dalla Lubianka, cioè dai grandi palazzi che furono del Kgb. E' lui stesso che, in una rarissima intervista a un giornalista russo, Aleksei Chelnokov, rivela di essere molto vicino al Presidente. Non dirà nulla delle circostanze e dei tempi del loro avvicinamento, ma può rivelare che Putin «è persona sinceramente credente, e vicina a Dio». Più in là andare non si può, salvo cercare di capire chi è Tikhon. Per¬ ché, in base al proverbio «dimmi con chi vai e ti dirò chi sei», qualche cosa si può ricavare. E, davvero, padre Tikhon è una miniera di sorprese. Intanto l'età; 46 anni. Un giovanotto dal passato senza infamia e senza lode, ma con un percorso singolare. Laureato alla facoltà di sceneggiatura dell'Istituto pansovietico di cinematografia, frequentò il seminario di Pskov-Pechersk e poi lavorò nella casa editrice del Patriarcato di Mosca. Questo ufficialmente. Ma il suo presente è molto più rivelatore. Infatti Tikhon fa parte del comitato di redazione della rivista «Russkij Dom» (Casa russa), legata ai circoli più conservatori del Patriarcato, insieme con il generale-colonnello Nikolai Leonov, fino al 1991 nel Kgb con cariche di alto significato, tra cui quella di vicedirettore della Prima direzione generale (Pgu), quella in cui a suo tempo lavorò Vladimir Putin, e poi capo della Direzione analitica del Kgb. Insomma non l'ultimo arrivato. E così forse si spiega perché Tikhon non rivelerà come ha conosciuto Putin, perché sarebbe come ammettere di avere avuto rapporti diretti con la polizia. Se poi si va a sfogliare la rivista si scopre che, tra molte altre cose curiose, essa ha ospitato un articolo anonimo (firma collettiva di un non ben precisato «Centro di analisi») in cui si dimostra l'incontestabile «somiglianza fisiognomica» tra Vladimir Putin e Giulio Cesare basata sull'analisi del busto, del cranio, della pettinatura ecc. Che altra prova occorre per concludere che la Russia di Putin equivale alla «Terza Roma» del prossimo futuro? Tikhon risulta anche molto legato all'Unione delle fratellanze ortodosse, organizzazione antisemita il cui presidente è il monaco Kirill Sakharov. E della compagnia fanno parte anche il metropolitca Kirill (Gundiaev), uno dei copresidenti dell'Assemblea mondiale russa, e Aleksander Burkin, ex agente del Kgb e leader del Movimento «Russia Ortodossa», oltre che businessman di successo. Così, passo dopo passo, seguento Tikhon, ci si addentra nei meandri dell'estrema destra russa. Anche perché Tikhon frequenta altre compagnie oscure. Brani di un suo articolo furono pubbbeati, non molto tempo fa, sul giornale «L'Ordine russo» (Russkij Poriadok), organo di stampa del movimento neonazista «Unità nazionale russa». Il contenuto era anch'esso curioso; una violentissima polemica contro l'introduzione del codice fiscale individuale e i codici a barre per la classificazione delle merci, quelle che nei grandi magazzini servono per automatizzare il conto della spesa. Entrambe le scoperte dell'era moderna appaiono al confessore di Putin come «prodotti diabobei». Il primo perché sostituisce il nome dato al momento del battesimo; le seconde contengono segnali satanici equivalenti alla profezia di Giovanni Bogoslov che annuncia l'iscrizione del «segno della belva» sulla fronte o nel palmo della mano. Tikhon è un tipo certamente originale, un nuovo padre Awakum, impegnato nella lotta contro tutte le eresie dei tempi moderni. In un'altra intervista si è occupato di censura in questi termini: «Strumento normale in una società normale, funzionale a eliminare tutto ciò che è estremo. Da usare sia negli affari religiosi che in quelli civili». Così, di gradino in gradino, il filo nero di padre Tikhon s'intreccia con altri fili nerissimi che stanno tessendo, nella Russia profonda e invisibile, una tela inedita, di cui la Chiesa ortodossa è parte, ma non il tutto. Che tra Chiesa ortodossa e «cekisti» vi siano stati numerosi momenti di soprapposizione non è un mistero per nessuno in Russia. Ma il Kgb è sempre stato ateo. Finito il comunismo, le componenti nazionaliste russe, incluse quelle dei Servizi - le une e le altre in cerca di un colpevole esterno cui assegnare tutte le responsabilità della l tragèdia sovietica e pòi russa - si sono intrecciate appunto con determinati settori dell'ortodossia. Ed è a questo laboratorio che ora attingono parti dell'apparato dello Stato, in cerca di una nuova ideologia che funga da base per la rinascita dello «spirito russo». I punti di partenza sono diversi, ma gli obiettivi coincidono. Così i bassifondi «centoneristi» riemergono alla superficie, tra stimolazioni «neo-ariane» (leggi naziste e antisemite), paganesimo, antichi credenti: il tutto in una mescolanza solo apparentemente inverosimile, che per lungo tempo fu del tutto marginale e che sembra oggi esserlo assai meno. Ecco allora Iperborea, luogo della «civiltà ariana del Nord», più antica di Gesù Cristo, divenire il santuario delle conoscenze occulte capaci di modificare i destini del pianeta. Ecco i seguaci deir«Acqua Morta», sotto la guida - guarda le coincidenze! - del generale Konstantin Petrov, rappresentante del «Profeta intemo dell'Urss», che si contrappone al «Profeta globale», rappresentato dal complotto mondiale ebraico. Follie senza costrutto? Forse sì, forse no. Sergej Alekseev, autore del romanzo «Il tesoro delle Valchirie», e uno dei più visibili rappresentanti delle idee pagane, è diventato un divo e vende a centinaia di migliaia di copie. Il partito «Edinenie» (unificazione) non è entrato nella Duma, ma è presente tra gli organi di polizia e nei servizi. Perfino nel centro di ricerche scientifiche della Camera dei Conti, attualmente diretto da imo dei più stretti collaboratori di Boris Eltsin, Serghei Shakhrai, si annoverano nemici giurati del «Profeta satanico globale». Stando almeno a questa citazione, ritrovata su Internet: «A giudicare realisticamente l'espansione planetaria del Profeta satanico globale, e della sua agenzia sociale, non si può escludere che l'Unione biodifensiva planetaria deve prevedere la creazione a tappe forzate di una Difesa unita paneuroasiatica, che sarà l'alternativa geopolitica all'attuale espansione degli Stati Uniti e della Nato». Si può sorridere, ma sarà utile non dimenticare che nel comitato redazionale di questo tipo di documenti c'è il leader dell'Eredità spirituale, Aleksei Podbereskin, c'è Valerli Vorotnikov, (Quinta Direzione del Kgb), c'è Vladimir Rybanov (Direzione Ahalitiòa del Kgb) eipèrfino il membro del governo di Mosca Aleksandr Musykàntskij. Da padre Tikhon fino al Profeta satanico globale, con la speranza che Vladimir Putin non si sia scelto un altro Rasputin. Inquietanti legami del sacerdote con i circoli più conservatori della Chiesa ortodossa il Kgb e l'estrema destra. C'è già chi teme un nuovo Rasputin GHIE' m LA VITA Ha 46 anni ed è «parroco» del monastero Sretensk ■ GLI STUDI E' laureato alla facoltà di sceneggiatura dell'Istituto pansovietico di cinematografia " L'ATTIVITÀ' Ha lavorato nella casa editrice del Patriarcato di Mosca. Fa parte del comitato di redazione della rivista «Russkij Dom» (Casa russa), legata ai circoli più conservatori firn I presidente russo Vladimir Putin con il suo cane Conny