Uccìso l'autista del reporter italiano scomparso di Andrea Di Robilant

Uccìso l'autista del reporter italiano scomparso IL SUO SOGNO ERA INTERVISTARE L'IMAM RIBELLE MOQTADA AL SADR Uccìso l'autista del reporter italiano scomparso Crescono i timori per la sorte di Baldoni : forse è stato catturato da banditi Andrea di Robilant ROMA L'autista del giornahsta freelance Enzo Baldoni di cui si sono perse le tracce da alcuni giorni sarebbe stato ucciso in un agguato e secondo fonti irachene della Croce Rossa Italiana il suo corpo si troverebbe nell'obitorio dell'ospedale Al Iskandaria, a Latefia, una località a circa cinquanta chilometri da Baghdad. La notizia fa temere per la sorte di Baldoni, un pubblicitario che vive a Milano e che è noto negli ambienti giornalistici per i suoi reportage spericolati in zone di guerra. Infatti il freelance italiano, in Iraq per il settimanale II Diario, era sempre in compagnia del suo autista, Ghareeb. Il riconoscimento della salma da parte della Croce Rossa avverrà solo questa mattina. Ma già ieri sera l'ipotesi più accreditata presso le fonti sciite della Cri era che si fosse trattato di un agguato da parte di una banda di predoni piuttosto che da miliziani iracheni. L'ambasciata italiana irachena a Baghdad e l'unità di crisi alla Farnesina continuano ^1( lavorare per verificare le notizie, che arrivano perlopiù dalla Croce Rossa, e il ministero degli Esteri si mantiene in ( stretto contatto con la famiglia di Baldoni a Preci (Perugia). Raffaele Baldoni, fratello del giomalista, dice di essere «fiducioso» sulla sorte di suo fratello, anche perché gli aveva anticipato che per alcuni giorni non sarebbe stato reperibile. Baldoni non ha un telefono satellitare con sé, e comunque le comunicazioni con la zona di Najaf sono estremamente difficili in queste ore. I contatti con Baldoni si sono interrotti giovedì quando era in viaggio per Najaf. Lui e Ghareeb si erano messi al seguito di un convoglio non autorizzato della Croce Rossa che era partito da Baghdad quella mattina per cercare di arrivare appunto nella città santa. Una mina era esplosa vicino al convoglio, nei pressi di Babilonia. I vetri si erano frantumati e uno degli autisti era rimasto ferito. I mezzi hanno proseguito fino a Kufa, che si trova a circa dodici chilometri da Najaf. A quel punto gli operatori della Croce Rossa hanno consegnato i loro materiali ai colleghi della Mez- zaluna Rossa e hanno fatto ritomo a Baghdad. Baldoni e il suo autista hanno invece proseguito verso Najaf. Quando venerdì mattina si è sparsa la voce tra i giornalisti a Baghdad che Baldoni non si trovava più - l'allarme è stato lanciato dal freelance inglese Justin Alexander - il commissario straordinario della Croce Rossa, Maurizio Scelli, ha dato sùbito disposizione ai suoi operatori in Iraq di riattivare le fonti sciite con cui erano stati a lungo in contatto in primavera, dopo il sequestro dei quattro contractors italiani. E ieri gli informatori facevano sapere alla Cri che Ghareeb era stato ucciso, ma che non sapevano nulla di Baldoni. Prima che arrivasse la notizia della morte di Ghareeb, l'inviato della Rai Pino Scaccia, amico e compagno di avventure di Baldoni, aveva detto di essere convinto che fosse «rintanato da qualche parte in attesa» di riuscire a combinare un'intervista con Al Sadr, il leader dell'Esercito del Mahdi che continua ad essere asserragliato nella città santa. «Era un sogno che ci scambiavamo spesso per gioco: pensa se lo becchiamol L'idea di restare un po' lì me l'ha confidata più volte. Mi aveva detto; "Servono tre, anche sette giorni". Il problema è che lui non ha il telefono e nessuno può raggiungerlo se lui non si fa vivo». Ma quando la notizia sulla morte di Ghareeb è arrivata ieri a tarda sera. Scaccia si è molto rabbuiato. «A quest'ora della notte è impossibile un riconoscimento, sia da parte della Croce Rossa sia da altri che conoscevano Ghareeb, me compreso. Quindi fino a domattina (cioè stamane, ndr) è impossibile verificare. Ma se fosse vera, l'uccisione confermerebbe l'ipotesi di un agguato subito da Baldoni, e dunque di un rapimento da parte di criminali comuni, non miliziani. E' solo una deduzione, ma nel caso sia stato davvero rapito non credo sia stato preso in quanto giomalista. Lo scorso anno presero anche me per qualche ora, poi riuscimmo a scappare». A questo punto l'ipotesi più ottimista nel caso di un agguato o di un rapimento è che Baldoni sia davvero riuscito a scappare (finora non sono arrivate richieste di riscatti né rivendicazioni politiche), e si trovi nascosto da qualche parte a Najaf, magari ignaro del grande rumore provocato dalla sua scomparsa e felicemente impegnato nella ricerca del suo scoop. UNA VITA SPERICOLATA B LA FAMIGLIA E'nato a Città di Castello (Perugia) 56 anni fa ma vive a Milano da una quarantina d'anni. E' sposato e ha due figli ventenni B LA PROFESSIONE Pubblicitario, copywriter, critico di fumetti, giornalista indipendente. E' il traduttore italiano di Doonesbury, di Lauzieredi Miller. Dirige l'agenzia pubblicitaria «Balene comunicazione sas», che tra le sue creazioni annovera la rondine dell'acqua minerale San Benedetto B LE VACANZE Nel 1994 è stato a Bucarest, tra i bambini delle fogne. Nel 1996 in Chiapas, dove ha conosciuto il subcomandante Marcos. Nel 1988 in Birmania, dóve ha mangiato riso e ranocchi con la portavoce dei ribelli birmani Aye Aye Khing. Nel 1999 a Timor Est, dove è diventato amico del leggendario Xanana Gusmao, allora galeotto, oggi presidente della Repubblica Timorpse. Nel 2001^ 20.03 in Colombia sulle tracce delle Fare Sopra Enzo Baldoni in Iraq durante una recente intervista con la Rai Afianco il suo autista Ghareeb che sarebbe .stato ucciso, Giornalisti stranieri alzano le mani mentre attraversano una zona di Najaf controllata dai guerriglieri di Moqtada al-Sadr