Litigi in famìglia, ci pensa il mediatore di L. Ga.

Litigi in famìglia, ci pensa il mediatore Litigi in famìglia, ci pensa il mediatore Due centri aiutano genitori e figli a ritrovare il dialogo Il comandante della stazione dei carabinieri di Lingotto si è visto arrivare in ufficio persino un padre che trascinava per le orecchie il figliolo di 15 anni: «Maresciallo, non so più come prenderlo, faccia qualcosa lei». Il sottufficiale Vito Tavemiti, al pari di altri colleghi, si ritrova investito sempre di più del ruolo di arbitro nelle liti continue fra genitori e figli e per questo motivo ha fitti rapporti con gli esperti di «spazi d'intesa», il centro di mediazione dei conflitti famUiari aperto dal Gruppo Abele e che ha ormai due punti d'ascolto in città: in via San Pio V17B e in via Negarville 39. Per quelle stanze sono passati nell'ultimo anno almeno 400 fra genitori e figli. Nel 45 per cento dei casi vi sono stati inviati da carabinieri, vigili urbani e polizia cui padri arrabbiatissimi, per non dire disperati, si erano rivolti. In realtà, la radiografia del fenomeno è ancora più curiosa: papà contro figli maschi e viceversa per questioni economiche e di disconoscimento dei tradizionah ruoli familiari; mamme contro figlie femmine, quasi tutte minorenni, per gli spazi di libertà che quest'ultime rivendicano. Evitare che i conflitti familiari degenerino, recuperare buon senso e dialogo: «Spazi d'intesa» serve a tutto questo. Fermarsi da quelle parti e parlare del loro lavoro di mediazione con gli esperti dei due centri d'ascolto è utile per sondare il diffuso fenomeno sociale della famigha contenitore e delle sue singolarità. Si sa dei figli che hanno passato l'età dell'adolescenza e che non vogliono saperne di rendersi indipendenti; stanno troppo bene in casa dei genitori. Se ne conosce di meno il retroterra: «Padri pensionati che non parlano più con i figli maschi trentenni - racconta Marco Bertoluzzo, avvocato e criminologo, uno degli animatori di Spazi d'Intesa - e quando lo fanno sono scintille. Scoppi d'ùa non più trattenuta dopo mesi di vita da separati in casa». «Ciascuno ha il suo televisore. Ciascuno ha i suoi programmi, televisivi e di vita. Quelli del padre sono di resistenza, il figlio si riduce a non averne. "Non capisco perché dovrei andare a vivere per conto mio" ci sentiamo ripetere da questi giovani uomini senza sogni. Che la ragazza ce l'hanno spesso per pura compagnia, senza un progetto in comune per il futuro. Se la portano a casa, ogni tanto lei donne da lui nella stanza accanto a quella dei genitori, il giorno dopo è un altro giorno». Le porte si aprono ad orari diversi: questo è il compromesso massimo, finché dura. Ragiona Bertoluzzo: «Da un lato vi sono genitori che hanno lavorato duro, si sono fatti la casa, hanno costruito la famiglia. Dall'altra figli maschi con lavori spesso precari e redditi inferiori alle pensioni dei padri. Ultratrentenni che ti dicono: "Con 800 euro al mese non saprei proprio come mantenermi". Finita lì. I papà hanno fatto il doppio lavoro. I figli neanche ci pensano». Che ne fanno dei loro 800 euro? «Le formiche li mettono in banca., le cicale li spendono tutti». Per «Spazi d'intesa» non è passata una sola figlia adulta in conflitto con i genitori. «Il conflitto che conosciamo è solo fra padri e figli maschi dai 25 anni d'età in poi. In queste liti le madri non hanno alcun ruolo. Da noi, piuttosto, si presentano con le figlie adolescenti, battagliere sedicenni e diciassettenni che non vogliono saperne di non avere la stessa libertà concessa ai fratelh. "Lui esce tutte le sere, io ho gli stessi diritti". Qui sono i padri - sottolinea Bertoluzzo - a non comparire». Questo genere di conflitti familiari si concentra nella sede di via San Pio V, a San Salvarlo, dove si riversa l'utenza del centro città, prevalentemente operaia e piccolo borghese. In via Negarville, Mirafiori Sud, area di case popolari e di sedimentati problemi sociali, non si va ancora al centro d'ascolto per farsi aiutare a mediare i rapporti tesi con i figli e viceversa. «Sinora in periferia osserva Bertoluzzo - non abbiamo avuto nemmeno un caso». A Mirafiori Sud i conflitti generazionali sono semmai di gruppo, e sempre per la gestione di spazi comuni; le panchine dei giardini, i cortili condominiah. Come negli anni 80. [al. ga.]

Persone citate: Bertoluzzo, Marco Bertoluzzo