Eroe o bugiardo? Guerra tra reduci sul Vietnam di Kerry

Eroe o bugiardo? Guerra tra reduci sul Vietnam di Kerry SI INFIAMMA LO SCONTRO TRA I DUE SFIDANTI DI NOVEMBRE UN GRUPPO DI VETERANI SMENTISCE I SUOI RACCONTI Eroe o bugiardo? Guerra tra reduci sul Vietnam di Kerry Secondo gli accusatori quando tornò indietro per recuperare un ferito nessuno gli sparò contro. Il candidato democratico replica sostenendo che sono pagati da Bush ma perde terreno nei sondaggi Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Eroe di guerra o impostore: il curriculum militare di John F. Kerry è al centro di uno scontro con 254 veterani della guerra in Vietnam che sta nuocendo ai democratici nei sondaggi. L'oggetto della disputa sono le medaglie guadagnate da Kerry durante i quattro mesi di servizio in Vietnam e in particolare i due episodi sui quah il candidato democratico si è costruito l'immagine nazionale di eroe di guerra, adatto a diventare presidente degli Stati Uniti. Nel primo caso Kerry fu premiato per aver diretto la sua «swift boat» - barca veloce verso la spiaggia da cui sparava un vietcong, dandogli la caccia, uccidendolo dietro un cespuglio e catturando il suo lanciarazzi, nel secondo invece la medaglia fu giustificata dal fatto che affrontò il fuoco nemico per tornare a terra e recuperare il commilitone Jim Rassmann rimasto ferito. In occasione della Convention di Boston quanto avvenuto nel Delta del Mekong è diventato il fulcro della presentazione di Kerry al grande pubblico, ma a contestare la versione dei fatti sono arrivati i «Swift Boat Veterans for Truth» - i veterani della barca veloce per la verità - con un'offensiva mediatica in grande stile: prima un libro, poi una campagna di spot tv e una martellante offensiva radiofonica. Fra i 254 veterani anti-Kerry ci sono alcuni militari della stessa unità - come George Eliott e l'ex ammiraglio Roy Hoffman che raccontano tutt'altra storia: il vietcong che sparava sulla spiaggia in realtà era un adolescente senza armi ed i militari erano così sicuri che eliminandolo avrebbero avuto una medaglia che orchestrarono l'intero episodio, decidendo fra loro chi avrebbe compiuto l'impresa ed impegnandosi a sostenere le reciproche versioni; riguardo al salvataggio di Rassmann avvenne davvero, ma non fu affatto eroico poiché il fuoco ostile non c'era, si trattò sola}:u: rte di un marinaio scaraventato fuori bordo dall' esplosione di una mina che Kerry andò a recuperare. A completare il quadro c'è l'ex dottore Louis Letson, che dice di aver curato Kerry dalla ferita che gli valse un'altra medaglia e di ricordare bene che era assai leggera, forse addirittura autoinflitta. La contestazione del curriculum di Kerr/ è il fatto del giorno ed il team democratico, dopo aver ignorato l'offensiva per due settimane, ha deciso di passare al contrattacco. Kerry ha accusato il presidente George W. Bush in persona di essere l'ispiratore del complotto «sporco ed odioso» - a dispetto della pubblica assicurazione che non intendeva contestare il servizio del rivale in Vietnam - e il suo team elettorale ha presentato denuncia presso la Federai Election Commission, chiedendo di'fermare la campagna diffamatoria. Ieri poi il «New York Times» ha pubblicato una dettagliata inchiesta nella quale dimostra come le affermazioni di Elliott, Hoffmann, Letson e altri siano in contraddizione non solo con quanto riportato dai rapporti militari dell'epoca ma anche con ciò che gli stessi veterani affermaro- no pubblicamente in passato, lodando proprio Kerry per l'eroismo ed il coraggio. Lo stesso «New York Times» ha ricostruito la genesi ed i finanziamenti del gruppo anti-Kerry scoprendo che è tutt'altro che genuino: i fondi sono arrivati da due tradizionah sostenitori texani del partito repubblicano, legati a George Bush padre e molto vicini a Karl Rove, il consigliere politico della Casa Bianca noto per pianificare campagne elettorale senza esclusioni di colpi. Alla controffensiva democratica i veterani hanno a loro volta risposto lanciando sulle tv via cavo un nuovo spot nel quale si vede Kerry pronunciare nel 1971 di fronte alla commissione Esteri del Senato un durissimo atto d'accusa contro l'esercito americano: «I soldati in servizio in Vietnam hanno personalmente violentato, tagliato orecchie e teste, legato con fili telefonici i genitali dandogli elettricità, fatto saltare corpi umani, sparato a caso contro i civili, raso al suolo villaggi alla maniera di Genghis Khan, avvelenato cibo ed ucciso bestiame e cani». Subito dopo scorrono sul video dichiarazioni di veterani che accusano Kerry di aver infangato ingiustamente l'onore degli ex compagni e degli Stati Uniti «facendoci perdere in casa una guerra che avevamo vinto in battagha». «Pronunciando quelle parole Kerry diede gratis al nemico ciò che io e molti compagni detenuti in Vietnam del Nord rifiutammo sempre di affermare», accusa Paul Galanti, prigioniero di guerra per 7 anni. La polemica mette in difficoltà Kerry perché, come spiega Bill Schneier anahsta politico della Cnn, «se non riesce a difendere il proprio curriculum di guerra tutto ciò che afferma su altri temi non sarà più credibile». I sondaggi attestano già delle difficoltà. Per la Cbs il vantaggio di Kerry su Bush si è ridotto ad appena un punto in percentuale - 47 a 46 rispetto ai cinque che aveva dopo la Convention di Boston - ed a pesare è il calo di consensi fra i veterani, sceso in tre settimane di diciannove punti. Secondo la versione ufficiale diede la caccia al nemico che lo teneva sotto mira uccidendolo e prendendo il suo lanciarazzi Secondo il New York Times gli accusatori hanno ricevuto fondi da due noti finanziatori texani del partito del Presidente Compare uno spot in cui si vede lo sfidante nel 1971 mentre accusa i marine di aver compiuto terribili atrocità contro i civili HNr : 'j^mM SB m'lif.fl&jSM BnS VJm MM MfJim .^J/toMElTA My At iimiiiiiiiiimiwih hhmi ^tottkma^Miw^r ff«iiHfeilBl^^ ¥^11^ mSmm JSffr M JB w^^By r^I i nl Alla convention lo sbarco dei soldati John Kerry e un gruppo di reduci sbarcano II 28 luglio con una accorta scenografia nel primo giorno della convention democratica che deve decretarne la designazione alla sfida per la Casa Bianca. Lo accompagna un gruppo dei soldati che furono con lui ai tempi del Vietnam. Kerry sceglie il tema che deve fare da leit motiv alla sua lunga campagna elettorale. Il illlPfTÌPm Nell'immagine di uno spot elettorale ecco come il ll«|UCllldU candidato democratico vuole presentarsi agli americani: sullo sfondo di una giungla asiatica, un giovane guerriero americano che fa il suo dovere fino in fondo. Il contrario del presidente Bush, invischiato in una umiliante diatriba di renitente che riuscì con mille trucchi a evitare di essere inviato a Saigon. Gli sceriffi del Mekong Kerry e II suo equipaggio si preparano con la loro swift boat a pattugliare il fiume alla ricerca di unità vietnamite. Era una guerra di imboscate, attese pazienti, scontri fulminei con le unità vietcong che utilizzavano i corsi d'acqua per infiltrarsi oltre le linee americane. Ai comandanti di queste imbarcazioni era richiesto coraggio e spirito di iniziativa. I A IMOfiailBa " 9'ovane Kerry riceve la decorazione La IIIClMl|lla per g|j atti di valore compiuti durante i quattro mesi di servizio nelle giungle e sui fiumi del Vietnam. Quarant'anni dopo, in un'America traumatizzata da una guerra che rischia di trasformarsi in una replica del pantano vietnamita, il candidato democratico ha puntato molte del sue carte politiche su quell'immagine di consapevole eroismo che dovrebbe rassicurare gli elettori moderati. «Porli |fA Kerry a un raduno ICUUIC di contestatori della guerra in Vietnam. Al ritorno a casa l'eroe si trasformò in uno spietato accusatore delle storture e della insensatezza di una guerra sporca, che aveva ferito la coscienza della democrazia americana causandole la prima sconfitta della sua storia. Era il debutto di Kerry nell'area liberal del mondo politico statunitense, prima pietra di una carriera che doveva portarlo a sfidare l'interventismo dei neoconservatori